Cinque anni dopo Super 8 di J.J. Abrams, abbiamo avuto l'occasione di vedere un altro prodotto di genere profondamente ancorato nell'iconografia cinematografica degli anni Ottanta, con tanto di esplicita collocazione cronologica in quel decennio: Stranger Things, la nuova serie in otto episodi di Netflix, nata dalla fantasia dei fratelli Duffer e prodotta da Shawn Levy.
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Sin dagli evocativi titoli di testa lo show si presenta principalmente come un sentito, efficace e toccante omaggio al periodo che ci ha regalato Indiana Jones, L'impero colpisce ancora, Magnum P.I., Cin Cin, Freddy Krueger e Jason Voorhees. E nell'attesa dell'eventuale conferma di una seconda stagione, abbiamo deciso di passare in rassegna i vari Easter Eggs e omaggi, legati principalmente agli anni Ottanta ma anche a produzioni più recenti (N.B. alcune citazioni sono parzialmente spoiler). E la lettera d'amore al decennio di Star Wars e A-Team si manifesta già in termini di casting...
Giovani divi crescono
Per un programma che vuole omaggiare gli Eighties è difficile pensare a due attori più qualificati per rappresentare simbolicamente quegli anni, essendo essi stessi un prodotto del periodo in questione. Particolarmente azzeccata è la scelta di Winona Ryder, eroina di Beetlejuice - Spiritello porcello e Schegge di follia e quindi volto ideale di quel versante più strambo e a tratti inquietante di cui Stranger Things è l'erede. L'altro ambasciatore di quel decennio ormai lontano è Matthew Modine, che dal 1983 al 1988 ha accumulato collaborazioni con registi come Robert Altman (Streamers), Alan Parker (Birdy - Le ali della libertà), Stanley Kubrick (Full Metal Jacket) e Jonathan Demme (Una vedova allegra... ma non troppo). Due protagonisti indimenticabili di un'era immortale, per la prima volta insieme.
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L'importanza di Steven Spielberg
Come già in Super 8, è impossibile omaggiare il cinema popolare americano degli anni Ottanta senza tirare in ballo il regista de Lo squalo e I predatori dell'arca perduta. L'allusione più evidente e ripetuta è quella a E.T. L'Extraterrestre, che si tratti dell'immagine ricorrente delle biciclette, dei genitori separati/divorziati (caratteristica ricorrente del cinema di Spielberg) o della scena in cui la misteriosa Eleven, come il simpatico alieno, si finge normale indossando vestiti più appropriati e una parrucca bionda. Senza dimenticare l'uso dello stesso identico spot pubblicitario della Coca-Cola, con lo slogan "Coke is it!". Ma non mancano neanche le citazioni di altri due film indispensabili di cui Spielberg è stato solo produttore e/o sceneggiatore: Poltergeist: demoniache presenze, menzionato apertamente in un flashback (Joyce decide di portare Will al cinema per vederlo nonostante i contenuti spaventosi), e I Goonies, dei cui giovani protagonisti gli amici di Will sono una sorta di corrispettivo odierno.
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Un'altra icona culturale di quegli anni è il cosiddetto "Re del brivido", allora un nome di successo sia nelle librerie che al cinema (siamo nel periodo di Shining, Christine, la macchina infernale, La zona morta, Cujo e Creepshow, per intenderci). Ed è giusto che Stranger Things gli renda omaggio, sin dal titolo che richiama Needful Things, ossia Cose preziose, riprendendo anche il font usato per la copertina del romanzo. La premessa di un bambino che scompare misteriosamente è invece presa in prestito da It, e nello stesso flashback in cui si menziona Poltergeist Joyce chiede al figlio se ha ancora paura dei clown, allusione piuttosto ovvia al perfido Pennywise. I giovani eroi della serie ricordano a tratti i protagonisti di Stand by me - Ricordo di un'estate, adattamento della novella The Body, che è anche il titolo del quarto episodio. Infine, la storyline legata ad Eleven, ragazza con poteri psicocinetici braccata da una misteriosa organizzazione, non può non far pensare a L'incendiaria, portato sullo schermo con il titolo Fenomeni paranormali incontrollabili.
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John Hughes e John Carpenter
Due cineasti fondamentali, punto di riferimento irrinunciabile per l'ambientazione d'epoca. Nel caso del regista di Un compleanno da ricordare - Sixteen Candles e Breakfast Club l'omaggio è più generale che specificamente legato a uno dei suoi film, ma la sua influenza è evidente nella rappresentazione della vita scolastica e sentimentale dei teenagers. Il maestro dell'horror invece è citato apertamente, con una menzione di Michael Myers (da Halloween - La Notte delle Streghe, omaggiato anche a livello musicale nei titoli di testa) e un poster de La cosa, la cui omonima creatura ha ispirato anche parte del design del mostro con cui devono vedersela i nostri eroi. Inoltre, uno spezzone del film appare su uno schermo televisivo, così come un altro fenomeno di culto dell'epoca, la serie animata He-Man and the Masters of the Universe.
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Marvel Comics e J.R.R. Tolkien
Nel primo episodio viene fatto riferimento, più volte, al numero 134 di Uncanny X-Men. Un fascicolo storico del mensile della Marvel, poiché contiene la prima apparizione di Fenice Nera, l'alter ego malvagio - o così sembrava all'epoca - di Jean Grey (al cinema l'abbiamo vista in X-Men: Conflitto Finale). Questa allusione funge da preludio all'entrata in scena di Eleven, anch'ella alle prese con poteri ai quali non è del tutto abituata. E come Jean Grey, la giovane è costretta a sacrificarsi per salvare i suoi amici, anche se la possibilità di un ritorno in stagioni future, a seconda della direzione in cui intende procedere la serie, non è esclusa. Un altro riferimento letterario - all'epoca gli adattamenti cinematografici non c'erano, se si esclude la versione animata di Ralph Bakshi - è all'universo di Tolkien, evocato in due occasioni: uno degli incroci in città è soprannominato Mirkwood, ossia Bosco Atro (il luogo natio di Legolas), e la parola d'ordine per accedere al "castello" di Will è "Radagast", il nome di uno degli stregoni della Terra di Mezzo (interpretato da Sylvester McCoy nella recente trilogia cinematografica de Lo Hobbit).
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Drew Struzan
Chi conosce bene la cultura popolare americana degli anni Ottanta ha probabilmente sentito parlare di Drew Struzan, celebre creatore di poster cinematografici tra cui tutti gli Indiana Jones, Star Wars e Ritorno al futuro (ufficialmente pensionato dal 2008, ha accettato di tornare in attività eccezionalmente per la locandina di Star Wars: Il risveglio della forza). Il suo stile inconfondibile è un'evidente fonte d'ispirazione per il poster ufficiale di Stranger Things, talmente Eighties che viene quasi da pensare che Netflix farà uscire la serie in VHS...
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Mostri moderni
Sebbene l'iconografia dello show sia principalmente basata sull'immaginario degli anni Ottanta, alcune intuizioni sono tratte da prodotti più moderni. In particolare, il mostro combina una certa sensibilità carpenteriana con la fantasia di Guillermo del Toro, la cui influenza è ovvia nel fatto che la creatura sia priva di occhi. L'idea di fare irruzione nelle case attraverso le pareti ricorda invece Sospesi nel tempo, il primo film americano di Peter Jackson. E per finire, le sequenze surreali dove l'ambiente circostante è completamente nero richiamano il recentissimo Under the Skin, film fantahorror dalle ambizioni più autoriali presentato alla Mostra di Venezia nel 2013 e con Scarlett Johansson nel ruolo principale.
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