Era il 21 novembre 2008 quando gli schermi di mezzo mondo (compresi quelli italiani) venivano scossi da un terremoto cinematografico intitolato Twilight. Tratto dall'omonimo romanzo di Stephanie Meyer, il film, diretto da Catherine Hardwicke e sceneggiato da Melissa Rosenberg, solo prima della mezzanotte del primo giorno, aveva già incassato 7 milioni di dollari in tutto il mondo. In Italia avrebbe fruttato qualcosa come 11 milioni e mezzo, da aggiungersi ad altri 372 arrivati dal resto del globo. Ma soprattutto, Twilight creò un fenomeno generazionale, fu l'inizio di una saga che (volenti o nolenti) è stata tra le più popolari, seguite e redditizie del cinema del nuovo millennio.
Un fenomeno generazionale
Per chi c'era, fu un'epoca in cui il viso del vampiresco Robert Pattinson e della fragile (e un pochino deprimente) Kristen Stewart, erano sostanzialmente onnipresenti. Li trovavi ovunque sui social, in televisione, alla radio, in edicola, erano il nuovo fenomeno per il target adolescente, femminile in particolare. La love story tra Bella Swan e Edward Cullen, fu definita come una sorta di revival di Romeo e Giulietta dei tempi moderni, connessa ad una dimensione horror e fantasy abbastanza soft, che rese l'insieme davvero irresistibile per il pubblico giovanile. Certo, Twilight ancora oggi non è che goda di grandissima considerazione, del resto già allora la critica ed il pubblico più "maturo" si esibivano in recensioni caustiche e dissacranti, verso un film che sostanzialmente rilanciò la cultura Emo, che pareva essere seppellita nei bui ricordi degli anni 80 e 90. Invece, anche grazie ad una colonna sonora che pescava a piene mani dal rock, punk e da band giovani ed emergenti, l'ultima parte del decennio scorso conobbe una rivalsa di questa sub-cultura, che abbracciò più che la dimensione musicale, quella del fenomeno di costume, della moda, della "tormentone" fine a sé stesso.
Twilight: un fenomeno degli anni Zero
Twilight ha cambiato il rapporto tra cinema e pubblico giovanile
Si può sicuramente dire che Twilight andò a colmare un vuoto per il pubblico adolescenziale, soprattutto quello femminile, che non aveva a quel tempo ancora nulla a cui legarsi, a parte la saga di Harry Potter che però andava a connettersi con una dimensione molto diversa dell'immaginifico.
Il gotico, il fantasy, il melò, l'horror, così come il film di formazione, il teen movie romantico, furono fusi in un film che era letteralmente progettato per spopolare come spopolò, per creare una fanbase che più che fedele ed agguerrita, fu forse anche il primo esempio di tossicità cinematografica moderna.
Le ragazzine degli anni Novanta avevano avuto Leonardo Di Caprio, l'ultima generazione delle millennials ebbe invece Robert Pattinson, il suo Edward Cullen che in ben quattro sequel diventò il sex symbol di riferimento.
Nessuno ci avrebbe scommesso, visto che la sua immagine nel poster promozionale era stata motivo di grosse critiche verso la produzione. Pattinson e la Stewart (che furono coppia per diversi anni anche nella vita reale), apparvero sulla copertina di "Entertainment Weekly", ed il make up non entusiasmò per nulla i fan della saga letteraria. Fu addirittura creata una petizione on-line per chiedere di rimuovere l'attore dal ruolo di Cullen, uno dei primi casi di hating on-line pregiudiziale. Quando poi invece Twilight conobbe il successo che conobbe, tutti impazzirono, ma per gli attori la vita diventò un inferno. Pattinson era inseguito ovunque da ragazzine fuori controllo, per strada, nei locali, fu oggetto di stalking e solo tra le quattro mura domestiche aveva tregua. Non proprio il massimo per un attore emergente, e a dirla tutta non fu nemmeno la parte peggiore per lui...
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Robert Pattinson: un vampiro è per sempre?
Robert Pattinson è infatti ancora oggi "perseguitato" da quel ruolo, a dispetto di tante ottime performance attoriali, di grandi collaborazioni e dall'aver dimostrato più e più volte il suo talento. Se Kirsten Stewart rimane ancora oggi infatti una creatura abbastanza misteriosa cinematograficamente parlando, un'attrice caratterizzata da alti e bassi, Robert Pattinson invece deve ancora oggi fare i conti con la pesante eredità di una saga che rischiò di schiacciarlo e distruggerne la carriera. Le recensioni della critica a Twlight (così come agli altri capitoli della saga) furono sempre pessime, sottolineando ogni volta la poco felice unione di dialoghi melensi e patetici, di uno script povero, effetti speciali da videoclip, una regia poco ispirata. Tutto questo rese le performance attoriali di attori ed attrici tutt'altro che di scarsa caratura o talento definite da una mediocrità imperante. Pattinson e gli altri attori protagonisti dovettero sorbirsi le loro candidature ai Razzie Awards, e badate bene è un qualcosa che poteva e può ancora distruggere una carriera, visto che il successo commerciale del film non compensò per nulla ciò che Robert dovette e ancora oggi deve affrontare ogni volta che abbraccia un ruolo.
Da The Lighthouse a Bel Ami - Storia di un seduttore, da Tenet a Cosmopolis, l'attore classe 1986, ha più e più volte nel corso degli anni dimostrato di essere qualcosa di più di un languido e un po' depresso vampiretto. Eppure se ci si fa caso, la sua scelta per il ruolo di Batman nel nuovo film di Matt Reeves, è stata salutata da un'ondata di sfottò e ilarità sui social, al motto di "Batman diventerà luccicante". Critiche ingiuste, crudeli, per uno dei migliori attori della sua generazione, ma è un'importante lezione che Twilight ci ha lasciato: ieri come oggi, far parte di alcune saghe o progetti, è un'arma a doppio taglio.
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Una saga a dir poco dimenticabile
Tanti sono infatti gli attori e le attrici che non sono più stati capaci di staccarsi (nel bene e soprattutto nel male) da alcuni ruoli iconici anche in tempi moderni. Nonostante il maggior numero di film e produzioni, la rinascita della narrativa televisiva, tale eventualità rimane un pericolo non da poco per un interprete. Taylor Lautner ed il suo oblio sono lì a dimostrarlo, su Natalie Portman e Star Wars si è parlato abbondantemente. Pattinson ci mise anni a non essere più Cullen per i produttori, eppure per una grossa parte del pubblico, è ancora uno dei "complici" di un film commerciale, un tormentone della settima arte abbastanza banale, oggi spesso rinnegato persino dalle fan, che cresciute hanno messo nella cantina dei ricordi poco gloriosi il tutto. Un po' come con le boybands o le cotte per i protagonisti delle telenovelas.
Si perché Twilight, una telenovela da certi punti di vista lo era sul serio. Sposava infatti una dimensione melò che spesso appariva forzata, con triangoli amorosi non sorretti però da una sceneggiatura e sviluppi narrativi abbastanza forti, scadendo nel ripetitivo. Sicuramente poco aiutò il suo essersi connesso dal punto di vista estetico alla dimensione del videoclip, optando poi per attori ed attrici di grande bellezza, distaccandosi dai temi cari al libro originale: la ribellione giovanile e l'alienazione. Twilight in ultima analisi, non ha aiutato molto quel cinema horror e fantasy che mirava al pubblico dei teenager. Di base perché si accontentò, non fece nulla per abbracciare una dimensione di sperimentazione e audacia per ciò che riguardava i personaggi ed il loro sviluppo. Da questo punto di vista, il confronto con quel piccolo capolavoro che fu Buffy - L'ammazzavampiri appare abbastanza impari. La serie TV di Joss Whedon ancora oggi rappresenta un punto di svolta non indifferente per il genere, cosa che Twilight non può assolutamente rivendicare.