Star-Lord, Gamora e tutti gli altri Guardiani, quanto ci siete mancati! Non che siano stati pochi i film su supereroi e affini in questi tre anni dall'uscita del primo volume, anzi; però il successo della pellicola di James Gunn era dovuto soprattutto a quella ventata di freschezza, e un bel po' di sana follia e irriverenza, che era riuscita a portare al genere dei cinecomics, unendo il mondo dei fumetti a quello fantascienza/fantasy di (space) operas quali Star Wars ma anche il Serenity dell'amico Joss Whedon. E ad aggiungerci tante risate e sincero divertimento.
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Squadra che vince non si cambia, vero? E allora per Guardiani della Galassia Vol. 2 giusto ripartire da quei personaggi che sono diventati istantaneamente di culto: dalla coppia sexy interpretata da Chris Pratt e Zoe Saldana, due che di saghe di successo se ne intendono, dall'irresistibile guerriero Drax impersonato da un Dave Bautista sempre più convincente e per finire con due vere e proprie meraviglie in CGI, Rocket e Groot, che in originale possono contare sulle voci originali di Bradley Cooper e Vin Diesel ma anche col doppiaggio italiano (sigh) perdono poco o nulla del loro carisma. A questi magnifici 5 però il regista e sceneggiatore James Gunn decide di aggiungere ufficialmente altri (nuovi) membri dei Guardiani: la misteriosa e "bruttissima" Mantis (Pom Klementieff) e due vecchie conoscenze che sono, come direbbe Star Lord, un po' buone e un po' cattive, quali i letali Nebula (Karen Gillan) e Yondu Udonta (Michael Rooker). Cosa succede quando mettiamo insieme tutte queste teste calde? Provate ad indovinare un po'!
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Nello spazio nessuno può sentirti litigare!
Il bello delle famiglie è che si può sempre contare gli uni sugli altri. Il brutto è che molto spesso si finisce col discutere, col farsi dispetti e con l'arrabbiarsi. Questo nelle famiglie "normali". Immaginate invece cosa può succedere nello spazio profondo tra (mezzi) umani, alieni killer, procioni e alberi. Come se non bastasse, lo script di questo secondo capitolo aggiunge un'ulteriore variabile a complicare il tutto, il misterioso padre di Peter, tale Ego, interpretato da un sempre affascinante Kurt Russell che da tempo è alla ricerca della sua progenie terrestre e che solo ora, grazie alla fama di Star-Lord, colui che è sopravvissuto al contatto diretto con una gemma dell'infinito, è riuscito a ritrovare.
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Al centro di questo nuovo film c'è quindi proprio il rapporto padre-figlio tra i due, ma anche un altro tema molto caro ai fumetti ed altri prodotti seriali come quello della famiglia elettiva. Nel primo film i Guardiani si sono incontrati per caso e sempre per caso hanno scelto una strada più o meno onesta e da eroi autoproclamati. In questo secondo capitolo ciascuno di loro si trova davanti ad un bivio più di una volta: pensare alla propria salvezza e ai propri interessi, o prendersi cura della "famiglia"? Il motivo e il successo dell'intesa tra questi Guardiani - forse persino superiore a quello del gruppo principale del MCU, gli Avengers - risiede proprio nell'essere individui soli ma continuamente alla ricerca del rispetto e dell'affetto altrui. E quel "non detto" amoroso a cui fanno spesso riferimento Star-Lord e Gamora è in realtà presente tra tutti i membri della squadra, dalla prima all'ultima scena, ed è questo il loro vero (super)potere.
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Io sono (baby) groot!
Non c'è nulla di nascosto o sottinteso invece per quanto riguarda la mascotte del gruppo, anzi del film. Se tre anni fa Groot era già diventato il personaggio più amato grazie alle sue battute ("Io sono Groot") sempre identiche ma mai monocordi e alla sua incredibile forza fisica, qui a conquistare il pubblico fin dai primi secondi su schermo (o del trailer) è la tenerezza incredibile che riesce a trasmettere in versione infantile. Perché Baby Groot non è baby solo nelle dimensioni ma in tutto e per tutto; proprio come un bambino, è simpatico e un po' dispettoso e deve essere continuamente accudito. Cosa che ognuno dei Guardiani fa costantemente anche nel bel mezzo di una battaglia proprio come fosse un vero genitore.
Inutile dire che i momenti più divertenti del film, se non i più belli in assoluto, riguardano proprio il piccolo vegetale senziente, a partire dalla sequenza dei titoli di testa assolutamente fantastica e geniale nel mettere in primo piano (un'idea molto whedoniana, basterebbe vedere l'altrettanto geniale finale dell'episodio The Zeppo di Buffy) il piccolo Groot a discapito dell'epica e grandiosa battaglia che tutti gli altri stanno affrontando con un orribile mostro gigante. Ma oltre le singole battute, a funzionare sono proprio le sue interazioni con gli altri, diverse a seconda del rapporto che ha con i vari personaggi. Da Gamora e Star-Lord si lascia coccolare proprio come se fossero papà e mamma, con Rocket dialoga e discute amabilmente come un fratello mentre con Drax il rapporto continua ad essere più dispettoso, soprattutto per quanto riguarda la sua passione per il ballo che, come ben sappiamo dalla celeberrima sequenza post-credits del primo film, il piccolo Groot non vuole condividere con l'enorme guerriero.
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Never break the chain
Se finora abbiamo volutamente insistito sui rapporti tra i vari personaggi e la loro importanza all'interno del plot è perché questo secondo volume purtroppo non è un film perfetto, o quanto meno lo è, nel complesso, sicuramente meno di quanto lo fosse il primo capitolo. In tutta la parte centrale di questo Guardiani della Galassia Vol. 2 il gruppo si divide, i dialoghi diventano inutilmente prolissi e didascalici e il ritmo necessariamente ne risente. Per poi riprendersi nel momento in cui la squadra si riunisce e quelle dinamiche perfette tornano magicamente a funzionare.
Non è forse un caso che il simbolo di questa nuova, strepitosa colonna sonora (Awesome Mix Vol. 2) sia appunto la splendida The Chain dei Fleetwood Mac, una canzone che parla per l'appunto di relazioni che stanno per sgretolarsi e che invece riprendono forza nel momento in cui riescono a ritrovare il legame che le tiene insieme. La canzone, uno dei capolavori della band anglo-americana, non a caso è l'unica mai firmata da tutti e cinque i membri del gruppo storico. Lo stesso, simbolicamente, avviene anche nella pellicola di Gunn, con il film che, dopo una parte centrale fatta soprattutto di singoli assoli, acquista negli ultimi minuti sempre più forza, con un crescendo ed un finale molto potente ed emozionante che difficilmente lascerà indifferenti.
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Ma anche nel caso fosse così, a seguire ci sono i titoli di coda tra i più cool mai visti finora, con ben 5 (cinque!) sequenze aggiuntive per tutti i gusti (quella su Groot non ve la anticipiamo, ma è talmente geniale e promettente che già auspichiamo uno spin-off ad hoc): tante risate, easter eggs nascosti e ottima musica. Esattamente come il film che abbiamo appena guardato e che già saremmo pronti a rivedere in attesa dell'immancabile Volume 3.
Movieplayer.it
4.0/5