House of the Dragon, la recensione: i draghi sono tornati. Sarà fuoco e sangue

La recensione di House of the Dragon, serie prequel di Game of Thrones che racconta la dinastia Targaryen. Tratta dal romanzo Fuoco e fiamme, i fan di George R.R. Martin non rimarranno delusi.

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House of the Dragon: una scena della serie

Nelle prime puntate di Game of Thrones si parla della dinastia Targaryen, ormai caduta in disgrazia. Nelle stanze vicine a quelle in cui è conservato il Trono di spade ci sono ancora i teschi dei loro potenti draghi, diventati via via più piccoli e deboli. Il momento più florido per la potente famiglia, che si è assicurata per diverse generazioni un posto sul trono dei Sette Regni, è stato sotto Re Viserys I. Durante il suo comando ha avuto ben 17 draghi. Pacifico per anni, il sovrano ha visto cadere la propria discendenza sempre per il solito motivo, quello che ha animato anche la vita di Daenerys Targaryen, arrivata 172 anni dopo di lui: chi siederà sull'Iron Throne? Se avete sempre avuto un debole per i cavalcatori di draghi questa è la serie che stavate aspettando. Non pensavamo di trovarci di fronte a una première che avrebbe suscitato in noi tanto entusiasmo, eppure è successo: la recensione di House of the Dragon è infuocata, come i protagonisti dello show.

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House of the Dragon: Matt Smith in una foto di scena

Disponibile dal 22 agosto in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, House of the Dragon è tratta dal romanzo di George R.R. Martin Fuoco e sangue. Chi, preoccupato dalla conclusione frettolosa di Game of Thrones, prova diffidenza (comprensibilissima) nei confronti di questo prequel dovrà ricredersi: lo scrittore ha supervisionato, visto e apprezzato ogni episodio. E in effetti la sua impronta è ben visibile.

Se avete amato gli intrighi politici, il sangue, il sesso e i colpi di scena della serie madre potete stare tranquilli: il tono è quello giusto. A impreziosire tutto c'è la regia di Miguel Sapochnik, anche showrunner insieme a Ryan J. Condal, autore di alcuni degli episodi più belli de Il Trono di spade, come La battaglia dei bastardi. Grazie alla sua visione d'insieme ha saputo dare il respiro epico di cui c'era bisogno per far partire questo nuovo capitolo della saga fantasy. E se vi state chiedendo se si vedranno dei draghi in questa serie di draghi, parafrasando il dottor Ian Malcom di Jurassic Park, preparatevi a gioire: non solo ci sono, tanti e molto diversi tra loro, ma sono anche bellissimi! Si è occupato di loro un team apposito, che ha fatto studi perfino sulla muscolatura per renderli più realistici possibile.

Nessuna donna si è mai seduta sul Trono di spade

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House of the Dragon: una delle prime immagini rilasciate

Se anche voi avevate puntato tutto su Daenerys Targaryen come vincitrice del "gioco del trono" capiamo la vostra profonda delusione quando si è completamente lanciata nel Lato Oscuro. Tra gli onorevoli ma rigidi Stark e i corrotti e debosciati Lannister, la Madre dei draghi, liberatrice di popoli e rappresentante del nuovo, ci aveva conquistato, sembrando la scelta più logica e bella per regnare. Ma purtroppo non è andata così.

Dando uno sguardo ai suoi antenati, si capisce però da dove arrivi la sua follia e la natura più violenta. Re Viserys I (Paddy Considine), dicevamo. Senza un erede maschio, il sovrano si trova costretto a nominare un successore. La scelta è tra il fratello Daemon Targaryen (Matt Smith), impulsivo, sadico e arrogante, e la figlia Rhaenyra (Milly Alcock da adolescente, Emma D'Arcy da adulta). Entrambi sono in grado di cavalcare i draghi e comandare loro di fare fuoco. Il re è in una posizione difficile: non solo deve scegliere tra il fratello e la sua unica figlia, ma, se dovesse decidere in favore della ragazza, avrebbe anche gran parte della corte contro. Nessuna donna si è mai seduta sul Trono di Spade in cento anni e in molti non vogliono vedere cambiare la tradizione.

Un peso determinante nella scelta di Viserys l'avrà il consiglio della sua Mano del re: Otto Hightower (Rhys Ifans), che ha dei progetti precisi per sé e la sua famiglia. In questo senso la figlia Alicent (Emily Carey da piccola e Olivia Cook da grande), dama di compagnia e amica della principessa Rhaenyra, è una pedina fondamentale.

House of the Dragon, il video del red carpet di Londra: ecco quante stagioni avrà la serie

House of the Dragon: un grande nuovo inizio

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Le prime immagini dal set di House of the Dragon

Forti dell'esperienza maturata con la serie madre, House of the Dragon è tutto ciò che dovrebbe essere. Oltre ai magnifici draghi, alla cura di costumi, oggetti di scena e scenografie, è la scrittura a essere ottima. Alle numerose scene di dialogo, ambientate durante le riunioni del re con il suo cerchio di consiglieri più ristretti, se ne alternano molte altre d'azione, come quella del torneo. Non mancano inoltre i momenti più intimi e sottili, in cui il silenzio domina e gli attori possono dare sfoggio della propria abilità.

Anche perché il cast di House of the Dragon è perfetto. Accanto ad attori esperti come Rhys Ifans e Matt Smith, che interpreta il tormentato Daemon Targaryen con l'impeto di uno Zatlan Ibrahimovich (come non amarlo, quindi?!), stavolta gli interpreti più giovani sono stati scelti con cura. Se in Game of Thrones alcuni protagonisti, una volta cresciuti, si sono rivelati (soprattutto a confronto con alcuni dei migliori attori inglesi provenienti dal teatro) non all'altezza del proprio ruolo, in questa serie prequel ci sono giovani attrici dal talento già evidente.

House of the Dragon, il parere di George R.R. Martin: "Ne sono impressionato!"

Se non avete letto il libro di George R.R. Martin preparatevi: il sangue scorrerà a fiumi. E stavolta sarà anche il regno del fuoco, fino ad arrivare alla leggendaria "Danza dei draghi". Non vi diciamo cos'è per non rovinarvi la sorpresa. Ma cominciate a prepararvi psicologicamente.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di House of the Dragon, il prequel di Game of Thrones, forte dell'esperienza della serie madre, ritrova la giusta atmosfera, concentrandosi sui numerosi protagonisti, dando a ciascuno il proprio spazio. Il cast è eccellente, mentre la regia di Miguel Sapochnik, già autore di alcuni degli episodi più belli di Il Trono di Spade, come La battaglia dei bastardi, conferisce al primo episodio il giusto respiro epico. George R.R. Martin ha supervisionato tutti gli episodi: i fan non rimarranno delusi.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Il cast eccellente: da Matt Smith a Rhys Ifans fino ai nuovi talenti come Milly Alcock.
  • La regia di Miguel Sapochnik, che dà al primo episodio il giusto respiro epico.
  • La scrittura: ogni personaggio è ben approfondito.
  • L'animazione dei draghi.
  • La cura di costumi e scenografie.
  • La colonna sonora di Ramin Djawadi.

Cosa non va

  • Chi è rimasto scottato dal finale di Game of Thrones potrebbe partire prevenuto.
  • Chi non ha visto la serie madre potrebbe perdersi diversi dettagli e collegamenti con Il Trono di Spade.