Un pianeta completamente diverso dalla Terra. Una realtà ambientata 150 anni dopo la nostra. Un ex marine che ha perso l'uso delle gambe: il 16 dicembre del 2009 James Cameron ci ha portato su Pandora, luna del gigante gassoso Polifemo, appartenente al sistema stellare Alfa Centauri, grazie ad Avatar.
Progetto ambiziosissimo, che il regista ha inseguito per gran parte della sua vita, Avatar parte da una storia non particolarmente originale (in molti l'hanno definito un Pocahontas con gli indiani blu), per creare un vero e proprio universo, un mondo in cui immergersi totalmente. Per fare questo Cameron si è affidato alla motion capture della Weta Digital di Peter Jackson, ha creato una civiltà ex novo, quella dei Na'vi, con tanto di lingua ideata appositamente da Paul Frommer, e disegnato flora e fauna aliene.
Forte dell'utilizzo di un 3D particolarmente avanzato (la pellicola non è stata riconvertita in questo formato, ma girata direttamente così) e del grande evento mediatico che fu il ritorno di James Cameron dietro la macchina da presa a undici anni di distanza dal successo immenso di Titanic, Avatar è diventato un vero e proprio fenomeno, aggiudicandosi presto il titolo di maggior incasso nella storia del cinema, fermandosi alla cifra di 2.790.439.000 di dollari.
Gli Oscar 2010 e l'arrivo di Disney
Candidato a nove premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia, Avatar è stato sconfitto da The Hurt Locker, pellicola diretta da Kathryn Bigelow, che quella notte ha scritto la storia del cinema, diventando la prima regista donna a vincere la statuetta per la miglior regia. Ex moglie proprio di Cameron, con cui è stata sposata dal 1989 al 1991, l'immagine di lei con la statuetta in mano e l'ex marito che finge di strozzarla ha fatto il giro del mondo.
Avatar: tutto quello che sappiamo sui sequel
Da quel momento la vita di Cameron è diventata un inseguimento della sua personale "balena bianca": come il capitano Achab di Moby Dick, il regista ha annunciato di stare lavorando a ben quattro sequel di Avatar, sempre più avanzati dal punto di vista tecnologico e sempre più spettacolari, di cui però, undici anni dopo, non si è ancora visto nulla. Inizialmente annunciato per il 2014, l'uscita del film è stata spostata diverse volte. Chissà se questo tira e molla ha influito in parte all'acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney. Fatto sta che, ora che i diritti dei sequel sono in mano alla Casa del Topo, una data di uscita è stata finalmente fissata: Avatar 2 arriverà nelle sale il 17 dicembre 2021. Infine Avatar 3, Avatar 4 e Avatar 5 usciranno rispettivamente a Natale 2023, Natale 2025 e Natale 2027.
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Dopo tutto questo tempo però c'è ancora attesa per il franchise di Cameron? Ideato nel 1996, con una sceneggiatura di 80 pagine, il progetto Avatar impegna le giornate del regista da 24 anni. Nel 2027, quando la saga sarà completata, gli anni che il premio Oscar avrà dedicato a Pandora saranno 31, quindi quasi metà della sua vita. È inutile dire che quindi si gioca il tutto per tutto e, al momento, le previsioni non sembrano dalla sua parte. Cerchiamo di capire perché.
Avatar 2: Kate Winslet nella nuova foto del cast impegnato nelle riprese
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Dopo sporadiche immagini rilasciate in questi undici anni di attesa, in questi giorni è stata rilasciata una foto dal set che ha fatto tornare a parlare di Avatar: immersi in una vasca di palline, con l'attrezzatura per la motion capture sui volti, vediamo i protagonisti del primo film, Zoe Saldana e Sam Wortington, accanto a un'interessantissima new entry, il premio Oscar Kate Winslet. L'attrice inglese è diventata una star proprio grazie a James Cameron, che l'ha voluta come protagonista di Titanic insieme a Leonardo DiCaprio, e i dettagli su quale sia il suo ruolo sono ancora top secret.
Avatar: tutto quello che sappiamo sui sequel
Dei nuovi film sappiamo che il secondo sarà ambientato dieci anni dopo i fatti del primo, che Jake e Neytiri hanno avuto una figlia, che rivedremo Sigourney Weaver e Stephen Lang nei ruoli della dottoressa Grace Augustine e del colonnello Miles Quaritch (flashback? Cambiamento di Avatar?), e che la maggior parte del film sarà ambientata sott'acqua. Basterà una foto con Kate Winslet a risvegliare l'hype del pubblico? Certamente no, ma, piano piano, se si leggono i segnali si capisce che, da qui a un anno e mezzo, le cose saranno cambiate.
Con l'acquisizione del franchise da parte della Disney, negli ultimi 3 anni si sta lavorando in questo senso: il 27 maggio 2017 nel Walt Disney World Resort di Orlando è stato inaugurata Avatar Land, attrazione che riproduce il mondo di Pandora. Non solo: è stata creata un'infinità di gadget a tema, più tutta una serie di cibi e bevande ispirati al film (con tanto di cocktail fluorescenti e cheesecake blu). Gli ospiti più danarosi del parco divertimenti possono inoltre acquistare un pass vip per accedere a un'aerea in cui, grazie alla realtà virtuale aumentata, ci si può lanciare da una liana all'altra come fanno i Na'vi.
Non è finita qui: sulla piattaforma di streaming Disney Plus l'occhio di Neytiri ci guarda con insistenza, spuntando spesso tra i titoli suggeriti e, il 28 gennaio 2019, Cameron è diventato improvvisamente estremamente social, aprendosi un canale Instagram e pubblicando (o chi per lui) regolarmente post per aggiornaci prima sul film Alita - Angelo della battaglia (altro suo progetto del cuore, lasciato poi all'amico Robert Rodriguez per concentrarsi proprio su Avatar), poi sui sequel. Coincidenze?
L'ossessione di James Cameron per la tecnologia
Nell'episodio numero 16x9 di South Park, intitolato "Raising the Bar" (alzare l'asticella), mentre Kyle si preoccupa del fatto che la società americana stia abbassando sempre di più i suoi standard di decenza, James Cameron viene rappresentato come un esempio di virtù, che si inabissa nell'Oceano per andare a recuperare "la barra della società", caduta sempre più in basso. Nel farlo costruisce macchinari, incita la sua squadra, che però, molto meno ossessionata di lui per quanto riguarda raggiungere la perfezione e migliorarsi sempre, finisce per odiarlo.
C'è del vero in questa parodia: pensiamo a come Cameron, insoddisfatto della gestione della steadicam, abbia progettato negli anni '80 un braccio meccanico con cui si possono ottenere inquadrature con angolazioni prima impensabili. Un inseguimento costante di una tecnologia sempre più avanzata, fino ad arrivare alle nuove steadicam compatte di Sony, le VENICE, usate per questi sequel. Non solo: alla fantasia del regista si devono scoperte nel campo delle riprese subacquee, cominciate sul set di Abyss, nel 1989, e continuate con i documentari Ghosts of the Abyss (2003) e Aliens of the Deep (2005), girati entrambi in IMAX 3D. Chiaramente un banco di prova per il mondo sommerso di Pandora.
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Cameron ha sempre lavorato così, provando e testando la tecnologia da utilizzare nel film successivo: pensiamo sempre alle creature di The Abyss, che sono state le cavie per l'effetto "mercurio liquido" del T-1000 in Terminator 2 - il giorno del giudizio. Tutti gli esperimenti fatti negli ultimi 20 anni sono dunque serviti per riuscire a trasformare Avatar nella sua visione. Fallire sarebbe quindi un doppio danno, sia economico (ogni sequel costerà 250 milioni di dollari, per un totale di un miliardo di spesa), che di fatica sul campo.
L'importanza della storia
Il vero scoglio da superare per i nuovi film di Avatar non sarà però quello degli effetti speciali: sicuramente James Cameron ci regalerà il miglior 3D di sempre. Su questo non abbiamo dubbi. Riuscirà però a dare anche un cuore alla sua storia? Il grande fascino del regista è che è un grande "costruttore di mondi": che sia la nave del Titanic, l'astronave di Aliens - Scontro finale o il futuro distopico di Terminator, Cameron è sempre riuscito a creare la sensazione di trovarci in un universo con le sue regole precise, con una mitologia, prestando attenzione a ogni minimo dettaglio, facendoci letteralmente immergere nelle sue storie. Con il primo Avatar invece la parte tecnica ha preso il sopravvento sulla storia.
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La trama e i personaggi sono basilari, si approfondiscono poco usi e costumi della razza aliena e soprattutto gran parte dell'immaginario di piante e animali è stato ampiamente ripreso da Aida degli alberi, film di animazione del 2001 diretto da Guido Manuli e prodotto dallo studio italiano La lanterna magica. Cameron ha evitato il processo per plagio inserendo un riferimento alla pellicola italiana nei titoli di coda di Avatar e inserendo una copia del film nelle copie Home Video del suo.
Se la causa è stata evitata trovando una mediazione, il pubblico non sarà altrettanto clemente. Anche perché questa mancanza ha fatto invecchiare presto il film, che visto oggi perde gran parte del fascino originale. In più in questi dieci anni il panorama cinematografico è molto cambiato: c'è stato l'avvento del Marvel Cinematic Universe, c'è stata una nuova trilogia di Star Wars, il pubblico è ormai abituato all'uscita sistematica di film altamente spettacolari. Non è un caso se proprio Avengers: Endgame lo scorso anno ha spodestato Avatar dal podio di film con il maggiore incasso di sempre. La differenza sta dunque nel lavoro sui personaggi, nel costruire un rapporto diretto con il pubblico.
L'unica speranza di Cameron per non andare incontro al primo pesantissimo flop della sua carriera è quindi l'aver lavorato con cura sia sul mondo di Pandora, sia sui suoi personaggi. Esplorare un universo di cui abbiamo visto pochissimo sarebbe già un buon punto di partenza. Se poi questa volta il design di piante e personaggi fosse totalmente originale sarebbe meglio. Speriamo quindi che lo stesso Avatar fosse un costoso e lungo prologo, un altro test di prova e che invece Avatar 2, e i suoi film gemelli, siano invece il vero cuore del franchise, il raggiungimento di un'ossessione durata 30 anni.