Il sindaco del rione Sanità: il nipote dell'uomo che ispirò la commedia contro il film di Martone

a versione "modernizzata" di Antonio Barracano presente ne Il sindaco del rione Sanità è stata criticata dal nipote di Luigi Campoluongo, che ispirò Eduardo De Filippo per la sua commedia.

Il nipote di Luigi Campoluongo, detto "Naso di cane" e "l'ultimo guappo del rione Sanità" non ha apprezzato affatto la pellicola diretta da Mario Martone, Il sindaco del rione Sanità: un adattamento in chiave moderna dell'omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo.

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Il sindaco del rione Sanità: un primo piano di Francesco Di Leva

Il nipote principalmente ha criticato la versione "modernizzata" di Antonio Barracano che, secondo lui, non rispecchia affatto né la figura di suo zio né il famoso protagonista della commedia scritta e interpretata da De Filippo.

Su "Identità Insorgenti", celebre giornale online, il nipote di Campoluongo ha scritto: "Mio zio conobbe Eduardo al teatro San Ferdinando dove stava facendo le prove per una sua commedia, i due si frequentarono per un po' di tempo ed in seguito il drammaturgo iniziò a raccontare che aveva finito di scrivere una commedia su un uomo, una sorta di giudice popolare, simile a zio Luigi e descrisse sia il personaggio che la trama della commedia."

"Eduardo, che per tutto il tempo temeva che mio zio potesse vantare grosse somme di denaro per il suo "placet", invece si sentì rispondere di sì non chiedendo nulla in cambio: zio Luigi se ne uscì con un solo ed un semplice 'grazie!'. Questo era mio zio: uomo dell'800 che ebbe la fortuna di vivere ben 91 anni e che non rispecchia assolutamente la figura del protagonista del film di Mario Martone del 2019." Ha concluso il nipote.

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Il sindaco del rione Sanità: Francesco Di Leva e Salvatore Presutto in una scena del film

A proposito di Luigi Campoluongo, in un'intervista del 1979, Eduardo dichiarò: "Era un pezzo d'uomo bruno, teneva il quartiere in ordine... questi Campolongo non facevano la camorra, vivevano del loro mestiere. Con lui Don Antonio Barracano non è un "padrino" ma un uomo che ha vissuto sulla propria pelle l'ingiustizia e che, per amore della giustizia e sfiducia negli uomini, se la fa da sé con i mezzi a propria disposizione."