Sono del 1993, sono romano e sono laureato in psicologia. Cito queste cose perché sono quelle con le quali faccio più fatica a rapportarmi. L’altra è il cinema, probabilmente questo è il motivo per cui me ne occupo. Me ne occupo precisamente dal finire del 2016, quindi vivendo uno dei periodi più scellerati della critica italiana, sempre da freelance, alternando esperienze tra varie testate e dividendomi tra tutti i media dell’uomo moderno, nel mezzo occasionalmente aiuto a organizzare rassegne e faccio da giurato. Da qualche tempo ho trovato casa su Movieplayer, dove mi lancio principalmente in riflessioni e approfondimenti che rispecchiano la mia incapacità ad uscire da questa relazione tossica, seguono interviste e recensioni. La speranza è sempre che tutto ciò sia utile a chi legge. Quello che scrivo il più delle volte inizia abbastanza bene, ma dopo un po’ si inizia a perdere, le cose buone di solito stanno là. Un’operazione faticosissima di cui spero di non stancarmi mai.
News e articoli
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Reservatet - La riserva, recensione: un classico thriller nordeuropeo per parlare della violenza di genere
Tolto il discorso sulla violenza come componente genetico, la serie è poco più che una variazione sul genere incapace di trovare un vero sussulto a livello di trama e di approccio al tema. Su Netflix.
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Per sempre, recensione: un racconto efficace per una love story che “conta davvero”
La serie adatta il romanzo omonimo del 1975 conservandone lo spirito maturo e sagace per creare una storia d'amore contemporanea in grado di mischiare tratti universali e specifici con grande sapienza. Seppur con qualche neo, un titolo ottimo per gli amanti del genere. Su Netflix.
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Il quadro rubato, recensione: una commedia sul mondo dell'arte che non riesce a lasciare il segno
Una classica commedia transalpina dal tono irriverente, dalla regia pulita e dai dialoghi divertenti, ma che pecca per una sovrastruttura eccessiva dal punto di vista dei contenuti. Al cinema.
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Thunderbolts*: il tentativo rivoluzionario dei Nuovi Avengers
L'MCU chiude la Fase 5 con un film gemello di quello che lanciò il supereroismo sul grande schermo. Una scelta consapevole e dolorosa che mira a destrutturare un fondamento cardine dell'immaginario creato dagli studios e lanciarsi verso il futuro.
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Exterritorial - Oltre il confine, recensione: una madre, un figlio e un consolato in cui niente è come sembra
Un thriller d'azione politico tra il classico e il banale, ma impostato secondo una cornice psicologica funzionale e intrattenente (finché dura). Anche se in parte sabotata dai continui cliché e da qualche flessione. Su Netflix.
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Cane che abbaia non morde: dentro il palazzo del cinema di Bong Joon-ho
Rivedendo l'esordio del regista sudcoreano, in anteprima europea al Far East Film Festival 2025, c'è già tutto il suo pensiero cinematografico, dalle tematiche sociali alle caratteristiche linguistiche con cui ne ha parlato e ne parla tutt'ora.
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Yōkai, i protagonisti indiscussi del folklore nipponico e il loro rapporto con il cinema
Gli spiriti che hanno accompagnato la Storia del Giappone, a cui il Far East Film Festival 2025 dedica una retrospettiva, hanno anche ispirato pellicole orientali e in tutto il mondo, trovando l'interesse di autori contemporanei molto importanti.
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April Come She Will, recensione: un classico melò sull'amore sospeso nel tempo
Il debutto alla regia di Tomokazu Yamada, tratto dall'omonimo romanzo, è una storia d'amore piuttosto canonica, strutturata secondo un menagé a trois, che analizza il sentimento e le sue diverse percezioni: quella eterna e quella reale. Al cinema.
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Storia di una notte, recensione: un rigoroso saggio sul dolore all'interno della famiglia
Paolo Costella dirige una pellicola che usa il più tragico degli eventi per vivisezionare le relazioni umane. Un film interessante, ma ostico perché adotta un punto di vista inusuale, che risulta a tratti incompatibile con la sua natura umana. Al cinema dal 30 aprile.
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Tsui Hark, il “movie brat” d’Oriente che ha fatto la Storia del cinema di Hong Kong
Tra i premi alla carriera al Far East Film Festival 2025, uno dei più grandi nomi del movimento new wave del cinema di Hong Kong, autore di una filmografia incredibilmente ricca e fondata sul dialogo tra immaginari agli antipodi.
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Julie ha un segreto, recensione: un intimo e doloroso racconto di una ferita nascosta
Un esordio rigoroso e ben strutturato, che gravita intorno ad un silenzio assordante e all'uso della metafora del tennis per parlare di una tematica delicata e vicina ai nostri tempi. In sala dal 24 aprile.
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Queer e il ritratto del desiderio secondo Luca Guadagnino
L'ultimo film del regista è la summa di una filmografia passata ad indagare il desiderio in quanto sentimento, che si esprime fuggendo dalla normalità e i suoi vincoli. In sala.
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Glaskupan: La cupola di vetro, recensione: un classico crime scandinavo adatto ad ogni palato
Camilla Läckberg scrive una miniserie recuperando gli stilemi del giallo nordeuropeo, ma coniugati in senso pop, per ribaltare le credenze riguardo ciò che dovrebbe essere accogliente, come casa e famiglia. Godibile, ma scontato. Su Netflix.
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Shinya Tsukamoto, le avventure del regista del palo elettrico
La portata della visione del cineasta giapponese, attraverso i generi, le epoche storiche e i cambiamenti sociali, sta nella lucidità che ha saputo costruire fin da subito. Celata dietro l'apparente caos rivoluzionario con cui scioccò il mondo.
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Christspiracy, recensione: il terzo atto della missione di Andersen per salvare il mondo (animale)
Un documentario che abbraccia il linguaggio cospirazionista per delineare un viaggio spaziotemporale alla scoperta della verità nel rapporto tra religione e mondo animale. Condizionato, ma incontrovertibilmente ricco di spunti. In sala.
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Your Eyes Tell, recensione: un melò potente, estremo e stratificato
Il remake della pellicola sudcoreana del 2011 è un titolo che ribalta diversi preconcetti sul genere per potenziarne alcuni aspetti chiave per creare un racconto mitico, basato su una geografia action e un mix trasversale di immaginari differenti.
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L'ultima sfida, recensione: un trattato di mitologia calcistica appassionato ma fragile
Il debutto di Antonio Silvestre è un dramma sportivo a tinte gialle che vuole costruire un microcosmo calcistico il più completo possibile, così da poterlo destrutturare e analizzare. I problemi stanno nelle criticità che quest'ambizione comporta, soprattutto a livello di scrittura. Al cinema.
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La lista dei miei desideri, recensione: una storia d'amore madre-figlia per un comfort movie in piena regola
Adam Brooks scrive e dirige una commedia romantica classicissima su un rapporto che va oltre la morte. La struttura è altamente prevedibile, ma risulta comunque scorrevole e godibile, almeno per un pomeriggio sul divano. Su Netflix.
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Di Noi 4, recensione: un ritratto generazionale indipendente e profondo
Il titolo diretto da Emanuele Gaetano Forte è un ritratto generazionale disperato, ma fiero. Alla base c'è un grande spirito indipendente, in grado di sfruttare al meglio gli elementi di cui dispone. Al cinema.
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Scissione ha rielaborato le teorie sulle difese dell'Io in un modo mai visto prima
Dan Erickson rilegge gli scritti sulla scissione dell'Io in senso televisivo e mette in scena una terapia psicanalitica in piena regola, straordinariamente azzeccata pur con i suoi capovolgimenti e colpi di scena.
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Sons, recensione: un ottimo prison movie antiretorico sull’elaborazione del lutto
Möller crea un thriller claustrofobico e intimista, per una lunga riflessione sulle modalità di sublimazione del trauma. Al cinema.
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50 anni di Fantozzi, dai Looney Tunes al mito: tutto quello che (forse) non sapete sull'epopea di Villaggio
La genesi fantozziana, nonostante l'importanza cardinale della sua epopea, rimane in parte sconosciuta, soprattutto perché complessa. Conoscerne le pieghe nascoste è però fondamentale per capire la portata della rivoluzione del personaggio con il volto di Paolo Villaggio.
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Little Siberia, recensione: un delizioso poliziesco esistenzialista, tra grottesco e drama
Tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore umorista Antti Tuomainen, su Netflix c'è un esilarante crime metafisico in salsa coeniana, che però non vuole cedere al nichilismo e per questo reinventa la rappresentazione della Finlandia.
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Tutti i mostri di Bong Joon-ho: da The Host a Mickey 17
Non è un caso se le strane creature siano il simbolo della sua relazione con l'America. Un Paese con cui ha dovuto fare i conti, sia da sudcoreano che da regista.
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L'Albero, la recensione: un debutto poetico e enigmatico con due grandi protagoniste
L'esordio di Sara Petraglia è un coming of age metropolitano sognante, poetico (quasi dagli echi metafisici) e volutamente sfuggente con un duo fantastico composto da Tecla Insolia e Carlotta Gamba. Al cinema dal 20 marzo.
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L’unicità de La città proibita e il cinema di genere in Italia. Tra il Kung fu di Hong Kong e l'America
L'intera filmografia di Gabriele Mainetti sembra votata a un cinema postmoderno, in grado di abbattere ogni tipo di barriera per creare un solco produttivo. Il film è in sala.
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La città proibita è grande cinema internazionale con un cuore italiano
Fin dai suoi cortometraggi, Gabriele Mainetti ha dimostrato di avere un'idea di cinema inedita per il nostro panorama: ambiziosa e post moderna, guidata dall'intenzione di abbattere i confini, pur conservando uno spirito italiano. Come dimostra il suo ultimo film, al cinema dal 13 marzo.
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Medusa, la recensione: un nuovo titolo da binge watching che cerca il thriller, ma è solo soap latina
Dalla Colombia arriva la più classica delle miniserie da bingewatching: un giallo psicologico condito da intrecci da telenovela a tinte erotiche in una cornice da saga familiare. Su Netflix.
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Eleonora Giorgi, la storia fuori dal comune di un'icona del cinema italiano
Cinque titoli e cinque capitoli per raccontare una delle attrici simbolo degli anni '70 e '80, che ha attraversato il cinema italiano in lungo e in largo, entrando nell'immaginario collettivo per una bravura e uno spirito fuori dal comune.
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FolleMente e Inside Out sono molto diversi. Nonostante tutto
Al di là di quello che si è detto e di quello che appare, il film di Paolo Genovese non nasce ispirandosi al titolo Pixar, dal quale differisce per molti motivi, pur condividendone l'interesse nel creare un viaggio all'interno delle nostre menti.