Altrimenti ci arrabbiamo, in sala dal 23 marzo, non è un remake dell'omonima commedia cult interpretata da Bud Spencer e Terence Hill nel '74 ma un omaggio a quel film e allo spirito di quei buddy movie all'italiana di un tempo. La nota stampa che accompagna il lancio del nuovo film girato dagli YoNuts con Edoardo Pesce e Alessandro Roia come protagonisti è chiara. E il nuovo film in effetti non è un remake, è una storia nuova ambientata in un mondo che ha le coordinate e le suggestioni del film originale. E i cui personaggi in qualche modo sono legati a quelli del film originale. In questo caso Carezza e Sorriso, i personaggi di Pesce e Roia, sono i figli dei personaggi di Bud Spencer e Terence Hill. Sì, Altrimenti ci arrabbiamo versione 2022 è proprio un requel, o un legacy sequel, un'operazione molto in voga nel cinema hollywoodiano, e che il recente Scream ha - con la consueta cifra teorica che contraddistingue i film della saga - definito enunciandone chiaramente le regole.
Che cos'è un requel?
Che cos'è dunque un requel? Non è un remake, non è un semplice sequel, ma un nuovo film, una nuova storia, che ha in qualche modo una continuità con l'originale. Ci sono dei nuovi protagonisti, che sono collegati con quelli del passato, e in alcuni casi ci sono anche i protagonisti dell'originale. È qualcosa che il cinema americano fa ormai da anni con le saghe storiche. Ghostbusters: Legacy è un esempio lampante di questa tendenza, così come lo sono gli Star Wars che seguono la saga degli Skywalker, cioè Star Wars: Il risveglio della forza, Star Wars: Gli ultimi Jedi e Star Wars: L'Ascesa di Skywalker. In un certo senso, anche il nuovo Matrix Resurrections è un requel. Una delle caratteristiche del legacy sequel è portare in scena, enfatizzandoli nel modo giusto, tutti gli elementi iconici dei film originali. E, come vi avevamo detto nella recensione di Altrimenti ci arrabbiamo, qui ci sono proprio tutti: la dune buggy, birra e salsicce, le canzoni, il circo.
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Altrimenti ci arrabbiamo, un'operazione nuova
Se per gli americani il legacy sequel è ormai un'operazione piuttosto in voga, in Italia è un sentiero poco battuto. Anzi, per niente. Altrimenti ci arrabbiamo allora è interessante anche perché produttivamente si cominciano a fare operazioni nuove. Ma che ne pensano di questo i creatori del film? "Non ci abbiamo pensato più di tanto" ci hanno risposto gli YouNuts, al secolo Antonio Usbergo e Niccolò Celaia. "Siamo stati coinvolti subito dal progetto e dalla possibilità di fare un film di un genere, il buddy movie, un'action comedy che non si faceva da un po'". "Molte volte c'è la paura e il rischio di andare a toccare un film sacro come quello" aggiungono. "Noi siamo del 1986, siamo cresciuti con Altrimenti ci arrabbiamo e siamo super fan di quel film, che le tivù trasmettevano in continuazione. Quando ci hanno proposto questa cosa non abbiamo pensato alla parte di rischio". Che poi, quando si vanno a toccare i film di un tempo, il rischio c'è sempre. E proprio Scream, quando teorizza sui requel, si pone la domanda. Quelli che si definiscono i "veri appassionati" vanno presi sul serio e ascoltati, o registi e sceneggiatori devono avere più autonomia possibile? La risposta, in questo caso, è scontata. "La possibilità di lavorare con quegli elementi, la dune buggy, le musiche è qualcosa che ci ha attirato" ci spiegano gli YouNuts. "A noi che veniamo da un genere un po' più crudo, che abbiamo fatto un sacco di videoclip ispirati a quegli anni là, fare un action comedy non sembrava vero". A proposito degli equivoci sulla natura del film interviene Edoardo Pesce. "Forse è il titolo che, essendo rimasto quello, trae in inganno" riflette. "Magari potevano mettere Ci arrabbiamo anche noi".
Un ponte con i tempi passati
Alessandro Roia ci spiega chiaramente che_ Altrimenti ci arrabbiamo_ è stato pensato da tutti, fin dall'inizio, come un film nuovo. "Non è stato tanto un rapporto con la materia originale, ma con l'immediato, con ciò che abbiamo letto" spiega. "Credo che nasca tutto da quello che di solito viene cristallizzato nella memoria e poi viene elaborato. La passione che hanno avuto loro e che abbiamo avuto noi non deve essere riportata con la carta carbone. Deve essere sempre uno stimolo. Secondo me abbiamo fatto un film che ci è stato proposto, che abbiamo creato insieme e abbiamo trasformato tutti quanti sul set, che viene da quella roba lì, da quella passione, da quei ricordi, dall'eco di tempi con i quali vorremmo creare un ponte, rispetto a un mondo fantastico di intrattenimento. Di questo si tratta: intrattenimento allo stato puro. E per noi l'approccio è stato su questo progetto". Altrimenti ci arrabbiamo è un legacy sequel anche nel senso che è davvero partito dalla volontà dei figli dello sceneggiatore del film originale, e quindi si tratta davvero di un'eredità trasmessa da chi la detiene.
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Vedendo un film nuovo ti viene voglia di rivedere gli altri
Quando si riprende in qualche modo un film di un tempo poi inizia un circolo virtuoso che fa tornare la voglia di vedere i vecchi film. O, per contro, sono i vecchi film che vengono a cercarci proprio nel momento in cui sta per arrivare il nuovo film. Capiamoci: la cosa non è affatto casuale. Con un grande tempismo, e coerenza, Netflix, che è tra i produttori del film, ha acquisito i diritti per trasmettere in streaming Altrimenti ci arrabbiamo e altri film del dinamico duo Bud Spencer e Terence Hill. C'è chi si chiede se la cosa sia controproducente per un film in uscita, ma la risposta è abbastanza scontata. "Per esperienza quando De Laurentis vendette i cinepanettoni alla tv, i film al cinema ebbero maggior successo" interviene Christian De Sica, che nel film è il cattivo della storia. "Non è qualcosa che va contro il film al cinema, ma fa pubblicità". E il film al cinema giova a quello in tivù, come dicevamo sopra. "Ho visto Ghostbusters: Legacy al cinema, e la sera stessa mi sono andato a rivedere gli altri due film, che peraltro vedo ogni anno" confermano gli YouNuts. "Vedendo un film nuovo ti viene voglia di rivedere gli altri, e viceversa".
Il rapporto con i personaggi originali
Come accade in queste operazioni, i nuovi personaggi sono legati ai protagonisti del passato, l'eredità è anche in questo. Carezza e Sorriso sono i figli dei personaggi di Bud Spencer e Terence Hill. Ma che rapporto hanno gli attori con i personaggi originali, e con i loro film? "Li ho visti tutti" ci risponde Edoardo Pesce. "Sono del 1979 e negli anni Ottanta li passavano tutti in tv. Non c'era lo streaming ma passavano sempre. Li conoscevo tutti: Lo chiamavano Trinità, Banana Joe, Bulldozer, Bomber, sapevo le canzoni. Ci eravamo abbastanza affezionati a queste figure. Ma non abbiamo fatto un confronto con loro. Ho cercato di mantenere un po' l'attitudine di Bud Spencer nei film, un po' orso, un po' Balù de Il libro della giungla, con quella fragilità un po' nascosta". "Quei personaggi fanno parte di un mondo fantastico, nostalgico, di ricordi, qualcosa per cui si prova un affetto" aggiunge Alessandro Roia. "Ma non mitizzazione. È qualcosa che fa parte della nostra storia, della nostra infanzia".
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Passione per il passato, film completamente nuovi
È proprio Alessandro Roia a tornare sul discorso che stiamo facendo. "Mi sembra che le tendenze di quelli che vengono chiamati remake ultimamente siano tutte molto simili" riflette proprio su questo nuovo modo di fare i remake che è il requel. "Si parte da un amore, un affetto, una passione per un film del passato, ma poi all'interno si creano film completamente diversi. Il remake è una copia semipedissequa del film originale. E questo non lo è". "Il nostro atteggiamento è stato cercare di creare questi due personaggi che non possono essere sovrapposti agli originali" continua. "È chiaro che il rimando, la genia proviene da quella ispirazione lì. Ma non possono essere sovrapposti. Ci sono dinamiche completamente diverse, ispirazioni completamente diverse rispetto ai personaggi originali. Che sono rispetto a un mondo: non un film al quale è stato fatto un remake, ma un mondo rispetto al quale è stato fatto un omaggio. È una cosa un po' più onesta da dire".
Cogliere lo spirito del film originale
Gli YouNuts, poi, non si sono limitati a mettere in scena quel mondo, ma ci hanno messo molto del loro. "Abbiamo un approccio che consiste nel citare quello con cui siamo cresciuti, non lo facciamo con uno spirito particolare" ci hanno spiegato i registi. "Quando dobbiamo fare un campo largo di un paesaggio ci viene naturale ispirarci al western. Come registi siamo cresciuti con tante commedie americane che italiane. Essendo di base una favola, uno dei più bravi a raccontare tutto questo è Spielberg, bravo a raccontare mondi fantastici e farli sembrare veri". Ma la chiave di un requel, o legacy sequel, è cogliere soprattutto lo spirito del film originale. Ed è questo che vuole fare il nuovo Altrimenti ci arrabbiamo. "C'era un ottimismo meraviglioso, anche del nostro Paese" riflette Christian De Sica a proposito di quel cinema. "E questo arriva. E credo che nel nuovo film che abbiamo fatto ci sia questa leggerezza e questo ottimismo".