Star Wars: Gli Ultimi Jedi, 10 cose che potreste non aver notato sul film

Quali sono i dettagli nascosti nel nuovo capitolo della saga stellare? Scopriamoli insieme.

Star Wars: Gli ultimi Jedi - Daisy Ridley interpreta Rey
Star Wars: Gli ultimi Jedi - Daisy Ridley interpreta Rey

Dopo la deviazione antologica di Rogue One: A Star Wars Story siamo tornati alla componente principale, episodica, dell'universo creato da George Lucas con Star Wars: Gli ultimi Jedi, il lungometraggio con cui Rian Johnson ha cambiato le carte in tavola per quanto riguarda il futuro della saga. Mentre il precedente Star Wars: Il risveglio della forza era stato criticato dai fan per la presunta aderenza eccessiva al canovaccio tipico del franchise (una scelta obbligata per ricordare agli spettatori perché ci piace tanto quella galassia lontana lontana introdotta nel 1977), Gli ultimi Jedi è un film all'insegna del cambiamento, con delle scelte forti non solo per quanto riguarda ciò che ci aspetta prossimamente, ma anche nei confronti della tradizione di Star Wars (vedi il discorso sulla natura della Forza e sul ruolo dell'Ordine dei Jedi). Un'opera dai contenuti drammatici non indifferenti, ma anche pieno di ironia e di piccoli dettagli curiosi e divertenti in grado di sfuggire all'occhio dello spettatore occasionale (e dei fan che non conoscono benissimo l'espansione narrativa dell'universo al di fuori dell'ambito cinematografico). Come da consuetudine, in questa sede vogliamo passare in rassegna i rimandi e i particolari nascosti più significativi. Si sconsiglia la lettura dell'articolo a chi non ha visto il film, poiché sono presenti alcuni spoiler.

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1. La battuta nascosta

Di primo acchito sembrerebbe che Gli ultimi Jedi rompa con la tradizione, omettendo la celebre frase "I have a bad feeling about this" ("Ho un brutto presentimento"). I fan hanno segnalato questo dettaglio a Johnson su Twitter, e il regista ha commentato che la battuta è presente, ma viene detta in una lingua che non è l'inglese. A rigor di logica dovrebbe essere il droide BB-8 a pronunciarla nella scena d'apertura, giustificando la reazione di Poe Dameron che lo incita a dire qualcosa di più positivo mentre i due mettono in atto una missione potenzialmente suicida contro le forze del Primo Ordine. Se così fosse, si tratterebbe di un uso piuttosto originale di una delle frasi che riassumono il fascino avventuroso della saga, già parzialmente stravolta in Rogue One (dove un altro essere sintetico, K-2SO, viene interrotto prima di poterla completare).

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2. Doppia terminologia

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Mark Hamill in una scena del film
Star Wars: Gli Ultimi Jedi, Mark Hamill in una scena del film

Avrà sicuramente destato un po' di stupore una scelta lessicale di Luke Skywalker, quando questi spiega a Rey che non intende affrontare Kylo Ren e il Leader Supremo Snoke. Per l'esattezza, in inglese usa il termine laser sword anziché lightsaber (in italiano la cosa viene invertita, con "spada di luce" al posto di "spada laser"). Una svista assolutamente voluta che rimanda alle origini del progetto di Star Wars, poiché nelle primissime stesure del soggetto della saga era proprio quello il vocabolo usato da Lucas per descrivere le armi dei Jedi. D'altronde non si tratta della prima volta che tale sostituzione terminologica è avvenuta nel franchise, ma per accorgersene occorre aver visto i film in lingua originale: anche in Star Wars ep. I - La minaccia fantasma viene usata la parola laser sword.

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3. Ritorno alle origini

Mark Hamill in una scena de L'impero colpisce ancora
Mark Hamill in una scena de L'impero colpisce ancora

Tra gli elementi più sorprendenti del film vi è senz'altro il cameo di Yoda, che appare in forma spettrale per commentare le scelte di Luke. Doppiato ancora una volta da Frank Oz, presenza fissa in tutti gli episodi principali a partire da L'impero colpisce ancora (anche ne Il risveglio della forza, dove sentiamo solo la sua voce estrapolata da materiale d'archivio), il personaggio è raffigurato in maniera filologicamente corretta, con sembianze che ricordano più il pupazzo della prima trilogia che la versione digitale vista nella seconda. Questo ritorno al passato non si limita al fattore estetico, dal momento che i titoli di coda menzionano esplicitamente un gruppo di marionettisti coinvolti nella manipolazione di Yoda, confermando quindi che si tratta di un cameo completamente artigianale.

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4. Due Yoda al prezzo di uno

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Oz non è l'unico interprete della simpatica creatura verde coinvolto nella realizzazione del film, come svelato dai credits finali: anche Tom Kane, doppiatore di Yoda nella serie animata Star Wars: le guerre dei Cloni (nel video sotto potete vederlo in azione), ha prestato la sua voce al progetto. Per l'esattezza è stato reclutato per doppiare l'Ammiraglio Ackbar, presente nella prima mezz'ora del lungometraggio, poiché la voce storica del personaggio, Erik Bauersfeld, è venuta a mancare lo scorso anno. E non è l'unico attore dell'universo animato il cui nome appare nei titoli di coda...

5. Voci conosciute

James Arnold Taylor: Una foto del doppiatore
James Arnold Taylor: Una foto del doppiatore

Come ci ha svelato in un'intervista un anno fa (vedi link sotto), il responsabile degli effetti sonori Matthew Wood (noto anche per aver prestato la voce al Generale Grievous) ama reclutare i colleghi delle serie animate per il cosiddetto loop group, vale a dire l'insieme di voci secondarie che è possibile udire sullo sfondo in diverse scene o per creature aliene di vario tipo. Leggendo attentamente nei credits salta all'occhio soprattutto il nome di James Arnold Taylor, storica voce di Obi-Wan Kenobi, mentre per i versi di alcuni dei personaggi non umani è ragionevole supporre che siano stati ingaggiati altri due doppiatori menzionati, ossia David Sobolov e Fred Tatasciore, entrambi conosciuti per ruoli di questo tipo: il primo è la voce di Gorilla Grodd in The Flash, mentre il secondo è da anni il doppiatore ufficiale di Hulk nei progetti animati della Marvel. Da notare che nel suo caso c'è stato un piccolo errore di battitura nei credits: il suo cognome è scritto "Tatascoire".

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6. Doppio Hamill

Mark Hamill in sala doppiaggio per prestare la voce a Joker
Mark Hamill in sala doppiaggio per prestare la voce a Joker

Non contento di essere tornato a interpretare Luke Skywalker, anche Mark Hamill si è divertito a fare uso delle sue considerevoli doti vocali (ricordiamo che da oltre vent'anni è attivo soprattutto nel campo dell'animazione), con un secondo ruolo menzionato nei titoli di coda - un certo Dobbu Scay - ma non facilissimo da scovare. Dato il talento da doppiatore di Hamill, sarà forse necessario aspettare che lui stesso o qualcun altro confermi il punto preciso dove si cela il cameo (per ora sappiamo solo che è durante la sequenza del casinò). E a proposito di presenze nascoste, era stato svelato che sia Tom Hardy che i principi inglesi William e Harry sarebbero stati scritturati per interpretare degli Stormtrooper, ma per il momento la loro ubicazione nel film rimane un mistero (ammesso che le loro scene siano rimaste nel montaggio finale), mentre dovrebbe essere più facilmente individuabile il cameo del cineasta inglese Edgar Wright, che ha affermato su Twitter di avere un ruolo minore nella parte finale della pellicola.

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7. Passaggio di consegne

Joonas Suotamo con John Boyega
Joonas Suotamo con John Boyega

Già nell'episodio precedente Peter Mayhew, l'interprete di Chewbacca, si era fatto aiutare nelle scene più impegnative sul piano fisico da un sostituto, il finlandese Joonas Suotamo, ex-giocatore di basket noto per la sua statura imponente (2,10 metri). Sapevamo che Suotamo sarebbe stato Chewie a tempo pieno nel prossimo film antologico, Solo: A Star Wars Story, ma in realtà il passaggio del testimone è avvenuto già ne Gli ultimi Jedi, dove lui è menzionato come interprete unico del personaggio mentre il settantatreenne Mayhew, ormai quasi non più in grado di reggersi in piedi da solo, ha il titolo di consulente per la performance.

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8. A volte ritornano

Star Wars: Gli Ultimi Jedi: Laura Dern in un'immagine tratta dal film
Star Wars: Gli Ultimi Jedi: Laura Dern in un'immagine tratta dal film

Sebbene non appaiano insieme, nel film ritroviamo due dei protagonisti di Inland Empire: Laura Dern interpreta l'Ammiraglio Holdo, che prende il controllo della Resistenza mentre Leia è impossibilitata, e Justin Theroux appare di sfuggita nei panni dell'uomo che Finn e Rose dovrebbero reclutare per sabotare il sistema usato dal Primo Ordine per rintracciare i ribelli. Una riunione che è per certi versi legata al passato del franchise, poiché il regista che li ha diretti in Inland Empire, David Lynch, fu preso in considerazione per la regia de Il ritorno dello Jedi. Sono invece legati alla filmografia di Rian Johnson i camei di Noah Segan, che è uno dei piloti ribelli, e Joseph Gordon-Levitt, che presta la voce all'alieno che segnala la presenza di Finn e Rose alle autorità del pianeta Canto Bight. Infine, sul pianeta Crait, quando uno dei soldati constata che il suolo è fatto di sale, l'uomo al suo fianco è Gareth Edwards, il regista di Rogue One (dove invece c'era Johnson nei panni di uno dei tecnici della Morte Nera).

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9. Nomen omen

Star Wars: Gli Ultimi Jedi: il profilo di Adam Driver
Star Wars: Gli Ultimi Jedi: il profilo di Adam Driver

Durante lo scontro tra Rey e Snoke, quest'ultimo invita Kylo Ren a eliminare la ragazza, salvo poi ritrovarsi lui stesso ucciso dal suo apprendista. Un momento doppiamente simbolico per quanto riguarda il nome del nipote di Luke: da un lato Snoke lo aveva precedentemente descritto come il nuovo Darth Vader, e proprio come il nonno l'aspirante Sith ha finito per uccidere il proprio maestro; dall'altro, Snoke viene tagliato in due dalla spada laser, esattamente come Darth Maul per mano di Obi-Wan Kenobi, il cui soprannome Ben è il vero nome di battesimo di Kylo.

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10. Un luogo di famiglia

Star Wars: Gli ultimi Jedi, Carrie Fisher sul set del film
Star Wars: Gli ultimi Jedi, Carrie Fisher sul set del film

Per i neofiti e coloro che conoscono solo la saga cinematografica la scelta di Crait come luogo per lo scontro finale è notevole soprattutto sul piano iconografico, poiché la superficie salata del pianeta dà alla battaglia un'identità visiva forte e inedita. Per chi conosce invece i materiali non filmici c'è una valenza aggiuntiva: come svelato infatti nel recente romanzo Leia, Princess of Alderaan (un prequel ufficiale di Guerre stellari), è su Crait che ebbe inizio la partecipazione della sorella di Luke alla ribellione contro l'Impero, dopo aver scoperto che il padre adottivo Bail Organa coordinava da lì azioni clandestine.