Justice League, Zack Snyder sulla campagna virale: "Temevo che Warner Bros. mi facesse causa per zittirmi"

Zack Snyder confessa di aver temuto ripercussioni o azioni legali da parte di Warner Bros. dopo il lancio della campagna virale #ReleasetheSnyderCut.

Zack Snyder temeva che Warner Bros lo avrebbe denunciato per zittirlo dopo che la campagna virale per l'uscita dello Snyder Cut ha preso piede sui social media.

Justice League Zack Snyder Cut 1
Zack Snyder's Justice League: una scena

Zack Snyder ha rinunciato alla regia di Justice League dopo essere stato colpito da un grave lutto familiare nel 2017. Il regista è stato sostituito da Joss Whedon che ha stravolto il progetto realizzando un film che si è rivelato un flop. Così i fan hanno lanciato una campagna virale, #ReleasetheSnyderCut, a cui si sono unite le star del film facendo cedere Warner che ha assegnato a Snyder un budget di 70 milioni per ultimare la sua versione del film, della durata di 4 ore, uscita su HBO Max.

Ripensando alla campagna #ReleaseTheSnyderCut, Zack Snyder ha confessato al Sunday Times di aver temuto ritorsioni da parte dello studio:

"Ero preoccupato che lo studio mi avrebbe denunciato per zittirmi."

Dopo alcune controversie, Zack Snyder è riuscito a spuntarla e a mostrare ai fan la sua versione di Justice League grazie al loro supporto incondizionato e insistente:

"Ecco la realtà. Il mio fandom ha raccolto $750.000 per la prevenzione del suicidio e la consapevolezza della salute mentale. Hanno salvato vite. Questo è un fatto. Ma d'altra parte, è stato divertente provocarli? Sì. Ed erano un bersaglio facile. Ma continuano a raccogliere fondi. Non ci sono molte comunità di fan il cui obiettivo principale, oltre a vedere il lavoro di un regista che gli piace, è sensibilizzare alla salute mentale e alla prevenzione del suicidio. Per me è un po' difficile essere arrabbiato con loro."

Zack Snyder's Justice League: 10 cose che potreste non aver notato

Adesso che Zack Snyder's Justice League è disponibile per la visione, Snyder commenta:

"È ironico che il film parlasse già del dolore. Non ho mai visto la versione uscita al cinema quindi non so esattamente cosa abbiano fatto, ma i parallelismi in relazione al dolore, alla famiglia e alla guarigione, francamente, erano già presenti. Poi, ovviamente, le cose si evolvono. Per me, che si tratti di un regista, uno scultore, uno scrittore, un falegname, un giardiniere, credo che se guardi dentro te stesso la tua mitologia personale si riflette nelle cose che fai. Io faccio film. Se fossi stato un vasaio o un creatore di stecche da biliardo o asce, avrei espresso il mio dolore attraverso quello. L'importante è riuscire a trasmetterlo".