Il 31 dicembre scorso, a mezzanotte, abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo. Un momento catartico quanto simbolico, perché in definitiva sappiamo tutti che l'emergenza non è finita d'incanto la mattina del 1 gennaio, né lo sarà nelle prossime settimane e forse nemmeno nei prossimi mesi, a dispetto del vaccino ormai arrivato e in via di somministrazione. Ci vorrà tempo, ci vorrà pazienza, ci vorrà resilienza (un termine diventato di moda negli ultimi anni), ma è a questo futuro che bisogna guardare, per trovare la forza di continuare il cammino e la lucidità per trovare la via per la rinascita.
Per questo abbiamo preferito limitare le nostre analisi a quel che è stato e volgere lo sguardo sin da subito al presente e a questo futuro, per metterlo a fuoco e gestirlo. Per questo abbiamo scelto di lasciarci alle spalle l'anno appena finito, terribile e mutilato, senza celebrarlo ulteriormente con le nostre consuete classifiche e il nostro tradizionale premio. Tornerà il tempo per tutto questo. Quello che ci sentiamo di fare ora è una rapida riflessione su quel che è stato nel 2020, come trampolino di lancio per quello che sarà e cosa aspettarci dal 2021, tra film e serie tv.
Ottimi film, ma tante grandi assenze
I cinema sono chiusi. Lo sono stati per una fetta troppo grande dell'anno appena concluso, non si sa per quanto altro tempo lo saranno. Ma il Cinema non si è fermato e qualcosa di buono ce l'ha regalato nel corso dell'ultimo anno, come abbiamo spiegato nel nostro articolo sui film più significativi del 2020. Ottimi titoli nostrani come Favolacce dei fratelli D'Innocenzo, sorprese come I predatori di Pietro Castellitto, conferme di successo come Tolo Tolo di Checco Zalone, che con la consapevolezza di oggi è stato l'ancora di salvezza, l'ultimo grande guizzo commerciale, di un settore che si apprestava alla chiusura.
Punta di un iceberg che è rimasta ancora in gran parte sommersa, perché mancano all'appello Carlo Verdone e Nanni Moretti, entrambi pronti da mesi e in attesa del momento buono per venire allo scoperto. Mancano soprattutto Freaks Out e Diabolik, previsti per le feste che stanno terminando e negatici dalla seconda ondata autunnale. Un tesoretto di titoli a cui guardare con speranza e attesa, affidandoci a loro affinché diventino simboli di una ripartenza che ci dovrà essere.
Diabolik dei Manetti Bros.: l'uscita al cinema spostata al 2021
Endgame, di nome e (per ora) di fatto
Se sul fronte autoriale i titoli non sono mancati, sia a livello nazionale che internazionale (pensiamo a Mank, per esempio, o Sto pensando di finirla qui), il grande assente del 2020 è stato il cinema dall'anima più commerciale. Al netto di Tenet, unico sussulto di fine estate dalle nostre parti, tutto il resto è rimasto a guardare. L'aveva capito per tempo James Bond, da vecchia volpe qual è, rinviando l'uscita di No Time to Die dallo scorso aprile all'autunno (e poi ancora ad aprile e, presumibilmente, ulteriormente): in quella situazione non si poteva uscire. Black Widow rimandato con conseguente ricaduta sui titoli Marvel successivi; Dune altrettanto insieme a molti altri titoli Warner; Jurassic World rallentato nella produzione e rinviato all'estate 2022. La certezza è che di film attesi per il 2021 ne abbiamo tanti e che almeno una parte di essi la vedremo... in qualche modo.
Perché Tenet è stato il film più importante del 2020
La conferma seriale
Per fortuna abbiamo avuto le serie TV, come evidenziato nel nostro articolo sulle produzioni seriali più significative del 2020, e continueremo ad averne, perché se il 2020 ci ha regalato la prima serie di Luca Guadagnino e Romulus, il futuro ci riserva Gomorra 5 e il primo lavoro seriale dei fratelli D'Innocenzo; se abbiamo avuto L'amica geniale 2, avremo Vita da Carlo realizzata da Verdone per Prime Video; se nel 2020 l'ha fatta da padrone Star Wars con due stagioni di The Mandalorian (a causa dell'arrivo in ritardo di Disney+ rispetto al lancio USA), il 2021 sarà l'anno di Marvel a cominciare da WandaVision il 15 gennaio, Falcon e Winter Soldier a marzo, Loki ad aprile.
Senza considerare la solita sicurezza di HBO, da Succession 3 a The Mare of Easttown e The Nevers, ormai orfana di Joss Whedon, ma pur sempre attesissima; il lavoro interessante sugli Sky Original, da Anna a A casa tutti bene di Muccino; o Netflix, da cui ci aspettiamo Stranger Things 4, The Witcher 2, ma anche tante sorprese come è stata La regina degli scacchi; o ancora Amazon Prime Video con The Boys 3 e i titoli che ci accompagneranno fino all'evento Il Signore degli Anelli.
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Streaming, ultima frontiera
È infatti lo streaming a esser stato salvezza e pomo della discordia del 2020 e sarà ancora protagonista in futuro. Salvezza per un popolo rinchiuso, che ha definitivamente scoperto la comodità di cataloghi vari ed enormi e di contenuti a portata di telecomando; nemico per un mondo dello spettacolo ancora non pronto a sfruttarlo quanto necessario per sopperire alla grave e dolorosa assenza delle sale. Ne è esempio la polemica su Soul, apertura di Roma 2020 e in streaming su Disney+ a Natale, così come il discusso annuncio di Warner sull'uscita in parallelo tra sala e HBO Max di tutto il listino 2021. Una rivoluzione, e relativa battaglia, partita lo scorso aprile da Universal con Trolls World Tour e destinata a durare a lungo tra tira e molla, finestre da ridiscutere e soluzioni da trovare. Insieme.
Che piaccia o meno, il futuro è lì, in quel flusso infinito di 0 e 1 che passa sulle nostre linee telefoniche, vicino e accessibile ma pericoloso per un settore che ha e avrà ancora bisogno del buio accogliente di una sala cinematografica, ingrediente fondamentale di quella incredibile magia che si chiama cinema.