Con l'uscita di Guardiani della Galassia Vol. 2 ci avviciniamo sempre di più alla conclusione della Fase Tre del Marvel Cinematic Universe, che culminerà con il quarto Avengers, previsto per maggio 2019. Un evento al quale le nuove avventure dei Guardiani non alludono affatto, merito del potere contrattuale ottenuto dal regista James Gunn, il quale ha avuto la possibilità di violare una regola non scritta del franchise per raccontare la storia che gli stava maggiormente a cuore. Detto ciò, il film è comunque pieno zeppo di riferimenti nascosti, alcuni dei quali legati proprio al futuro della componente cosmica del MCU, che prevede già la realizzazione di un terzo lungometraggio dedicato ai Guardiani. Passiamo ora in rassegna le più significative delle allusioni ad opera di Gunn. Ovviamente l'articolo contiene spoiler.
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1. Cronologia, portami via
Da The Avengers in poi, come confermato più volte dal produttore Kevin Feige e dai vari sceneggiatori, ogni film del franchise è ambientato più o meno nel periodo in cui è uscito (con un po' di margine di errore come nel caso di Iron Man 3, uscito nel maggio del 2013 ma ambientato poco prima di Natale 2012). Potendo sfruttare il fatto che i Guardiani, per ora, sono abbastanza isolati da quello che accade negli altri lungometraggi, Gunn ha preferito collocare la loro seconda avventura pochi mesi dopo gli eventi del primo film, cosa confermata dalle didascalie all'inizio: il prologo ha come data il 1980, mentre il resto della storia ha luogo "34 anni dopo", ossia nel 2014. Questa modifica è stata fondamentale soprattutto per l'evoluzione di Groot, rinato dopo il suo sacrificio durante la battaglia per salvare Xandar: rispettando la cronologia standard sarebbe già un adulto, e la dinamica tra lui e gli altri Guardiani sarebbe stata meno interessante.
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2. Questioni di Ego
Come nei fumetti, Ego è un pianeta senziente, sebbene la sua controparte cartacea non sia legata alla razza dei Celestiali. Verso la fine del film vediamo la sua forma originale, violacea e con una sorta di volto arrabbiato, riproduzione abbastanza fedele delle sue fattezze nell'universo fumettistico. Quanto al suo rapporto di parentela con Peter Quill, esso è farina del sacco di Gunn, ma si ricollega parzialmente al background originale di Star-Lord, che nella tradizione letteraria è figlio del sovrano alieno J'son di Spartax (da cui Jason come secondo nome di Peter nei film). Questi sostiene di essere a sua volta figlio di un tale imperatore Eson, il cui nome nell'universo Marvel è tradizionalmente legato a un Celestiale.
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3. David Hasselhoff, al vostro servizio!
Nel film si scopre che Peter, da piccolo, diceva di essere il figlio del protagonista di Supercar, assente perché costantemente impegnato sul set. L'attore e cantante si è simpaticamente prestato non solo per un doppio cameo (Ego si trasforma in lui a un certo punto, e nei titoli di coda è lui a dire la frase "Noi. Siamo. Groot."), ma anche per il brano originale Guardians Inferno, che accompagna i credits finali. La canzone stessa contiene dei piccoli rimandi simpatici, in particolare quando Groot viene scherzosamente definito "una sequoia". Nei fumetti, Sequoia è il nome del figlio di Mantis.
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4. Fan service
Il consueto cameo di Stan Lee, che per l'occasione viene riproposto anche nel post-credits, è forse l'inside joke più folle del Marvel Cinematic Universe, e conferma che le alte sfere del franchise leggono i commenti dei fan in rete. Nello specifico, c'è una popolare teoria secondo la quale Lee interpreterebbe lo stesso personaggio in tutti i film, e sarebbe in realtà un Osservatore sotto mentite spoglie. Ed ecco che, mentre Rocket e Yondu si recano verso il pianeta di Ego, vediamo il buon Stan in compagnia di un gruppo di Osservatori, alieni incaricati di tenere d'occhio i vari sistemi solari senza intervenire direttamente. Il Sorridente racconta agli interlocutori di "quella volta che ho lavorato per la Fed Ex", riferendosi al suo cameo alla fine di Captain America: Civil War.
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5. Cameo a sorpresa
Come abbiamo già detto, Guardiani della Galassia Vol. 2 è per lo più scollegato dalla trama orizzontale del MCU, e non contiene allusioni agli eventi di film di prossima uscita. C'è però un piccolo rimando a Thor: Ragnarok, nella forma di Jeff Goldblum nei panni del Gran maestro, visibile tra gli attori che ballano durante lo scorrimento dei credits finali. La sua apparizione a sorpresa è forse un omaggio al Collezionista (Benicio Del Toro), assente in questo film, poiché nei fumetti i due sono imparentati in quanto entrambi Antichi dell'Universo (gruppo/razza di cui fa parte anche Ego).
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6. La vecchia squadra
Nel film Yondu interagisce con Stakar Ogord, di cui è stato alleato in passato. Questo è un omaggio alla prima incarnazione fumettistica dei Guardiani della Galassia, di cui entrambi i personaggi erano membri (e per l'occasione la pinna usata da Yondu per controllare la sua freccia rimanda direttamente al suo look cartaceo). Alla fine del film, in occasione del funerale di Yondu, appaiono anche altri personaggi provenienti dalla prima formazione dei Guardiani, e il secondo mid-credits suggerisce che potremmo rivederli come gruppo nei prossimi film cosmici. A livello di casting, il più buffo di questi antieroi è l'intelligenza artificiale Mainframe, la cui voce - modificata - in inglese appartiene a Miley Cyrus (il cui nome non appare nei credits).
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7. La legge, vent'anni dopo
Nel corso della sua prima apparizione, Stakar Ogord fa presente a Yondu che il suo comportamento in passato è punibile con l'ostracismo, e gli dice apertamente "Hai infranto il Codice!", riferendosi alle regole di condotta dei Ravagers.
Difficile non pensare che Gunn abbia scritto quella battuta apposta una volta scritturato Sylvester Stallone nei panni di Stakar, poiché nel 1995 l'attore italoamericano è stato protagonista di un altro cinecomic, Dredd - La legge sono io, dove è passato alla storia per la battuta (s)cult "Hai tradito la legge!", frase caratterizzata nella versione originale dal modo poco ortodosso con cui Stallone pronuncia la parola cruciale law.
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8. A volte non ritornano
Per ammissione dello stesso Gunn, la parte del film ambientata sulla Terra inizialmente durava di più, ma è stata accorciata in post-produzione. Questo ha portato all'eliminazione integrale del cameo di Nathan Fillion (attore-feticcio del regista), il quale sarebbe apparso in forma fotografica nei panni di un certo Simon Williams, che nei fumetti è un membro degli Avengers noto anche come Wonder Man. La sequenza in questione prevedeva anche il ritorno di Gregg Henry nel ruolo del nonno di Peter Quill, la cui partecipazione è stata ridotta ad un'inquadratura fugace quando la città viene parzialmente assorbita da Ego (elemento narrativo che richiama la storyline a fumetti Maximum Security, dove i Kree cercano di trasformare la Terra in un fac-simile del pianeta vivente).
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9. Peter e Gamora
Da bravo cultore di serie televisive andate in onda durante la sua infanzia, Peter Quill cerca di usare l'esempio di Cin Cin e del rapporto tra Sam Malone e Diane Chambers per far capire a Gamora che la loro amicizia sembra destinata a diventare qualcosa di più romantico. In base a questo possiamo dedurre che Peter o non ha visto tutti gli episodi andati in onda fino al giorno in cui lui è stato rapito da Yondu, oppure non ha capito pienamente quanto accaduto al termine della quinta stagione della celebre sitcom, dove Diane lascia Sam per sempre per inseguire i propri sogni artistici, poiché difficilmente userebbe loro due come punto di riferimento per un eventuale happy end al fianco di Gamora.
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10. Adam
Nella terza sequenza mostrata durante i titoli di coda vediamo la vendicativa Ayesha meditare su come sconfiggere i Guardiani, missione che lei spera di portare a termine tramite una nuova creazione ottenuta tramite l'ingegneria genetica che caratterizza il suo popolo: una nuova entità dal potenziale enorme, che lei intende chiamare Adam. Si tratterebbe di Adam Warlock, noto eroe cosmico della Marvel, che quindi vedremo - inizialmente come avversario? - nel terzo episodio, presumibilmente. La decisione di renderlo un prodotto degli esperimenti di Ayesha è invece un simpatico rimando ai fumetti, dove lei è nata proprio come controparte femminile di Warlock (infatti inizialmente i due si chiamavano Him e Her, cioè Lui e Lei).