François Truffaut incontrò Alfred Hitchcock per la prima volta nel '54, quando era ancora solo critico ai Cahiers du cinéma. Otto anni dopo, nel 1962, gli scrisse una lettera alla quale il regista britannico non poté che rispondere con un sì: "Da quando anch'io sono diventato regista, la mia ammirazione per Lei non è diminuita; al contrario, è diventata più forte. Ci sono molti registi che amano il cinema, ma ciò che Lei possiede è un amore proprio per la celluloide, ed è per questo che vorrei parlarle. Vorrei che Lei mi dedicasse un'intervista registrata della durata di circa 8 giorni e 30 ore. Lo scopo finale poi non sarebbe una serie di articoli ma un intero libro che verrà pubblicato in seguito contemporaneamente a New York e a Parigi, e poi, più in là, nel resto del mondo".
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Dalle conversazioni tra i due nacque il volume François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, che aveva l'obiettivo di restituire a Hitchcock la giusta dignità di grande regista, visto che negli Stati Uniti Hitchcock era considerato un semplice "intrattenitore".
Oggi, venerdì 2 giugno alle 21.15 va in onda in prima visione assoluta su Sky Arte HD (120 e 400 di Sky) il documentario Hitchcock/Truffaut diretto da Kent Jones (direttore del New York Film Festival, direttore artistico della Fondazione World Cinema e stretto collaboratore di Martin Scorsese) che ricostruisce la storia di questa iniziativa editoriale, ma soprattutto racconta l'amicizia ventennale tra i due con materiale d'epoca, spezzoni di lungometraggi, registrazione originali dell'intervista, fotografie scattate per l'occasione da Philippe Halsman, brani delle lettere che i due si inviarono per molto tempo e che contenevano spesso idee per film e sceneggiature sulle quali si scambiavano pareri.
Kent ha raccolto per il documentario le riflessioni di dieci grandi registi di ieri e oggi: Martin Scorsese, David Fincher, Arnaud Desplechin, Kiyoshi Kurosawa, Wes Anderson, James Gray, Olivier Assayas, Richard Linklater, Peter Bogdanovich e Paul Schrader. Un film imperdibile per chi ha amato il volume che viene ancora definito la Bibbia del cinema.