Alien, tutti i film della saga e l'ordine in cui guardarli

Alien compie 40 anni: vediamo tutti i film della saga di Ridley Scott con Sigourney Weave compresi prequel e spinoff e l'ordine in cui guardarli.

Sigourney Weaver è Ripley in Alien
Sigourney Weaver è Ripley in Alien

"Nello spazio nessuno può sentirti urlare". È la frase di lancio, efficacissima, di Alien, il capolavoro di Ridley Scott che compie quarant'anni. Quando uscì fece scalpore: per la prima volta l'horror si univa alla fantascienza, e le straordinarie creature di H.R. Giger erano qualcosa di assolutamente nuovo e spaventoso. Ridley Scott, che qualche anno dopo avrebbe girato un altro capolavoro, Blade Runner, stavolta nel filone della fantascienza distopica, ha creato non solo un film perfetto, ma ha dato via a una saga longeva (otto film, tra cui tre sequel, due prequel e due spin-off) ed incredibilmente originale. Prima di tornare alla sua creatura di recente, con i prequel, Scott ha lasciato ad altri l'opportunità di continuare la sua opera.

Il risultato è stata una continua rilettura e reinvenzione molto personale dell'opera originale. Un po' come, a teatro, si rileggono ogni volta i classici, come le tragedie di Shakespeare, con nuove interpretazioni e nuove chiavi di lettura. O come se ogni film fosse il diverso movimento di una sinfonia. Vi avvisiamo che ci sono due modi di guardare tutti i film di Alien in ordine: quello cronologico secondo gli anni in cui le opere sono state realizzate, partendo quindi dal primo Alien - e avere così quel senso di attesa per la comparsa dello xenomorfo - oppure seguendo l'ordine dei fatti raccontati. Abbiamo deciso di partire da Prometheus, e non da Alien Vs Predator (ambientato ai giorni nostri, e quindi precedente a tutti) perché consideriamo quest'ultimo qualcosa di staccato dalla saga vera e propria.

#100AnniFox: un momento delle riprese sul set di Alien
#100AnniFox: un momento delle riprese sul set di Alien

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Prometheus (Ridley Scott, 2012)

Noomi Rapace è Elizabeth Shaw in un'immagine di Prometheus
Noomi Rapace è Elizabeth Shaw in un'immagine di Prometheus

L'assassino torna sempre sul luogo del delitto. Prometheus (2012) è il film con cui Ridley Scott, dopo più di trent'anni, ritorna alla saga di Alien dopo che tutti la consideravamo, per lui, un capitolo chiuso. E riprende il timone della saga scegliendo di girare un prequel, andando a ritroso, anni prima di Ripley e della nave Nostromo. Prometheus è un Alien Begins, è il tentativo di immaginare come sia venuto alla luce l'alieno che abbiamo visto improvvisamente sulla nave Nostromo. Un film spiazzante, perché molto diverso dall'Alien di Ridley Scott: tempi dilatati, ampi spazi, implicazioni filosofiche come il mistero della creazione dell'uomo e il rapporto tra uomo e macchina. Mantiene però alcuni dei topos di Alien, come, ovviamente, l'alieno che non è ancora lo xenomorfo che conosciamo tutti, ma che lo evoca e comincia a prendere forma. E come l'eroina guerriera al femminile, con Noomi Rapace che prende il testimone da Ripley ed è la protagonista della scena cult: un parto cesareo che si pratica da sola, con l'aiuto di un robot da chirurgia, non appena scopre che, dentro di sé, ha qualcosa... In un film che, a tratti, sembra girare a vuoto, è una delle scene migliori, insieme al finale. E poi c'è il David di Michael Fassbender, un androide con un'intelligenza artificiale così evoluta che lo fa diventare subdolo e pericoloso. Androidi così, finora, non ne avevamo mai visti.

Alien: Covenant (Ridley Scott, 2017)

Alien: Covenant, Katherine Waterston in una foto del film
Alien: Covenant, Katherine Waterston in una foto del film

Alien: Covenant (2017), di Ridley Scott, è allo stesso tempo un sequel (di Prometheus) e un prequel (di Alien), ma per chiudere il cerchio ci sarà un terzo film. Una nave, la Covenant, trasporta migliaia di coloni, nel solito criosonno, verso il pianeta stabilito. Anche qui c'è un messaggio che viene captato, e una deviazione verso un altro pianeta. Sembra ospitale, simile alla Terra, ma è disabitato, privo di qualunque forma di vita animale. L'equipaggio della Covenant ci troverà qualcuno: è David (Michael Fassbender), l'androide visto in Prometheus. Alien: Covenant riprova a mettere la parola "Alien" nel titolo e, per metà film, anche a ricreare le atmosfere claustrofobiche del primo Alien. La protagonista è Katherine Waterston, che raccoglie il testimone della Ripley di Sigourney Weaver, perché Alien deve avere per protagonista una donna. Anche lei a un certo punto indossa una canottiera un po' succinta, richiamando la Ripley del primo film. L'idea della nascita di Alien è intrigante, ma, in fondo, era più affascinante guardare la storia senza sapere chi fosse, e da dove venisse quella creatura, spaventati come gli equipaggi che se la trovano davanti.

Una scena di Alien
Una scena di Alien

Alien (Ridley Scott, 1979)

Sigourney Weaver in una sequenza di Alien
Sigourney Weaver in una sequenza di Alien

Il leggendario Alien (1979) di Ridley Scott, è il capostipite, l'archetipo. Un film lineare, dalla trama semplice: tornando sulla Terra dopo una missione un'astronave fa sosta su un pianeta conosciuto; gli astronauti si accorgono che qualcosa è salito sul loro cargo, il Nostromo. Il modo per farlo è particolare: fa da parassita al corpo di un essere umano. Una volta uscito e cresciuto, comincia a eliminare uno ad uno i membri dell'equipaggio. Il film è un successo ed è nuovo per vari aspetti: la presenza di un'eroina femminile, Ripley (Sigourney Weaver), coraggiosa e sexy.

La fantascienza si mescola con l'horror, e questo elemento diventa preponderante. La creatura (disegnata dal surrealista svizzero Hans Rudi Giger) crea paura prima per la sua presenza sfuggente - si vede pochissimo - poi per la sua natura carica di allusioni sessuali. Gli angusti spazi dell'astronave, lontana da tutto, nello spazio, danno al film un enorme senso di claustrofobia e la sensazione di non avere via di scampo è costante. Premio Oscar per i migliori effetti speciali. Ridley Scott aveva pensato ad un altro finale, poi bocciato dalla Fox: lo xenomorfo, dopo aver decapitato Ripley, si sistemava sulla sua postazione e mandava un messaggio alla Terra.

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Aliens - Scontro finale (James Cameron, 1986)

Aliens
Aliens: Sigourney Weaver nel film di James Cameron

Il seguito di Alien non vede più al timone Ridley Scott, ma un altro grande autore che avrebbe fatto la storia del cinema: il regista di Aliens - Scontro finale (1986) è di James Cameron. E con lui la saga continua ma diventa un altro film. Ripley e un gruppo di soldati arrivano su un pianeta dove un insediamento umano non dà più segnali di vita. Arrivati lì, non ci troveranno un alieno, ma molti, perché hanno proliferato. Cameron ribalta completamente lo stile del film: violento dove l'altro era rarefatto, carico di rumori dove l'altro era silenzioso, ambientato in uno scenario molto ampio dove l'altro era nello spazio angusto dell'astronave. Dalla fantascienza e l'horror si passa verso l'action e il war movie, con dialoghi da B Movie, esplosivo e adrenalinico. L'armatura con cui Ripley affronta l'alieno nel finale è diventata immediatamente iconica. E ci rimanda ad altre creature robotiche di Cameron, come Terminator. Mentre l'aspetto della stazione spaziale ci sembra anticipare quella di Avatar.

Aliens: Sigourney Weaver
Aliens: Sigourney Weaver

Alien 3 (David Fincher, 1992)

David Fincher sul set di Alien 3
David Fincher sul set di Alien 3

Un'altra interpretazione ancora: a dirigere Alien 3 viene chiamato un giovane regista esordiente, che viene dai videoclip... si chiama David Fincher, e diventerà un grande del cinema americano. La storia vede Ripley capitare su una colonia penale, dove sono tutti uomini e fanatici religiosi. L'alieno è ancora in vita, e stavolta sconfiggerlo sarà ancora più difficile: Ripley lo porterà nel proprio corpo. La Ripley di Sigourney Weaver cambia look, e diventa ancora più iconica: ha la testa rasata a zero, ed è sempre più combattiva. Il finale è commovente. David Fincher aveva diretto uno dei migliori video di Madonna Express Yourself, dove citava Metropolis: l'atmosfera di Alien 3 è ancora diversa da quelle degli altri film, vira verso la fantascienza distopica. È un film cupo, ossessivo ed estetizzante, l'influenza dal videoclip c'è. È un film imperfetto ma affascinante.

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Alien: La clonazione (Jean Pierre Jeunet, 1997)

Sigourney Weaver e Winona Ryder in una scena di Alien: La clonazione
Sigourney Weaver e Winona Ryder in una scena di Alien: La clonazione

Alien: La clonazione (1997) di Jean-Pierre Jeunet, cambia ancora le carte in tavola. Siamo duecento anni dopo la morte di Ripley e sulla base militare Auriga un gruppo di scienziati ricostruiscono il suo DNA e la clonano. Ripley torna in vita, ma insieme a lei ritornano anche gli alieni. Ancora una volta è una nuova Ripley quella che vediamo, potenziata e fortissima, una sorta di supereroe. A dirigere c'è Jean-Pierre Jeunet - che aveva avuto successo con Delicatessen, e girerà Il favoloso mondo di Amélie - con la fotografia di Darius Khondji. È un film barocco e grottesco, lontanissimo dall'originale. Winona Ryder interpreta Call, una ginoide che diventa alleata di Ripley. Si parla anche di bioetica e di maternità.

Alien Vs. Predator (Paul W.S. Anderson, 2004)

Una scena di Alien Vs. Predator
Una scena di Alien Vs. Predator

Con Alien Vs. Predator (2004) di Paul W.S. Anderson la saga lascia definitivamente ogni ambizione d'autore, ogni riflessione, quella sua atmosfera claustrofobica e paranoica per andare verso il B movie o il videogame senza alcuna ambizione. Alien Vs Predator è un doppio spin-off che mette insieme due famosi franchise della Fox: abbiamo due alieni spietati e vediamo cosa succede a farli combattere fra loro. Una spedizione che si reca in Antartide per esplorare una piramide sepolta nel ghiaccio scopre che, da duemila anni, i Predator ingaggiano delle cacce all'alieno. Alien e Predator si erano già sfidati nei fumetti e nei videogame, ora è il turno del cinema. C'è anche Raoul Bova. In teoria è ambientato ai giorni nostri, quindi precedente agli altri film, ambientati nel futuro: ma, essendo una storia completamente separata dalle altre, il nostro consiglio è di vederla comunque dopo che sono stati visti gli altri film, come prodotto a se stante. Iniziare a vedere la saga da un film così poco rappresentativo sarebbe un peccato.

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Aliens Vs. Predator 2 (Colin e Greg Strause)

Victoria Bidewell in una scena inquietante di Alien vs. Predator 2
Victoria Bidewell in una scena inquietante di Alien vs. Predator 2

Con Aliens vs. Predator 2 la saga vira ancora di più verso il B Movie, in particolare verso l'horror anni Ottanta. Lo scontro si svolge in America, in una classica piccola città di provincia. Siamo in Colorado, dove atterra una nave spaziale. Gli Alien riescono a uccidere tutti i Predator tranne uno, che dovrà combattere in "inferiorità numerica". Mentre la gente della cittadina, sconvolta e impaurita, dovrà cercare di unirsi per salvare la propria pelle. Nella saga fa il suo debutto la nuova creatura: il Predalien. Non si tratta di un essere ibrido tra Alien e Predator, ma di un Alien che è stato incubato in un Predator, e ha preso alcune caratteristiche del corpo "ospite": è Alien all'80% e Predator al 20%. Anche questo film è ambientato ai giorni nostri e in teoria precede gli altri, ma non fa parte della continuità della saga, e ne consigliamo una visione a parte.