Mario Martone: “Il cinema è ossigeno per la mente. Dobbiamo evitare che in autunno le sale richiudano”

Premio Fiesole 2021, Mario Martone ci ha raccontato i suoi progetti futuri e la sua visione sulla crisi delle sale e sulla ripartenza in un incontro pre-cerimonia tenutasi al Teatro Romano di Fiesole domenica 4 luglio.

Venezia 2010: Mario Martone è in concorso con il film Noi credevamo
Venezia 2010: Mario Martone è in concorso con il film Noi credevamo

A Mario Martone va il Premio Fiesole 2021. Dopo un anno di stop torna la manifestazione organizzata dal Sindacato Toscano dei Critici Cinematografici che premia i maestri del cinema italiano. Avevamo lasciato il premio nelle mani di Paolo Sorrentino e lo ritroviamo in quelle di Martone. Da Napoli a Napoli. "Io sono rassegnato a vedere il mio nome associato a 'regista napoletano'" ci confessa Martone, non senza una punta di divertimento. "Per i miei colleghi non sempre viene specificata la città d'origine, ma io sono un regista napoletano. Napoli è una città potente, è chiaro che conta nel mio lavoro, ma quando faccio un film penso alla storia, alle persone. Non penso a Napoli, anche se gli esterni pesano sugli interni".

Pur non avendo ritratto esclusivamente Napoli nei suoi film, gli esordi cinematografici di Mario Martone sono indissolubilmente legati alla città in cui è nato, a partire dalla cosiddetta "trilogia napoletana": "I miei primi tre film, tutti ambientati nella mia città, mostrano tre Napoli incredibilmente diverse. Morte di un matematico napoletano è un film sospeso, ambientato in una Napoli quasi sognata, anche perché era un film in costume ambientato nel '59 e coi soldi a disposizione non potevamo ricostruire niente. Così abbiamo girato nelle parti della città non ricostruite. L'amore molesto, nato in reazione al Matematico, è un film di corpi immerso nella contemporaneità, opposto per certi versi, anche fotograficamente. Teatro di guerra è ancora un altro mondo, è ambientato nel teatro napoletano perché è da lì che provengo, ma avrebbe potuto essere ambientato in qualsiasi città. Poi mi sono allontanato da Napoli finché non mi ci ha riportato il Leopardi de Il giovane favoloso".

Un cinema di donne forti, protagoniste

Noi credevamo di Mario Martone. Il regista sul set
Noi credevamo di Mario Martone. Il regista sul set

La consegna del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2021 a Mario Martone si è tenuta domenica 4 luglio alle 20.45, presso il Teatro Romano di Fiesole, con modalità un po' diverse dal solito per via dell'emergenza sanitaria. Ad aprire la serata un incontro con l'autore e la presentazione del volume monografico dedicato al cinema di Mario Martone, seguita dalla proiezione de L'amore molesto, film di Martone del 1995 che vede protagonista Anna Bonaiuto, all'epoca compagna di Martone. Come svela il regista, "il mio approdo al cinema è legato ad Anna. Volevo fare un film per lavorare con lei, l'amore è una grande spinta. In Morte di un matematico napoletano era la moglie del protagonista. Il romanzo di Elena Ferrante contiene un personaggio femminile bellissimo, molto diverso dal solito. Mi sono sganciato dalle figure femminili di contorno tipiche di tanto cinema, mogli, figlie, madri di... perché volevo raccontare donne che avessero la centralità".

Mario Martone: "Il sindaco del rione Sanità è l'inizio di una trilogia su Eduardo De Filippo"

Venezia 2014 - Mario Martone e Ippolita di Majo presentano Il giovane favoloso
Venezia 2014 - Mario Martone e Ippolita di Majo presentano Il giovane favoloso

A premiare Mario Martone, oltre alla moglie e collaboratrice Ippolita Di Majo, intervengono Marianna Fontana ed Eduardo Scarpetta, due giovani attori da lui diretti in Capri - Revolution e Qui rido io, nuova incursione teatrale di prossima uscita. "Quando comincio un lavoro è sempre tabula rasa" spiega Martone. "Non penso allo stile. Per me lo stile è qualcosa che proviene dall'osservazione delle cose e dalla pratica del fare. Un regista non è un pittore, non è solo, intorno ha tante persone, il cinema è l'arte della realtà che si fa con le persone. Io non voglio che gli attori eseguano ordini, ma cerco di stimolare la loro creatività. Creo gruppi fin dagli anni '70 ed è dal gruppo che nascono i miei lavori anche se la situazione attuale ha dato una forte accelerazione alla tendenza all'isolamento".

Il sindaco del rione Sanità: il nipote dell'uomo che ispirò la commedia contro il film di Martone

Ritorno al Rione Sanità

Capri Revolution Reinout Scholten Van Aschat Mario Martone Set
Capri - Revolution: Mario Martone e Reinout Scholten van Aschat sul set del film

Viste le restrizioni dovute all'emergenza sanitaria ancora in corso, impossibile non affrontare il tema della salute del cinema italiano in lenta ripresa dopo il lungo stop. "Mentirei se dicessi di non essere preoccupato" confessa Mario Martone. "Il grande schermo era in crisi già prima dello stop perché lo streaming era in crescita. In America c'è una ripresa negli incassi, ma lì stanno abolendo il limite di capienza e già questo fa una grande differenza. Quanta voglia si ha di stare in una sala in cui devi stare seduto lontano dagli altri? Cos'è un film comico senza le risate del pubblico? Non so cosa accadrà, ma è importante evitare che i cinema vengano richiusi il prossimo autunno anche se i contagi risaliranno. Il modello spagnolo ha dimostrato che cinema e teatri sono luoghi sicuri perché controllabili. Cinema e teatro sono ossigeno per la mente, e non possono essere imitati solo dallo streaming. Io sono a favore dello streaming, ho fatto uscire Il sindaco del Rione Sanità su RaiPlay ed è andato molto bene, credo che dobbiamo valorizzare anche questa opportunità. Ma la sala è un'altra cosa, è un'esperienza unica di cui non bisogna privare le generazioni future".

Il giovane favoloso: il regista Mario Martone sul set del film
Il giovane favoloso: il regista Mario Martone sul set del film

Nonostante le incertezze sul futuro, Martone continua a essere immerso nel lavoro. Mentre si attende l'uscita di Qui rido io, che torna a fondere cinema e teatro raccontando la storia di Edoardo Scarpetta, interpretato da Toni Servillo, e della sua famiglia teatrale ("sarà un film corale, visivamente impegnativo, nato dal progetto di una serie su De Filippo mai realizzata che avevamo progettato io e Ippolita"), il regista si prepara a tornare sul set per il suo prossimo lavoro: "Comincerò a girare il nuovo film a inizio settembre. Tornerò nei luoghi de Il sindaco del Rione Sanità. Il film si intitola Nostalgia, è tratto da un romanzo di Ermanno Rea e vedrà protagonista Pierfrancesco Favino".