Un perfetto film di Natale, questo emerge dalle opinioni della redazione di Movieplayer.it su Wonka, il titolo Warner che ci racconta quel protagonista già visto interpretare in passato da Gene Wilder e Johnny Depp in una versione più giovane, ottimista, sognatrice. E non è un caso se in casa Warner non hanno mai pensato di rimandare l'uscita del film di Paul King anche quando lo sciopero degli attori rendeva impossibile avere la sua star Timothée Chalamet in fase di promozione, laddove si è fatto con un altro film che lo vede protagonista, Dune: Parte 2. Lo confermano anche gli incassi dei primi giorni di programmazione italiana, che hanno portato nelle casse di Warner e il suo Wonka già quasi un milione di euro, destinati a crescere ampiamente nel corso delle festività.
Perché il film è buono, piace e intrattiene, perfetta favola per il periodo natalizio che non si limita all'ottima interpretazione del suo protagonista, ma vive di ritmo, colori e buoni sentimenti, numeri musicali e canzoni, con il valore aggiunto di un impagabile Hugh Grant nel ruolo di Umpa Lumpa. Insomma un successo annunciato che vanta anche tanta qualità, come potrete evincere dai pareri che seguono, che saranno integrati da altri man mano che tutti i nostri redattori avranno modo di vedere il film.
La recensione di Valentina Ariete
[...] È vero: Gene Wilder, nel primo film tratto da La fabbrica di cioccolato, uscito nel 1971, è un Willy Wonka fantastico. Sarcastico, allucinato e allucinogeno. Magnifico. Johnny Depp ha raccolto il suo bastone, e il cilindro, grazie a Tim Burton, che, nel 2005, ha realizzato la sua versione di Wonka: un eterno bambino nel corpo di un adulto eccentrico. Due prove rimaste nella memoria collettiva. Quello di Chalamet è un personaggio ulteriormente diverso: non ancora chiuso nel suo genio e abituato all'eccesso, questo è un sognatore ai primi passi, molto più dolce e puro. Grazie a Paul King scopriamo qualcosa in più su di lui: la passione per il cioccolato viene da sua madre (interpretata da Sally Hawkins), che gli ha lasciato in eredità ricette, buoni sentimenti e frasi come: "Tutte le cose belle a questo mondo sono cominciate con un sogno". [...]
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Le opinioni della redazione
Una favola musical anti-capitalista
Quella di Wonka è una fiaba anti-capitalista dove l'analogia favolesca di Paul King fa spettacolo e morale. È il sistema ad essere corrotto alla radice, dall'istituzione religiosa alla "pancia gonfia" delle forze dell'ordine: peccaminosi i primi, ingordi i secondi. Ed è il potere del cioccolato di chi sta al comando a tenerli sotto scacco, che per loro può essere denaro, controllo, droga e tentazione. Willy Wonka è la loro nemesi, invece: una colorata ed esuberante anarchia, senza casa, senza ordine, senza legge. Ha solo un "cappello pieno di sogni e speranze" e un'expertise non indifferente guadagnata girando il mondo e vivendolo senza tentare di dominarlo o conquistarlo. È libero, Wonka, così come lo sono le sue creazioni anti-sistema che permettono ad esempio ai dei cittadini "con i piedi per terra" di librarsi in aria e godere dei piaceri più scanzonati e bambineschi forse dimenticati. E per lui il cioccolato è questo: libertà, desiderio, possibilità, speranza e condivisione. Paul King decostruisce il folle cioccolatiere di Roald Dahl mettendo insieme i tanti elementi del libro e dei film, sovvertendoli, citandoli, creando sinergie e contrasti (come guida istrionica e come figlio "tormentato") e mettendo in scena un musical carnevalesco e inventivo che intrattiene e si fa voler bene per la sua intera durata, anche grazie a un eccellente, carismatico e divertito Timothée Chalamet in una delle sue migliori performance (dovrebbe fare molti più ruoli così). Peccato per il doppiaggio delle canzoni.
Voto: ☆☆☆ ½
Un film di pura immaginazione
Tra canto, ballo e tanti splendidi colori, c'è un elemento che caratterizza Wonka più di ogni altra cosa: la fantasia, la creatività, quell'immaginazione che lo stesso protagonista canta in "Un mondo di pura immaginazione" e che è capace di sovvertire l'ordine costituito. C'è tanto calore emotivo, creativo e, perché no, sovversivo nel nuovo film di Paul King che ci porta ad assistere alla gioventù di quel personaggio reso iconico da Gene Wilder e confermato anni dopo da Johnny Depp. C'è quell'atmosfera perfetta per il periodo in cui è arrivato nelle sale, che può renderlo uno dei principali film da vedere questo Natale al cinema. Se Chalamet si rivela un perfetto Wonka giovane, diverso dai suoi predecessori ma coerente con il loro percorso, nemmeno il regista si limita a fare il compitino, regalandoci molte sequenze che catturano l'occhio e il cuore. Ci si diverte, ci si emoziona, coinvolti da un cammino di ottimismo e buoni propositi che vanta anche un ulteriore prezioso valore aggiunto: l'Umpa Lumpa di Hugh Grant, che completa un cast costruito con intelligenza e che porta su schermo un manipolo di personaggi diversificato ma coeso e funzionale a un progetto costruito con criterio.
Voto: ☆☆☆ ½
Timothée Chalamet è un Willy Wonka troppo dolce
Nel nome del padre. Era così che viveva la sua vita Willy Wonka nella versione originale del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, del 1971, e anche e soprattutto in quella di Tim Burton del 2006, La fabbrica di cioccolato. Wonka, il nuovo film dedicato al celebre personaggio inventato da Roald Dahl, prima di tutto cambia la storia. Tutta la backstory di Willy Wonka è infatti legata al rapporto con la madre, un'umile ragazza dell'Europa dell'est che gli insegna tutti i trucchi e le magie del cioccolato. Legare Willy Wonka alla madre invece che al padre cambia tutto. Ricordate il freddo e autoritario dentista che costringeva il piccolo Willy a portare complessi apparecchi ortodontici e a non mangiare dolci? Quel padre aveva segnato tutta la vita di Wonka, la sua misantropia, quel suo vivere in qualche modo staccato dal mondo. Il suo andare controcorrente, diventare anticonformista, non fare nulla per piacere a tutti (e quindi essere l'alter ego di Tim Burton, nel caso della sua versione) veniva tutto da quel rapporto. Il Willy Wonka di Timothée Chalamet, invece, è un giovane tenero e appassionato, un candido, un puro, ancora innamorato della madre che lo ha dovuto lasciare troppo presto a causa di una malattia. Willy porta con sé una tavoletta di cioccolato che gli ha regalato lei. E tutto quello che fa lo fa per lei, per ricreare quella magia, la dolcezza del loro rapporto. Con la speranza che ricreare quel cioccolato porterà, letteralmente, la sua mamma da lui. È chiaro che, con queste premesse, il Willy Wonka che vediamo qui è tutt'altro da quello che avevamo visto negli altri film: un bravo ragazzo appassionato ed empatico. Wonka è il classico film di Natale, il film per famiglie, il film per tutti, edificante e positivo. Però quel Willy Wonka scorretto che, seppur per finta, faceva fuori i bambini antipatici e boriosi, un po' ci manca.
Voto: ☆☆☆
100 sfumature di Wonka
"Wonka" non è solo Willy, "Wonka" è il marchio. "Wonka" è l'idea dietro la cioccolata, la visione della persona eccezionale in grado di soppiantare i vecchi tromboni che si spartiscono il mondo, schifano i poveri e se ne fregano delle istituzioni. La tipica storia di formazione di un outsider di King, che guardano il mondo con un'ingenuità così sincera da essere rivoluzionaria, raccontata attraverso un musical per grandi e piccini, elegantissimo e con le caratteristiche per essere sia classico che contemporaneo. Quest'ultimo aspetto viene incoraggiato da una scrittura "collettivista", da cui beneficiano tutti gli attori (soprattutto il protagonista, molto più in parte qui che in altri ruoli) e con la quale si tenta di rileggere l'attualità da cattivo capitalismo ribaltando l'idea dell'individualismo fine a stesso, premiando fantasia e condivisione. Una nuova pellicola che prende proprietà intellettuali (in questo caso di fantasia) per metterle al centro di un racconto audiovisivo.
Voto: ☆☆☆ ½
Wonka: preparate una scorta di cioccolato
Si sa, a Natale si mangia sempre e tanto: tra pranzi in famiglia e dolci non c'è mai respiro e questo Wonka non aiuta certo a rimanere leggeri. Il film con Timothée Chalamet vi farà, infatti, venire una gran voglia di cioccolato: raccontando la origin story del celebre mago e cioccolatiere, interpretato da Gene Wilder negli anni settanta prima e da un più cupo Johnny Depp poi, propone allo spettatore una fiaba natalizia in piena regola, divertente e ben riuscita. Wonka vi immergerà in una storia dove comicità e buoni sentimenti sono presenti in dosaggio perfetto, una buona scrittura insomma coadiuvata dalle ottime interpretazioni, volutamente e necessariamente sopra le righe, dell'ottimo cast presente. Chalamet è una rivelazione anche per quanto riguarda i momenti musical, la sua interpretazione è stravagante e precisa, in piena armonia con quella degli altri attori, inclusa quella di Hugh Grant e del suo eccentrico Umpa Lumpa. La parte meno riuscita, infatti, è proprio il doppiaggio che arranca sulle canzoni quanto nei momenti dove i toni si alzano.
Voto: ☆☆☆ ½
Il cioccolato dei sogni
Proprio come il palazzo edibile del Principe Pondicherry, i cuori degli spettatori si scioglieranno come cioccolato al sole con il nuovo racconto cinematografico che porta ancora una volta sul grande schermo uno dei personaggi più iconici nati dalla fantasia di Roald Dahl: Willy Wonka. Nella versione di Paul King, interpretata con talento e brio da Timothée Chalamet, il celebre cioccolatiere capace di realizzare i sogni del piccolo Charlie è a sua volta un giovane sognatore, tanto ingenuo quanto brillante, tanto candido quanto appassionato, caratterizzato da una "follia" ancora intrisa d'innocenza e priva di malizia; tutti elementi necessari per costruire un mondo a misura proprio di sognatori. E poco importa se questo mondo, a noi cinico pubblico, può sembrare un'utopia; poco importa se non crediamo quasi più nei lieto fine; perché una volta entrati in sala, basteranno piccoli, nostalgici dettagli come l'attacco di Pure Imagination o un ometto arancione dai capelli verdi che intona le familiari note di un accattivante motivetto (Oompa-Loompa Deee Dooo...) per riportarci in un mondo che in realtà già conoscevamo, ma che, con il tempo, abbiamo forse dimenticato. E, ancor prima di allora, basteranno pochi minuti per farci contagiare dall'entusiasmo del giovane Willy che, pur senza una sovrana nel cappello, non si abbatte dinnanzi alle avversità, e si concede di continuare a fantasticare... Anche se per questo, ci dicono in una sequenza iniziale inaspettatamente realistica a livello concettuale, c'è una multa da pagare! Per fortuna che in Wonka, alla fine, siamo in un mondo fatto di sogni e cioccolato che non ci toglie mai la voglia e la forza di tornare a sperare.
Voto: ☆☆☆☆
Un Willy poco Wonka
Il film si chiama Wonka, ma Paul King è interessato a Willy. Reduce dal successo (più che meritato) dei due film dedicati all'orsetto Paddington, il regista statunitense porta in scena un prequel originale dedicato al pasticcere più famoso dell'immaginario collettivo. Lo fa aggiungendo benzina sul fuoco, pardon, zucchero sul cioccolato. Con il suo stile fiabesco, accomodante e immaginifico, racconta le gesta di un Wonka giovane e molto lontano dalle caratteristiche più ciniche e scontrose delle versioni conosciute nel romanzo e nei film da esso tratti. Non mancano la magia, i colori, le musiche e i buoni sentimenti, anche se da King forse ci saremmo potuti aspettare qualcosa di più.
Voto: ☆☆☆
Wonka e la favola di Natale più cioccolatosa che c'è
Paul King, il regista dei due Paddington, riesce a fare il miracolo e proporre la favola delle festività per grandi e piccini perfetta per Natale 2023. Cambia l'origin story del cioccolataio più famoso della letteratura e del cinema, rendendolo meno cattivello e più sognatore (ma d'altronde siamo appunto alle sue origini). Ma non è necessariamente un male, perché permette di parlare di soprusi, diversità a tempo di musica (le canzoni imbastite per l'occasione hanno un buon ritmo) e anche di capitalismo e consumismo con una piccola grande genialata (il Cartello del Cioccolato). Timothée Chalamet riesce ad incarnare perfettamente lo spirito della pellicola e di Willy Wonka, regalando un'interpretazione mai macchiettistica e che è equiparabile a quella, indimenticabile, del compianto Gene Wilder. Le scenografie e i costumi fanno il resto, permettendo allo spettatore di immergersi completamente nel mondo fantastico di Roald Dahl e di uscirne con una voglia impellente di cioccolato.
Voto: ☆☆☆☆