Oggi è difficile crederci, ma dieci anni fa il Marvel Cinematic Universe era ancora soprattutto un sogno del produttore Kevin Feige, e l'idea di realizzare un film come The Avengers aveva un che di utopistico. Fu necessario aspettare il 2008, e l'uscita di Iron Man, per rendersi conto che il folle progetto di Feige e della Casa delle Idee aveva il potenziale giusto per diventare un franchise di successo al livello delle saghe cinematografiche di Spider-Man o degli X-Men. Oggi quello che i fan e i realizzatori chiamano MCU è un brand onnipresente, tra cinema (dodici lungometraggi finora), televisione (Agents of S.H.I.E.L.D. e Agent Carter) e Netflix (Daredevil, Jessica Jones ed altre serie in arrivo). Un successo più che meritato, frutto di anni di lavoro e fatica, come vedremo nei paragrafi che seguono.
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1. Nessuno lo vuole
Prima di diventare il protagonista del primo film prodotto in proprio dalla Marvel, Iron Man è stato oggetto di svariati tentativi di adattamento da parte di vari studios: nel 1990, i diritti del personaggio furono acquistati dalla Universal, che poi li cedette alla 20th Century Fox nel 1996 (per la parte di Tony Stark furono considerati, in quel periodo, sia Nicolas Cage che Tom Cruise, mentre per la regia si fece il nome di Quentin Tarantino). Nel 1999, l'eroe in armatura finì in mano alla New Line, e ci rimase fino al 2006, prima di tornare a casa. Da notare che durante la gestione di New Line si pensò di affidare la regia del film a un certo Joss Whedon...
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2. Downey Jr.? Giammai!
Oggi è quasi impossibile immaginare un Tony Stark cinematografico più perfetto di quello interpretato da Robert Downey Jr. (e c'è già una sana dose di apprensione da parte dei fan per quando sarà necessario sostituirlo), ma all'inizio fu proprio la Marvel a non volerne sapere, e non interamente a torto. Sebbene, infatti, l'attore fosse la scelta ideale per la parte di Stark a causa della sua vita privata, quello stesso elemento era problematico a livello finanziario, dato che era difficile trovare qualcuno disposto a pagare la polizza assicurativa per un ex-detenuto con un passato da tossicodipendente. Per fortuna, Jon Favreau riuscì a convincere la Marvel a far sostenere un provino a Downey Jr., e così si poté iniziare a costruire il Marvel Cinematic Universe.
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3. Improvvisare fa bene
Per il primo Iron Man, Favreau scelse di girare senza una sceneggiatura completa, preferendo seguire l'esempio di Robert Altman e quindi affidare i dialoghi agli istinti degli attori. Questo approccio creò qualche problema a Jeff Bridges, non abituato a metodi simili, ma fu anche la fonte di una bella sorpresa per Clark Gregg, l'interprete di Phil Coulson. In sede di casting, infatti, l'attore era stato scritturato per la parte di un semplice agente governativo, completamente anonimo (Gregg fu scelto per via di un ruolo simile in West Wing), e solo durante le riprese scoprì che Coulson lavorava per lo S.H.I.E.L.D., l'organizzazione spionistica principale dell'universo Marvel. Da grande fan dei fumetti, la sua reazione fu estremamente positiva.
4. Next time, baby!
Prima di diventare James Rhodes/War Machine in Iron Man 2, Don Cheadle era stato preso in considerazione già per il primo film, ma dovette rinunciare per via di altri impegni, e così la parte fu assegnata a Terrence Howard (il quale poi abbandonò il franchise per una disputa contrattuale). Una cosa simile è capitata a Zachary Levi, che avrebbe dovuto interpretare Fandral in Thor ma era impegnato sul set di Chuck, e poi si ritrovò a sostituire Josh Dallas quando C'era una volta gli impedì di partecipare a Thor: The Dark World. Infine, Louis Leterrier ha dichiarato in un'intervista che fu la Marvel ad insistere affinché il protagonista de L'incredibile Hulk fosse Edward Norton, nonostante il regista avesse un'altra preferenza: un tale Mark Ruffalo...
5. Diritti "universali"
Fino al 2011, con l'uscita di Captain America: il primo vendicatore, i diritti di distribuzione dei film della Marvel Studios erano in mano alla Paramount, per poi passare alla Disney, proprietaria attuale della Casa delle Idee. Fa eccezione L'incredibile Hulk, i cui diritti di sfruttamento appartengono tuttora alla Universal, storicamente legata alle trasposizioni sullo schermo delle avventure del Golia verde sin dalla messa in onda della serie TV interpretata da Lou Ferrigno. Questo sarebbe anche uno dei motivi per cui la Marvel non ha ancora prodotto un nuovo film di cui Hulk è protagonista assoluto: facendolo apparire come comprimario in lungometraggi incentrati su altri eroi (Thor: Ragnarok) o come membro del gruppo in The Avengers, non c'è bisogno di dividere i guadagni con la Universal...
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6. Passato o presente?
Sebbene l'intero MCU sia stata una sfida da superare a livello produttivo, soprattutto per via del scetticismo riguardo le possibilità commerciali dei vari eroi, gli ostacoli più grandi nella Fase Uno sono stati Thor e Captain America: Il primo vendicatore. Da un lato un eroe ispirato alla mitologia scandinava, che nei fumetti si esprime con un linguaggio antiquato che non dispiacerebbe a Gualtiero Cannarsi (il curatore del doppiaggio italiano dei film della Ghibli, N.d.R.), dall'altro un simbolo idealista la cui mentalità è inevitabilmente di altri tempi. Ragion per cui, in fase di pre-produzione, fu proposto che Thor fosse ambientato nel Medioevo e venduto come la versione Marvel de Il signore degli anelli (o, come disse Matthew Vaughn quando doveva dirigerlo lui, "Il gladiatore su Asgard"), e che l'origine di Captain America occupasse uno spazio minimo nel lungometraggio a lui dedicato.
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7. Questioni di continuity
Stando a Ray Stevenson, che interpreta il guerriero asgardiano Volstagg, la Marvel inizialmente aveva una regola interna, in base alla quale non sarebbero stati assunti attori precedentemente coinvolti in film tratti da fumetti della Casa delle Idee e realizzati da altri. Lo stesso Stevenson rischiava quindi di essere scartato, essendo stato il Punitore in Punisher - Zona di guerra, ma Kenneth Branagh insistette per renderlo un membro della nuova famiglia Marvel. Questo ha portato anche all'assunzione di Chris Evans, già Torcia Umana ne I fantastici quattro, per il ruolo di Steve Rogers, e Wesley Snipes sostiene di essere stato in contatto con lo studio per interpretare nuovamente Blade. Per non parlare di J.K. Simmons, che ha più volte ribadito di voler continuare ad essere J. Jonah Jameson, anche se il suo attuale coinvolgimento nei film della DC Comics potrebbe essere un ostacolo...
8. Chris Pratt? Giammai!
Considerata l'importanza di Tony Stark nei film "terrestri" del MCU, potete immaginare quanto sia stata importante la ricerca del suo corrispettivo per la parte cosmica del franchise, inaugurata da Guardiani della Galassia. Difatti, stando al regista James Gunn, trovare l'interprete giusto per il ruolo di Peter Quill, alias Star-Lord, non è stato per niente facile, ed è colpa dello stesso Gunn se abbiamo rischiato di non vedere Chris Pratt nei panni di Quill. Il cineasta avrebbe infatti reagito alla proposta con una sana dose di scetticismo, poiché per lui Pratt era semplicemente "il ciccione di Parks and Recreation", e non volle neanche incontrarlo. La responsabile del casting riuscì a fargli cambiare idea, e non gli ci volle molto per ricredersi sulle doti recitative dell'attore (come dice Gunn in un'intervista, "Ha iniziato a recitare le battute e nel giro di venti secondi ho capito che era la persona giusta.").
9. Doti profetiche
Nel 2010 era ancora lecito dubitare del possibile ritorno all'ovile dei vari personaggi i cui diritti erano (e in molti casi sono ancora) in mano alla Sony o alla Fox. Eppure sembra che Joe Quesada, uno dei pesi massimi della Marvel, non abbia mai avuto dubbi al riguardo, almeno per quanto concerne Daredevil. Egli avrebbe infatti telefonato a Jeph Loeb, responsabile delle produzioni televisive, per dirgli che aveva trovato il candidato ideale per interpretare Matt Murdock sul piccolo schermo: Charlie Cox, all'epoca uno dei comprimari di Boardwalk Empire - L'impero del crimine. Loeb spiegò a Quesada che prima sarebbe stato necessario riavere i diritti dalla Fox e poi assicurarsi che non ci fossero in ballo piani per il grande schermo, ma la fiducia dell'ex-disegnatore delle avventure dell'Uomo senza paura è stata ampiamente ripagata, considerando che Daredevil è uno dei motivi migliori per abbonarsi a Netflix.
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10. Grazie, Edgar
Durante il lungo periodo nel quale ha lavorato ad Ant-Man, Edgar Wright ha anche contribuito ad una delle tradizioni più note della Marvel, vale a dire la scena post-credits. Ecco cos'è accaduto, stando allo stesso Wright in un articolo da lui scritto sulla rivista inglese Empire nella primavera del 2014, dove il tema era l'esperienza cinematografica: nel 2008, durante uno dei tanti incontri con Feige e soci per parlare di Ant-Man, il regista de L'Alba dei morti dementi - Shaun of the Dead ha avuto l'occasione di vedere un montaggio provvisorio di Iron Man, dove era già presente il cameo di Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury (che fu rimosso dalle copie mostrate alla stampa). Nella versione visionata da Wright, questa sequenza era collocata subito dopo la parte principale dei titoli di coda (la sequenza animata, che precede le scritte che scorrono in verticale). Dopo la proiezione, sarebbe stato lui a consigliare a Jon Favreau di spostare il cameo alla fine dei credits, e così è nato il trend dei teaser finali che richiedono cinque minuti d'attesa in sala, per la gioia dei fan della Marvel.
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