True Detective 3x03, la recensione: The Big Never scava dentro il senso di colpa

La recensione di True Detective 3x03 - The Big Never: un episodio che muove lentamente i pezzi sulla scacchiera di un caso oscuro e torbido.

True Detective Stagione 3 The Big Never 3
True Detective: Mahershala Ali nell'episodio The Big Never

Lo avevamo lasciato davanti a un bivio. Spaesato ma consapevole di essere lì per un motivo preciso. Trentacinque anni dopo la scomparsa dei fratelli Purcell, l'anziano Wayne Hays è ancora invischiato anima e corpo dentro un caso che gli ha cambiato e rovinato la vita. Nonostante la sua mente sia offuscata da problemi di memoria, l'ex detective il suo ben radicato senso di colpa se lo ricorda sin troppo bene. Un fardello ben visibile nel suo sguardo appesantito da un incubo persistente. Ed è proprio in questo buco nero che si insinua una delle particolarità di questa terza stagione di True Detective: la risoluzione del caso passa persino in secondo piano davanti al grande errore compiuto da Hays durante le indagini. Cosa è andato storto? Dove ha sbagliato il grande cacciatore? True Detective 3x03, intitolato The Big Never, inizia a darci qualche indizio e smuove lentamente i pezzi sulla scacchiera di un caso oscuro e torbido.

Immersa nelle ormai abituali atmosfere rarefatte della polverosa America di provincia e segnata da un ritmo compassato del racconto, la serie HBO continua a dare lo stesso spazio a ognuna delle sue tre linee temporali. Nel 1980 le indagini sono nel vivo, e la coppia Hays-West prova a ripartire da zero per capire chi abbia ucciso il giovane Purcell e dove sia finita sua sorella. Nel 1990 è proprio la coppia di detective a finire nell'occhio del ciclone, e così il caso si riapre scomodando un Hays ormai riluttante all'idea di tornare a sporcarsi le mani.

True Detective Stagione 3 The Big Never 2
True Detective: Mahershala Ali e Carmen Ejogo in una scena dell'episodio The Big Never

Nel 2015 il vecchio Wayne viene interrogato da una giornalista che intende fare luce su un'indagine ormai diventata anche un caso mediatico dato in pasto al grande pubblico. Per adesso, però, è ancora presto per fare luce. E così, True Detective 3, brancola nel buio di un omicidio, di una scomparsa e di un uomo.

Leggi anche: True Detective 3, recensione episodi 1 e 2 - Avvoltoi e prede nel nido del male

L'illusione del tempo: dentro la gabbia

1548015146 150 True Detective The Big Never Advance Preview
true3

Parole semplici e affilate al servizio di dialoghi concreti e terreni. Tra i segni distintivi di questa stagione c'è una sceneggiatura molto lontana dai toni filosofici (della prima) e artefatti (della seconda) di chi l'ha preceduta. Eppure, in mezzo a tanta concretezza, siamo rimasti affascinati da una definizione del tempo (rievocata dalla maestra Reardon) calzante con il destino del nostro Wayne Hays: "Siamo del tempo e nel tempo". Come intrappolati in un eterno ritorno, i personaggi di True Detective 3 sembrano condannati a rivivere i propri traumi, rinchiusi nella gabbia dei propri errori e infestati dai propri demoni. Non a caso The Big Never scomoda la teoria di Einstein che vede nella scissione tra passato, presente e futuro una mera illusione, utile soltanto a dare ordine alle nostre vite.

True Detective Stagione 3 5
True Detective: Mahershala Ali nella terza stagione della serie

Per questo il terzo episodio insiste nel mostrarci due momenti in cui Hays rivive due incubi ben distinti. Nel 1990 lo vediamo perdere di vista sua figlia in un supermercato. Uno spavento atroce che scatena subito una reazione violenta, inevitabile per chi ha ancora addosso le scorie del caso Purcell. Nel 2015, invece, è il fantasma di sua moglie a fargli visita. E non certo sotto forma di rievocazione amorevole ma di puro tormento. Ecco, True Detective 3 sembra tessere attorno al suo protagonista una tela spessa e vischiosa. A noi capire quanto, come e perché Hays se lo sia meritato o meno.

Hays e West: tra errori e ricordi sbiaditi

True Detective Stagione 3 The Big Never 1
True Detective: Michael Greyeyes in una scena dell'episodio The Big Never

Ingiusti quanto inevitabili, i confronti con la prima stagione bussano alla nostra porta episodio dopo episodio. Questa volta il suono è un po' più forte perché, avendo ancora impressi negli occhi (e nelle orecchie) i memorabili duetti tra Rust e Marty, le sequenze dedicate alla coppia composta da Hays e West sono più ricorrenti e complesse. Succede perché il rapporto tra i due si sbroglia anche su un nuovo piano temporale, ovvero quello del 1990. È la prima volta che vediamo West ritornare in scena dopo i fatti del 1980 (e siamo certi che lo vedremo anche nel 2015, prima o poi), il che rende ancora più centrale il legame tra i due detective accomunati da un grave errore nel corso delle indagini. Nonostante i due rivoltino come un calzino parenti e vicinato, scoprendo che qualcuno utilizzava dei giocattoli per attirare i ragazzini nella loro trappola (tra cui anche due action figure di Han Solo e Leia), sembra che una pista sia stata tralasciata. Una pista che risponde a una sospetta coppia (un uomo nero e una donna bianca) a bordo di una berlina marrone che si aggirava nell'altopiano d'Ozark, vicino alla zona in cui è stato ritrovato il cadavere del giovane Purcell.

True Detective Stagione 3 The Big Never 4
True Detective: Mahershala Ali in una scena dell'episodio The Big Never

Il caso viene riaperto nel 1990 con Hays e West che ritornano in sella, come se ognuno avesse necessario bisogno dell'altro. Ed è proprio qui, nel loro legame complementare, che ritroviamo tracce sparse di Rust e Marty. Hays, proprio come il personaggio interpretato da Matthew McConaughey, è il detective talentuoso e tormentato, il lato ispirato quanto volubile della legge. West, invece, assomiglia non poco a Marty. Un uomo comune, più semplice e rozzo del collega, ma dotato di un pragmatismo necessario. Una differenza sostanziale e decisiva, però, c'è. La chiave di volta è sempre lì: nella memoria fallimentare e instabile del vecchio Hays che rimette tutto in discussione. I suoi ricordi, la sua percezione delle cose e, forse, anche la realtà dei fatti che stiamo seguendo, con passione e patemi, settimana dopo settimana. Chissà se anche noi spettatori siamo vittime di quello che gli fa comodo aver dimenticato.

Movieplayer.it

4.0/5