Le nomination agli Oscar 2022 lasciano presagire una marcia trionfale per Netflix... o piuttosto una cavalcata trionfale, considerando che il colosso dello streaming piazza in primissima fila, come ultrafavorito per i premi principali, il melodramma western Il potere del cane, trasposizione a cura della regista neozelandese Jane Campion dell'omonimo romanzo di Thomas Savage: con ben dodici nomination, incluse un paio di candidature del tutto inaspettate, Il potere del cane è infatti l'indiscutibile frontrunner dell'edizione numero 94 degli Academy Award (qui trovate tutte le nomination agli Oscar 2022), che saranno assegnati il 27 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles. Come illustreremo nel nostro commento alle nomination agli Oscar 2022, si tratta di un'edizione che, per quanto riguarda le candidature, ha riservato tuttavia un gran numero di sorprese, sparigliando buona parte dei pronostici della vigilia: il segnale che i membri dell'Academy, i cui elettori ormai sfiorano le diecimila unità, si stanno 'emancipando' almeno in parte dai cosiddetti precursors, ovvero i trofei che precedono l'assegnazione degli Oscar.
Il potere del cane guida la cavalcata trionfale di Netflix
In quanto a numero di candidature, Netflix non ha eguagliato lo strepitoso record stabilito un anno fa (trentasei nomination), ma con un lauto bottino di ventisette citazioni la rete di streaming rimane comunque la capofila nella gara fra gli studios, superando le ventitré candidature della Disney e le sedici candidature di Warner Bros, di cui ben dieci attribuite al kolossal di fantascienza Dune. Dune, unico titolo campione d'incassi al box office fra i dieci candidati come miglior film, segue Il potere del cane per numero di nomination, mancando tuttavia quella per il regista Denis Villeneuve. In termini di premi, insomma, si profila un sostanziale plebiscito per l'affascinante e suggestivo dramma a tinte omoerotiche di Jane Campion; e dopo cinque titoli candidati all'Oscar principale (Roma, The Irishman, Storia di un matrimonio, Mank e Il processo ai Chicago 7), Netflix sembra finalmente in procinto di conquistare l'Oscar come miglior film grazie a una delle sue produzioni, mentre la Campion diventa la prima donna ad aver collezionato una seconda nomination come miglior regista, diciotto anni dopo Lezioni di piano.
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Belfast e le nomination da record di Kenneth Branagh
Nella decina dei titoli in gara come miglior film, la bandiera di Netflix sventola anche su Don't Look Up (quattro nomination in tutto), commedia satirica scritta e diretta da Adam McKay, che ha registrato un numero altissimo di visioni. A contendere ai film di Netflix il maggior numero di trofei, oltre a Dune, saranno probabilmente Belfast e West Side Story, con sette nomination a testa. Belfast, memoriale di Kenneth Branagh ambientato in Nord Irlanda all'epoca dei Troubles, ha sancito un record personale per il regista e interprete britannico, che raccoglie tre candidature per se stesso (miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura originale). Nel corso della sua carriera, Kenneth Branagh può vantare pertanto delle nomination agli Oscar (otto complessive) in sette categorie differenti, più di chiunque altro nella storia, superando così le sei categorie di George Clooney, Alfonso Cuarón e Walt Disney: in precedenza, infatti, Branagh era stato nominato anche come miglior attore per Enrico V, per il cortometraggio Swan Song, per la sceneggiatura adattata di Hamlet e come miglior attore non protagonista per Marilyn.
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Steven Spielberg sul podio dei registi da Oscar
Parlando di altri "pezzi forti" degli Oscar 2022, avevamo citato appunto West Side Story: la seconda trasposizione del celeberrimo musical teatrale, già portato sullo schermo nel 1961 da Robert Wise e Jerome Robbins, colleziona sette nomination (contro le undici nomination e i dieci Oscar del film precedente), inclusa l'ottava candidatura come miglior regista per il veterano Steven Spielberg. In questa categoria, Spielberg raggiunge Billy Wilder sul podio dei cineasti più candidati di sempre; più di loro due, nella storia dell'Academy, hanno raccolto soltanto Martin Scorsese (nove nomination da regista) e William Wyler (ben dodici). Per West Side Story si tratta senz'altro di un ottimo risultato, ma comunque inferiore alle aspettative, con assenze di peso in categorie quali la sceneggiatura e il montaggio. Sei nomination invece per il biopic sportivo Una famiglia vincente - King Richard di Reinaldo Marcus Green, con Will Smith schierato come miglior attore (è la sua terza candidatura da protagonista) e pronto a sfidare il sinistro Benedict Cumberbatch de Il potere del cane.
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Gli altri candidati, da Licorice Pizza a La fiera delle illusioni
Se, grazie a West Side Story, Steven Spielberg può vantare ora un totale di diciannove nomination individuali, ad aver raggiunto quote encomiabili sono pure Paul Thomas Anderson e Bradley Cooper. Paul Thomas Anderson mette a segno altre tre nomination (miglior film, regia e sceneggiatura) con la commedia romantica Licorice Pizza, arrivando così a undici candidature complessive; Bradley Cooper incassa invece una nona candidatura in qualità di co-produttore del noir La fiera delle illusioni di Guillermo del Toro (quattro nomination in tutto), che a dispetto del flop al box office rientra nel novero dei candidati come miglior film. Curiosamente né Anderson né Cooper hanno ancora vinto una singola statuetta, nonostante la pioggia di nomination, e non sembrano avere troppe speranze di poterci riuscire quest'anno. A chiudere l'elenco dei "magnifici dieci" sono infine la commedia familiare I segni del cuore di Sian Heder (remake de La famiglia Bélier), primo candidato come miglior film per Apple TV+, con tre nomination, e Drive My Car, trasposizione di un racconto di Murakami Haruki ad opera del regista giapponese Ryusume Hamaguchi.
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Un anno da Oscar per il cinema internazionale, da Drive My Car a Sorrentino
Quest'ultimo titolo merita un discorso a parte: premiato al Festival di Cannes e acclamatissimo dalla critica internazionale, Drive My Car è diventato l'undicesima pellicola non americana e recitata in una lingua diversa dall'inglese ad aggiudicarsi la candidatura all'Oscar come miglior film. In tutto, Drive My Car si è guadagnato quattro nomination: miglior film, regia, sceneggiatura adattata e film internazionale. Si tratta del fiore all'occhiello di un'edizione da incorniciare per il cinema non anglofono, che continua ad attrarre l'interesse dell'Academy: ne sono una prova le doppie nomination per La persona peggiore del mondo del norvegese Joachim Trier, candidato a sorpresa per la miglior sceneggiatura originale, e per lo spagnolo Madres paralelas, ovvero miglior attrice per Penélope Cruz e miglior colonna sonora di Alberto Inglesias. Nella cinquina per il miglior film internazionale, accanto ad Hamaguchi e Trier figurano Paolo Sorrentino per lo splendido È stata la mano di Dio, Lunana - A Yak in the Classroom di Pawo Choyning Dorji per il Bhutan e Flee del regista danese Jonas Poher Rasmussen, in lizza anche come miglior film d'animazione e come miglior documentario.
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Le nomination per gli interpreti, da Denzel Washington a Judi Dench
Chiudiamo infine questa panoramica iniziale delle nomination agli Oscar rivolgendo la nostra attenzione sugli interpreti. Fra gli attori protagonisti, accanto a Cumberbatch e Smith si segnala una storica nona nomination da interprete a Denzel Washington per il suo Macbeth, accompagnato da Javier Bardem ed Andrew Garfield. Fra le attrici protagoniste, la già citata Penélope Cruz si ritrova nella cinquina insieme alla Olivia Colman de La figlia oscura (tre nomination in tutto), dal romanzo di Elena Ferrante, e alle interpreti di tre ruoli biografici: Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye, Nicole Kidman nei panni di Lucille Ball in A proposito dei Ricardo e Kristen Stewart in quelli di Lady Diana in Spencer. A proposito dei Ricardo, oltre a Bardem e Kidman, vede candidato pure J.K. Simmons come miglior attore non protagonista, categoria contrassegnata dalla doppietta de Il potere del cane (Jesse Plemons e Kodi Smit-McPhee). Come miglior attrice non protagonista, infine, due grandi sorprese: Jessie Buckley per La figlia oscura e un'ottava nomination per la Judi Dench di Belfast, che a ottantasette anni conquista il podio dei candidati più anziani di sempre fra gli interpreti dopo Christopher Plummer per Tutti i soldi del mondo e Gloria Stuart per Titanic.