Le uscite della settimana: arrivano Exodus, Hungry Hearts e La Teoria del Tutto

Tra le uscite del 15 gennaio ce n'è davvero per tutti i gusti, dall'epopea di Mosé in versione kolossal action-bellico interpretato da Christian Bale profeta condottiero, al biopic sulla vita dell'astrofisico Stephen Hawking passando per il discusso Hungry Hearts di Saverio Costanzo e per il nuovo film di Asterix che, per tempistica e per contenuti narrativi, assume in questi giorni drammatici vissuti dal popolo francese un significato che va ben oltre il semplice intrattenimento.

Partiamo dal principio, proprio letteralmente, e cioè da Mosé. Le feste sono finite, l'Epifania ha portato via un sacco di cose ma non ha scalzato dalla vetta il film che rappresenta la vera sorpresa di questo inizio d'anno.

Lassù stabile e inamovibile per media sala e per incasso totale c'è sempre l'American Sniper di Clint Eastwood che ha sbaragliato la concorrenza ottenendo il miglior incasso italiano di sempre nella filmografia del regista. La domanda nasce spontanea: sarà così anche la settimana prossima? Oppure Ridley Scott con il suo nuovo 'faraonico' kolossal riuscirà a balzare in testa? Di certo la presenza di Christian Bale pesa, come pesava all'epoca quella di Russel Crowe, e non poco. Vediamo nel dettaglio il film più importanti della settimana.

Exodus - Dei e Re

Exodus - Dei e Re: Christian Bale è Mosè in una scena del film biblico
Exodus - Dei e Re: Christian Bale è Mosè in una scena del film biblico

A giudicare dai deludenti incassi ottenuti negli States (solo 24 milioni nel primo week-end e nessun miglioramento nelle settimane successive) probabilmente Ridley Scott & Co. non ce la faranno a scalzare il buon 'vecchio' Clint, ma chi può dirlo? D'altronde da noi i film epici, biblici e catastrofici ottengono sempre ottimi risultati, sarà per via delle implicazioni religiose o perché noi italiani troviamo sempre qualcosa di rassicurante e catartico nelle tragedie altrui, quelle che possono distoglierci anche solo per un paio d'ore dalle nostre. Se poi ci mettiamo pure le critiche arrivate dal mondo islamico, che accusa i realizzatori di non aver mantenuto le etnie originali dei personaggi nonché di aver raccontato gravi inesattezze storiche nella rappresentazione dell'Islam (critiche che in alcuni paesi hanno causato persino la cancellazione dell'uscita) allora il gioco è fatto.

Christian Bale e Ridley Scott sul set di Exodus - Dei e Re
Christian Bale e Ridley Scott sul set di Exodus - Dei e Re

Staremo a vedere, le premesse per gustarsi almeno uno spettacolo da far strabuzzare gli occhi ci sono tutte, il carisma non manca visto che nel cast ci sono anche la mitica Sigourney Weaver, Joel Edgerton nei panni del fratellastro di Mosè, il faraone Ramses, e John Turturro nei panni di Seti, e poi ci sono Ben Kingsley, Hiam Abbass e pure Aaron Paul. Capitano coraggioso del gruppo un indomito Christian Bale, esperto di lati oscuri, chiamato ad un'interpretazione finalizzata a raccontarci l'indole combattiva del Profeta, molto diversa da quella aulica e filosofica portata sul grande e sul piccolo schermo da attori straordinari come Charlton Heston e Burt Lancaster. I dubbi sulla sceneggiatura sono giustificati, il rischio di derive patinate che non sarebbero nuove nella filmografia di Scott c'è, la ricerca di un'esteticità esasperata pure, ma mai giudicare un film prima di averlo visto. Se rimarrete delusi non vi preoccupate, è prevista per l'autunno 2015 l'uscita del fantascientifico The Martian, in cui Ridley Scott racconta la lotta per la sopravvivenza di un astronauta rimasto intrappolato su Marte. Qui non abbiamo un cavallo, non abbiamo eserciti, né guerre, né piaghe, né locuste, vediamo come se la caverà il buon vecchio e caro Ridley quando si tratterà di raccontare le solitudini di un uomo che tutti hanno creduto morto e che invece è imprigionato su un pianeta inospitale senza possibilità di inviare un SOS. Leggi lo speciale sulle scene salienti di Exodus mostrate in anteprima qualche settimana fa.

Hungry Hearts

Hungry Hearts: Alba Rohrwacher madre apprensiva in una scena
Hungry Hearts: Alba Rohrwacher madre apprensiva in una scena

Dopo la doppia Coppa Volpi vinta dai protagonisti Alba Rohrwacher e Adam Driver e dopo aver diviso la critica, arriva finalmente in sala Hungry Hearts, il film di Saverio Costanzo che porta sul grande schermo un dramma incentrato sulla maternità, sul lato oscuro e distorto di un sentimento d'amore che può trasformarsi in qualcosa di patologico, di malsano, di distorto e tragico. Partiamo dalle poche certezze: il film è girato bene, ha un respiro internazionale molto marcato e un look intrigante vivacizzato da guizzi stilistici interessanti, e poi Driver e la Rohrwacher sono molto bravi. Il problema però c'è, e non è neanche troppo piccolo, anzi è abbastanza serio. La narrazione alterna momenti seri, altri più romantici con scene che sfiorano la macchietta, non ha un filo conduttore ed il risultato è un'opera a tratti superficiale che proprio quando sembra stia prendendo la direzione giusta propina allo spettatore l'ennesima scivolata, l'ennesimo picco di pathos, l'ennesimo cambio repentino di genere che porta la storia da un'altra parte, a sottolineare prima un aspetto poi un altro, ma sempre lontano dal punto focale della storia: la malattia psichiatrica di una madre convinta di star proteggendo in ogni modo possibile e immaginabile il suo bambino 'speciale' dal mondo crudele che le sta intorno. Vi capiterà spesso di guardare il vostro vicino di poltrona con gli occhi di chi si sta perdendo e cerca anche solo un gesto di conforto. Beh, non vi preoccupate, va tutto bene, o meglio, tranquillizzatevi perché non è successo solo a voi.

Hungry Hearts: Adam Driver e Alba Rohrwacher in una drammatica scena del film
Hungry Hearts: Adam Driver e Alba Rohrwacher in una drammatica scena del film
Forse è arrivato il momento per Costanzo di tornare alle origini, di provare a trovare il suo percorso ripartendo da Private, senza cercare ancore di salvezza letterarie che, se da un lato lo hanno aiutato a trovare una chiave stilistica personale, dall'altro gli hanno impedito di essere pienamente se stesso. E proprio quando cerchi nel web rassicurazioni in merito ecco che ti imbatti nella notizia che distrugge le tue speranze: Costanzo attualmente sta lavorando alla trasposizione cinematografica dell'omonimo best seller biografico di Emmanuel Carrère. Limonov, atteso nelle sale per il 2016, è infatti incentrato sulla figura del politico e scrittore Eduard Limonov, fondatore e leader del Partito Nazional-Boscevico. Continuiamo così. Leggi la nostra recensione di Hungry Hearts.

La Teoria del Tutto

Eddie Redmayne e Felicity Jones in compagnia di Stephen Hawking durante le riprese di Theory of Everything
Eddie Redmayne e Felicity Jones in compagnia di Stephen Hawking durante le riprese di Theory of Everything

"Per quanto brutta possa essere la vita, laddove c'è vita c'è speranza". C'è tanta verità nelle parole di Stephen Hawking, una mente geniale che proprio sul nascere del suo successo ha dovuto fare in conti con una notizia terribile che gli ha totalmente cambiato l'esistenza. Malattia dei motoneuroni, o più precisamente la SLA, una patologia neurologica che, sulla carta, lascia meno di due anni di vita: questa la diagnosi terribile con cui Stephen, non ancora ventenne, si ritrova a dover fare i conti nel pieno dei suoi studi al college e all'inizio della storia d'amore con Jane Wilde (autrice del romanzo da cui è tratto il film come Jane Hawking e prima moglie con la quale ha divorziato nel 1991, ci scuserete per lo pseudo-spoiler). Giovane, bella, talentuosa, con un futuro straordinario davanti, Jane sceglierà di restare al fianco di Stephen nonostante le difficoltà, lo assisterà e gli darà ben tre figli. Per uno nato a trecento anni esatti dalla morte di Galileo Galilei esperto di buchi neri cosmici, quella scoperta rappresentava qualcosa orrendamente metaforico, di sconosciuto e di devastante. Arrendersi? Mai. Cosa ci può salvare? L'amore.

Eddie Redmayne in una scena de 'La Teoria del Tutto'
Eddie Redmayne in una scena de 'La Teoria del Tutto'

Non vi fate ingannare, questo non è un biopic nel senso classico del termine, quanto più un dramma che parla d'amore, che racconta dell'incontro di due anime, della loro vittoria contro un destino crudele, del gioco di squadra, delle scoperte geniali di Hawking, di scelte difficili, della forza d'animo che quella creatura splendida che è l'essere umano riesce talvolta a trovare dentro di sé. Ad incarnare in maniera stupefacente il celebre astrofisico che, lo ricordiamo, è ancora in vita e pieno di entusiasmo, il giovane attore britannico Eddie Redmayne, fresco di Golden Globe (leggi il nostro speciale sulla premiazione dei Golden Globes) per la migliore interpretazione drammatica, che regala un'interpretazione davvero straordinaria. Passato fuori concorso al 32° Torino Film Festival (leggi la nostra intervista a Eddie Redmayne), La Teoria del Tutto contiene proprio tutto, ma tutto tutto, lo dice pure il titolo, quello che c'è da sapere sul più brillante e celebrato astrofisico dei nostri tempi. Leggi la nostra recensione de La Teoria del Tutto.

Asterix e il Regno degli Dei

Asterix e il Regno degli Dei: Asterix e Obelix in una scena del film
Asterix e il Regno degli Dei: Asterix e Obelix in una scena del film

E' lui, il film più allegro della settimana. Oltre cento milioni di spettatori hanno seguito le avventure di Asterix al cinema grazie agli otto film d'animazione e ai quattro film con attori in carne e ossa, ma quello che arriva nelle sale oggi è il film della 'saga' forse più importante. Allegro sì, leggero pure, come da sempre sanno essere Asterix e Obélix, ma c'è da considerare che arriva nelle sale italiane a pochi giorni di distanza da una delle settimane più difficili della storia di Francia. Asterix e il Regno degli Dei (in uscita in ben trecento sale) è un film d'animazione di stampo piuttosto classico che in questi giorni cattura l'attenzione non tanto per l'innovazione importante del 3D o per i passi da gigante fatti dalle tecniche CGI utilizzate, quanto per l'allegoria che fa riferimento alle ripercussioni che il tragico attentato terroristico perpetrato ai danni della redazione del giornale satirico Charlie Hebdo ha avuto sull'opinione pubblica mondiale, sui già fragili rapporti internazionali tra il mondo occidentale e mondo islamico e sulla storia d'Europa. Tutto il mondo si è mobilitato in nome della libertà e della solidarietà, cosa che il baffuto guerriero dalla statura minuta e il suo amico panciuto hanno fatto con ironia, sagacia e forza sin dall'inizio, sin dai lontani anni Cinquanta che hanno dato vita ai loro personaggi, due irriducibili galli che tentano di resistere a qualsiasi attacco colonizzatore e che, in particolare in questo ultimo film, si trovano a combattere con tutte le loro forze le lusinghe di una mondializzazione che si sta materializzando sotto i loro occhi. L'unica arma a disposizione? Mai dimenticare le proprie origini e rivendicare il sacrosanto diritto di appartenenza. Leggi la recensione di Asterix e il Regno degli Dei.

Banana e Italo

Banana: Marco Todisco durante una partita di calcio in una scena del film
Banana: Marco Todisco durante una partita di calcio in una scena del film

No, non parliamo di un documentario sui treni e di una commedia sull'importazione di frutti esotici. Si tratta di due piccoli film italiani per ragazzi che completano i titoli delle uscite in sala. Un bambino e un cane da una parte, un ragazzino solo contro il mondo crudele dall'altra. Banana è l'esordio dietro la macchina da presa del torinese Andrea Jublin che racconta la storia di un ragazzino di quattordici anni che nonostante la giovane età ha già capito un sacco di cose della vita. La prima è che anche se non è bravo a giocare a calcio ed ha i famosi 'piedi a banana' magari allenandosi può provare a diventarlo, la seconda è che la ragazza di cui è innamorato non potrà mai ricambiarlo sinceramente perché troppo disinibita e attenta alle frivolezza, la terza è che nonostante tutte le difficoltà quotidiane bisogna fare di tutto per essere felici, anche per una sola piccola cosa. Leggi la recensione di Banana.

Italo: Vincenzo Lauretta con il cane Italo in una tenera scena del film
Italo: Vincenzo Lauretta con il cane Italo in una tenera scena del film

Italo racconta invece la storia del solitario e taciturno Meno, un bambino orfano di madre che trova conforto nell'amicizia del vero protagonista, un cagnolone tenero e dolcissimo di nome Italo, un randagio che nel 2009 è entrato a far parte della vita di un'intera comunità diventando persino cittadino onorario. Tratto da una storia vera e ambientato nella cittadina siciliana di Scicli, il film è una sorta di favola contemporanea che si rivolge a grandi e piccini toccando temi come l'amicizia, il pregiudizio e l'amore. Nel cast, nel ruolo del padre vedovo, il leader di Squadra antimafia - Palermo oggi Marco Bocci.