Dopo due giorni di pioggia incessante ed una serata di incontri eccellenti per le vie luccicose che circondano il Palazzo del Cinema - da Vincent Gallo che in solitudine (e senza numeri primi alle calcagna) si gusta un sautè di vongole in una spartana trattoria, Soldini a passeggio con Calopresti, passando per Tilda Swinton e Luca Guadagnino (in giuria al fianco di Tarantino) - il Lido si è finalmente svegliato tra le braccia di un caldo sole, lo stesso che stamane fa brillare magicamente le acque agitate della laguna che si prepara ad accogliere le ultime star di questa 67esima edizione della Mostra di Venezia.
Già nella tarda serata di ieri si aggirava per le vie del Lido concedendo autografi e foto ricordo (in redazione abbiamo le prove tangibili!), ma è oggi il giorno in cui il festival lo accoglie per la presentazione di due film. Parliamo del maestro giapponese Takashi Miike che torna alla Mostra di Venezia (nel 2005 presentò La grande guerra degli Yokai e nel 2007 Sukiyaki Western Django, entrambi Fuori concorso) con ben due film. Stasera alle 22.00 in sala grande Miike accompagnerà la proiezione ufficiale del suo film in concorso, l'attesissimo remake del classico samurai-movie degli anni '70, molto celebre in patria, un action movie che il cineasta dirige con eleganza e maestria, narrando il reclutamento, l'addestramento e poi l'immancabile battaglia del gruppo di samurai selezionati con l'intento di uccidere il cattivo dei cattivi, il crudele Naritsugu, un sadico signore feudale che usa soprusi e violenze inaudite per conquistare il potere assoluto. Non privo di ironia e di gore, come nella migliore tradizione di Miike, 13 Assassins rispetta diligentemente la tradizione classica alla Kurosawa aggiungendo apprezzabili tocchi di modernità ed un finale a sorpresa.Proiettato Fuori Concorso invece il suo Zebraman 2 - Attack on Zebra City (che segue le proiezioni di Zebraman dei giorni scorsi), sequel del divertente e grottesco fantasy confezionato nel 2004 da Miike per omaggiare i telefilm di supereroi giapponesi incentrato sulle imprese di un ragazzo patito di supereroi televisivi che con la sua maschera da Zebraman riesce a schivare un attacco alieno sulla Terra. Ma non solo Giappone perchè oggi passano in Mostra diversi importanti film italiani, tra i quali spicca ovviamente il film italiano che ha diviso in maniera netta la critica che lo accolto con fischi e applausi scroscianti presentato in concorso. Si tratta del nuovo lavoro di Saverio Costanzo (Private, In memoria di me), l'adattamento cinematografico de La solitudine dei numeri primi, il romanzo scritto da Paolo Giordano (co-autore della sceneggiatura insieme al regista) vincitore nel 2008 del Premio Strega e del Premio Campiello, in testa alle classifiche di vendita con più di un milione di copie all'attivo. Protagonisti del film Alba Rohrwacher e Luca Marinelli nei panni di Alice e Mattia, due ragazzi che hanno in comune una vita di solitudine e precarietà, segnata da due indelebili traumi infantili. I due si incontrano, si trovano e scoprono di condividere un dolore tanto profondo quanto intimo, un dolore che li accompagnerà nel loro cammino senza mai abbandonarli, un cammino mai parallelo, a tratti condiviso e a tratti solitario. A separarli un'incolmabile distanza paragonabile a quella che divide i numeri primi gemelli in una sequenza numerica infinita. Nel cast di quello che potremmo definire il film più espressionista di questa 67ma Mostra di Venezia anche Isabella Rossellini e Filippo Timi. Un dramma intimo girato da Costanzo alla stregua di un horror italiano degli anni '70, usando tinte forti e musiche elettroniche sparate a tutto volume per ricreare l'ambientazione interiore dei due protagonisti tralasciando l'ambientazione esterna che fa solo da accessorio al contesto psicologico dei due personaggi principali. Con la proiezione ufficiale de Il primo incarico, il film diretto da Giorgia Cecere con protagonista Isabella Ragonese, la madrina di questa 67ma Mostra Internazionale di Venezia, si chiude oggi la competizione nella sezione Controcampo Italiano, vinta da 20 sigarette. Definito dalla stessa regista come un western dei sentimenti, il film è ambientato nel 1953 e racconta la favola di Nena, una ragazza del sud che deve trasferirsi per qualche mese lontano da casa per il suo primo incarico come maestra. E' molto dispiaciuta per questa partenza, ma non tanto perchè deve lasciare la sua terra o i suoi familiari, ma soprattutto perchè al suo paese ha una storia d'amore con Francesco, un ragazzo dell'alta borghesia che ricambia i suoi sentimenti. I due si promettono che niente cambierà tra loro ma al suo arrivo a destinazione, in una scuola sperduta su un altopiano del Salento, c'è non solo una natura ostile ma anche bambini ingovernabili e selvatici, gente con cui non ha nulla a che fare. In un primo momento Nena cerca di resistere, per orgoglio e per amore di Francesco, ma in una fredda mattina di febbraio tutto precipita e sembra perdersi per sempre. Il film, distribuito da Teodora Film, è stato scritto dalla regista e sceneggiatrice pugliese a sei mani con il pittore cinese Li Xiang-Yang e con lo scrittore Pierpaolo Pirone, nella ricerca del valore visivo e dell'evocazione di un mondo piacevole e curioso da guardare. Presentato al pubblico oggi anche Fughe e approdi, l'affascinante documentario storico/artistico di Giovanna Taviani (figlia di Vittorio Taviani), un viaggio meraviglioso tra i paesaggi delle isole Eolie, luoghi di espatri, migrazioni e di isolamento che tra Ottocento e Novecento hanno assistito ad arrivi e partenze, reali e metaforiche. A guidare lo spettatore in questa lunga crociera è Figliodoro, lo stesso ex pescatore di Lipari che a bordo della sua tartana dalla vela rossa nel film Kaos (1984) accompagnava una madre e i suoi figli in esilio verso Malta per raggiungere il marito fuggito dalla persecuzione dei Borboni. Le fughe dei cavatori di pomice, di confinati politici sotto il regime fascista, gli approdi di novelli sposi emigrati che tornavano in patria per conoscere le proprie mogli sposate per procura, gli approdi di rifugiati politici di altri paesi e quelli dei grandi Maestri del cinema come Rossellini, Antonioni, i Taviani finoi a Troisi e Moretti, che nelle Eolie hanno ambientato molti dei loro capolavori con al seguito le grandi dive del momento, da Anna Magnani a Ingrid Bergman, passando per Monica Vitti e Lea Massari. Il documentario sarà preceduto dalla proiezione del documentario biografico su Ennio Flaiano a cent'anni dalla sua nascita, diretto da Steve Della Casa e Giancarlo Rolandi intitolato Flaiano: il meglio è passato. In 52 minuti i due registi non tentano di santificare la memoria del brillante scrittore pescarese, emblema dell'anticonformismo, ma piuttosto di capire cosa sia veramente accaduto sul volo Roma-Los Angeles che nel marzo del 1964 trasportava anche lui verso la Notte degli Oscar insiema alla squadra di attori, sceneggiatori, tecnici e cineasti al seguito delle cinque nomination ricevute da Otto e mezzo di Fellini. Allo scalo di New York infatti, un uomo scese dall'aereo e ripartì alla volta dell'Italia, si trattava di Ennio Flaiano, scrittore, sceneggiatore, giornalista e critico, collaboratore da vent'anni del Maestro Fellini che da quel giorno troncò ogni tipo di rapporto con il regista. Prodotto da Baires Produzioni e RaiMovie il film è stato realizzato grazie alla collaborazione di Elio Germano, Enrico Vaime, Sandra Milo, Giuliano Montaldo e Pupi Avati. Per la sezione Fuori Concorso oggi è il giorno di Notizie degli scavi di Emidio Greco, un film sull'amore e sulla solitudine liberamente tratto dall'omonimo racconto di Franco Lucentini che vede impegnati Giuseppe Battiston, nei panni di un uomo ordinario e anche un po' bizzarro che tutti chiamano 'il professore' e che lavora come tuttofare in un'ambigua casa romana abitata da prostitute, e Ambra Angiolini nel ruolo de la Marchesa, una ex frequentatrice della casa di appuntamenti che finisce in ospedale per aver tentato il suicidio dopo una delusione d'amore. Tra i due si instaura subito un rapporto di amicizia e complicità che darà uno scossone al piattume in cui finora l'uomo ha vissuto. Ma un altro evento scatenerà in lui qualcosa di sorprendente: per occupare il tempo nell'attesa che la Marchesa e le sue amiche, che egli ha gentilmente accompagnato fuori città, concludano i loro appuntamenti, il Professore si reca in visita a Villa Adriana, tra i ruderi della splendida villa romana costruita dall'imperatore Adriano nei pressi di Tivoli. Un contatto con la natura e con la Storia che risveglieranno l'uomo dal torpore in uno scambio di significati con la mediocrità della sua vita. Nel cast anche Iaia Forte.
Sempre fuori dalla competizione il dramma adolescenziale That girl in yellow boots, diretto dall'indiano Anurag Kashyap, che racconta la storia di Ruth, un'adolescente per metà inglese e per metà indiana che parte alla volta dell'India alla ricerca del padre che non ha mai conosciuto. Una regia poco incisiva per un'opera che tocca temi delicati come la violenza sui minori e la pedofilia, il film si chiude con un finale a sorpresa piuttosto scioccante, inconsueto per i canoni del cinema indiano.
Le Giornate degli Autori propongono oggi La vita al tempo della morte, il documentario in tre atti sull'eutanasia e sulla morte di Andrea Caccia che coniuga astrazione, parole e cuore, un lento viaggio verso i confini del linguaggio per raccontare la Fine come una 'presenza' esigente, che richiede silenzio, pazienza, rispetto e meditazione, qualcosa di cui si ha paura ma a cui tutti pensiamo.
Cambiando decisamente argomento e toni ricordando che per la retrospettiva La Situazione Comica, sulla commedia all'italiana di Serie B, verranno proiettati oggi Il Mantenuto, con l'indimenticabile Ugo Tognazzi ed E' arrivato il cavaliere! di Monicelli e Steno.
Concludiamo questo nostro approfondimento giornaliero raccontando l'attribuzione al maestro Pino Donaggio, avvenuta ieri con una premiazione solenne in sala Darsena, del premio SIAE alla creatività. Autore di oltre 200 canzoni tra cui la colonna sonora di Non ci resta che piangere e la famosa Io che non vivo, Donaggio è stato premiato da Emidio Greco, regista di grande talento che a nome della SIAE ha consegnato il premio all'emozionato musicista e compositore che ha ringraziato tutti per avergli attribuito uno dei pochi premi vinti nel corso della sua lunga carriera.