Oscar 2018: 6 cose che (forse) non sapete sui candidati degi 90esimi Academy Awards

Vi state preparando alla cerimonia di domenica notte? Ballot personali per sfidarci con gli amici, cuscini e pouf per metterci comodi, vettovaglie ipercaloriche e autobotti di caffè? Anche noi. Nel frattempo, qualche curiosità-lampo su questa edizione dei premi cinematografici più importanti del mondo.

Ci siamo anche quest'anno, poche ore e inizieremo ad ammirare il passaggio delle star sul red carpet del Dolby Theater di Los Angeles, in attesa dell'inizio di una nuova cerimonia di consegna degli Oscar che regalerà più di un emozione, anche se sarà impossibile eguagliare il finale shock della serata dello scorso anno, con l'annuncio del vincitore sbagliato e il produttore di La La Land costretto a chiamare sul palco il team di Moonlight perché erano loro ad aver vinto.

Prepariamoci ad assistere a una trasmissione all'insegna del controllo e dell'ansia; ma anche, ancora una volta, dell'incertezza perché, sebbene La forma dell'acqua - The Shape of Water appaia favorito con le sue tredici nomination, dal punto di vista statistico Tre manifesti a Ebbing, Missouri ha le carte in regola per batterlo in volata. Del resto, i film belli non sono mancati, basta aggiungere a questi due ottimi titoli il nuovo gioiello di Paul Thomas Anderson Il filo nascosto, il delizioso Lady Bird di Greta Gerwig.

1. Roger Deakins: un Oscar a lungo atteso

Blade Runner 2049: Jared Leto in una scena del film
Blade Runner 2049: Jared Leto in una scena del film

Lo scorso anno, lo ricorderete, abbiamo festeggiato con inusitato giubilo l'esito della contesa nella categoria dedicata al missaggio sonoro: questo perché, dopo ventuno nomination, per la prima volta Kevin O'Connell, il detentore del record che non piace a nessuno, quello delle candidature a vuoto e beniamino di tutti gli osservatori della Oscar Race, è riuscito a vincere. La sua eredità è raccolta da Greg P. , ingegnere del suono, con 19 nominations, ma lui non è candidato quest'anno. Ad essere candidato, invece, è un signore che è arrivato alla quattordicesima menzione e che è una vera e propria leggenda della direzione della fotografia: con Blade Runner 2049, che è un film che, vista la centralità della qualità della luce e del colore, può essere considerato tanto di Roger Deakins quanto di Denis Villeneuve. Il film non ha certamente fatto sfracelli al boxoffice, anche se noi siamo certi che sarà ricordato come uno dei migliori sequel della storia della cinematografia seriale. Di fronte a cotanta carriera, e di fronta al lavoro incredibile fatto al fianco del regista canadese, ci sembra improbabile che l'Academy gli neghi la statuetta, anche perché Deakins si è già portato a casa il premio dell'American Society of Cinematographers. Preparatevi ad applaudire.

2. In odore di poker

The Post: Meryl Streep e Alison Brie in una scena del film
The Post: Meryl Streep e Alison Brie in una scena del film

Meryl Streep e Daniel Day-Lewis sono probabilmente gli attori più prominenti della loro generazione, e sono tra i più grandi di tutti i tempi. L'Academy, l contrario di quanto capitato con tanti loro illustri colleghi, non ha mancato di onorare il loro talento fuori dal comune e le loro straordinarie carriere. Entrambi hanno vinto tre Oscar e sono candidati quest'anno: l'attore londinese detiene già il record assoluto insieme a Jack Nicholson (ma Day-Lewis ha vinto tre Oscar per ruoli da protagonista Il mio piede sinistro, L'ultimo dei mohicani, Lincoln - mentre Nicholson ne ha uno come non protagonista) e vincendo per Il filo nascosto potrebbe scavalcarlo; Meryl invece con una vittoria per The Post potrebbe raggiungere a quota quattro statuette l'impareggiabile Katharine Hepburn. Difficile però che succeda, dato che nella categoria maschile Gary Oldman appare favoritissimo mentre in campo femminile Meryl deve vedersela con quattro agguerrte rivali che per quasta volta sembrano in vantaggio su di lei. Ma se Streep prima o poi ce la farà a mettere le mani sul quarto Oscar, questa potrebbe essere l'ultima chance per Daniel Day-Lewis. Se voi riuscite a credere che davverò smetterà di recitare, perché noi mica ce ne capacitiamo. Daniel, per favore ripensaci!

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Il filo nascosto: Daniel Day-Lewis in un momento del film
Il filo nascosto: Daniel Day-Lewis in un momento del film

3. Nonno Oscar

Con la sua incredibile nomination per Tutti i soldi del mondo (incredibile per il modo in cui è arrivata, con l'ingaggio a film finito per sostituire Kevin Spacey e rifare tutte le sue scene, non certo perché immeritata) l'ottantottenne Christopher Plummer è diventato l'attore più anziano mai candidato all'Oscar, battendo il record di Gloria Stuart, candidata a ottantasette anni per Titanic. Plummer non vincerà (il favorito nella categoria migliore attore non protagonista è il magnifico Sam Rockwell di Tre manifesti a Ebbing, Missouri), ma i complimenti del caso un talento così longevo e instancabile se li merita eccome.

Tutti i soldi del mondo: Christopher Plummer in un primo piano del film
Tutti i soldi del mondo: Christopher Plummer in un primo piano del film

4. Il cinema non ha etnia (o genere)

Venezia 2017: Guillermo del Toro con il leone d'oro al photocall dei premiati
Venezia 2017: Guillermo del Toro con il leone d'oro al photocall dei premiati

Con l'exploit di Guillermo del Toro e del suo struggente La forma dell'acqua continua anche la love story dell'AMPAS con gli autori latino-americani: Hector Babenco, Fernando Meirelles, Alejandro González Iñárritu e Alfonso Cuarón sono stati nominati alla statuetta destinata al miglior regista, e gli ultimi due se la sono anche portata a cara (due volte, nel caso di Inarritu). Nella stessa categoria, Greta Gerwig con Lady Bird diventa la quinta donna candidata di sempre - sembra incredibile ma è così, è solo la quinta. Prima di lei sono state onorate Lina Wertmüller (Pasqualino Settebellezze), Jane Campion (Lezioni di piano), Sofia Coppola (Lost in Translation - L'amore tradotto) e Kathryn Bigelow (The Hurt Locker). Se il vento cambia per le donne, lo stesso succede con i registi afro americani che si conquistano sempre più autorevolmente gli spazi che meritano: Jordan Peele (Scappa - Get Out) è il quinto regista afro-americano a ottenere la noination per la regia dopo John Singleton, Lee Daniels (Precious), Steve McQueen (12 anni schiavo) e Barry Jenkins (Moonlight).

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La vera rivoluzionaria per quest'anno è una sceneggiatrice: Dee Rees ha scritto Mudbound ed è la prima donna afro-americana ad essere candidata nella categoria Migliore sceneggiatura non originale. Dalle parti della sceneggiatura originale, invece, riecco Peele e il suo Get Out, anche lui primo afro-americano ad andare in nomination.

Un nuovo trionfo per Kobe?

Restiamo in ambito black per parlare di basket, dove di certo agli afro-americani non è rimasto da conquistarsi nulla perché sono sempre stati i numeri uno. La leggendaria guardia dei Lakers, Kobe Bryant, è candidato all'Oscar per il miglior corto di animazione con il suo Dear Basketball, da lui scritto e narrato, ed è difficile pensare che l'Academy rimanga indifferente.

Attento, Zio Walt

Concludiamo il nostro excursus ricordando che il compositore John Williams ha appena ottenuto, firmando lo score di The Post per Steven Spielberg, la sua quarantaseiesima nomination per le migliori musiche in un film, e aggiungendo quelle per la migliore canzone si arriva a un totale di cinquantuno. C'è una persona soltanto che ha ottenuto più candidature di lui ed è Walt Disney, che ne ottenne cinquantanove. Vero è che Williams non è un ragazzino, ma con un piccolo sforzo e il supporto (che non è mai mancato) dell'Academy chissà che non possa farcela a diventare più leggenda della leggenda...

Walt Disney in una foto d'epoca
Walt Disney in una foto d'epoca