Golden Globe 2018: da Tre manifesti a Lady Bird, conferme e sorprese in vista degli Oscar

Dal trionfo di Tre manifesti a Ebbing, Missouri ai premi per Lady Bird, Guillermo del Toro e Gary Oldman, passando per le (poche) sorprese della cerimonia di ieri notte: il nostro commento sui risultati della 75° edizione Golden Globe e su come potrebbero influenzare il resto della awards season.

Gary Oldman con il Golden Globe vinto per L'ora più buia
Gary Oldman con il Golden Globe vinto per L'ora più buia

In numerose occasioni, in passato, i novanta giornalisti che compongono la Hollywood Foreign Press Association hanno compiuto scelte inaspettate, sparigliando i pronostici della vigilia e aprendo nuovi scenari per la corsa agli Oscar. Non è stato però il caso di quest'anno, con un'edizione che, nelle categorie cinematografiche come in quelle televisive, ha confermato in ampia misura le previsioni sui potenziali vincitori, riservando davvero ben poche sorprese (e nessuna paragonabile a quelle dell'anno scorso).

E se a cantar vittoria al termine della cerimonia è stato soprattutto (ma non solo) il cinema indipendente, i risultati dei Golden Globe per l'anno 2017 ci danno comunque indicazioni ben precise sulle tendenze di critici e addetti ai lavori per questa "stagione dei premi", e possono fornire indizi utili anche in merito ai pronostici per i prossimi Oscar: le votazioni per stabilire le candidature si concluderanno infatti venerdì, mentre le nomination dell'Academy saranno annunciate il 23 gennaio. E dopo una cerimonia caratterizzata dall'eco funesta degli scandali sessuali di Hollywood, dal relativo dress code in nero e dalla visibilità riservata al movimento #MeToo, andiamo ad analizzare più nello specifico i vincitori di ieri notte (e come potrebbero influire sulla competizione per gli Academy Award).

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Tre manifesti a Ebbing, Missouri: un nuovo frontrunner?

Frances McDormand con il Golden Globe vinto per Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Frances McDormand con il Golden Globe vinto per Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Fino a ieri sera, l'attuale awards race non aveva un singolo film impegnato a fare la "parte del leone": i premi come miglior film delle principali associazioni di critici americani si erano divisi fra Lady Bird e Chiamami col tuo nome, mentre a ottenere il bottino più ricco in termini di candidature era stato La forma dell'acqua - The Shape of Water. Da oggi, tuttavia, ad ambire alla posizione di frontrunner, ovvero il favorito per gli Academy Award, è senz'altro Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Con un totale di quattro Golden Globe per miglior film drammatico, miglior attrice per Frances McDormand, miglior attore supporter per Sam Rockwell e miglior sceneggiatura, la pellicola scritta e diretta da Martin McDonagh, e già premiata a settembre al Festival di Toronto, sembra aver messo d'accordo tutti o quasi: per il suo formidabile amalgama fra gli elementi da crime drama e l'ironia da commedia nera, per il fuoco di fila di dialoghi memorabili e per le superbe interpretazioni di tutto il cast.

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I rivali più temibili: Guillermo del Toro e Christopher Nolan

Guillermo del Toro con il Golden Globe vinto per La forma dell'acqua - The Shape of Water
Guillermo del Toro con il Golden Globe vinto per La forma dell'acqua - The Shape of Water

Forte di un buon successo di pubblico in patria (ad oggi venticinque milioni di dollari) e di una crescente presenza nelle sale, Tre manifesti a Ebbing, Missouri vincerà quasi certamente il prestigioso Screen Actors Guild Award per il miglior cast e, con almeno una mezza dozzina di nomination già prenotate, potrebbe entrare in pole position nella corsa agli Oscar. Il suo principale rivale? Con tutta probabilità La forma dell'acqua di Guillermo del Toro, opera dai toni romantici e fiabeschi che sta mietendo consensi a iosa, incluso il Golden Globe per la miglior regia. Pesante battuta d'arresto, al contrario, per Dunkirk, che ieri notte non ha messo a segno alcun premio; ma da qui agli Oscar c'è ancora qualche chance che il vento muti in favore del war movie diretto da Christopher Nolan, quantomeno nella categoria dei registi... senza sottovalutare Steven Spielberg e il suo The Post, usciti a mani vuote dalla cerimonia dei Golden Globe ma pronti a fare il pieno di candidature agli Oscar.

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Greta Gerwig spicca il volo con il fenomeno Lady Bird

Saoirse Ronan con il Golden Globe vinto per Lady Bird
Saoirse Ronan con il Golden Globe vinto per Lady Bird

Accanto a Tre manifesti a Ebbing, Missouri, a fare la parte del leone ieri notte, con un trionfo preannunciato ma non per questo meno entusiasmante, è stato anche Lady Bird. Opera seconda da regista - e di matrice dichiaratamente autobiografica - dell'attrice e sceneggiatrice Greta Gerwig, adorato dalla critica americana (con il punteggio più alto del 2017 su Rotten Tomatoes) e già premiato come miglior film dell'anno ai New York Film Critics Circle Award e ai National Society of Film Critics Award, Lady Bird è stato un evento clamoroso nell'ambito del cinema indipendente. Con trentaquattro milioni di dollari d'incasso in appena due mesi, questo racconto di formazione adolescenziale ambientato a Sacramento è già diventato il maggior successo commerciale nella storia del distributore A24 (con un margine di guadagno molto ampio per le settimane a venire) e ieri notte si è aggiudicato i Golden Globe per la miglior commedia e per la protagonista Saoirse Ronan, superando in entrambi i casi la concorrenza di I, Tonya.

Greta Gerwig insieme a Timothée Chalamet, Saoirse Ronan e Laurie Metcalf sul palco dopo la vittoria del Golden Globe di Lady Bird
Greta Gerwig insieme a Timothée Chalamet, Saoirse Ronan e Laurie Metcalf sul palco dopo la vittoria del Golden Globe di Lady Bird

In virtù di un consenso tanto forte e dell'importanza, rimarcata pure nel corso della cerimonia dalla voce di Barbra Streisand, di valorizzare il lavoro delle donne dietro la macchina da presa, Lady Bird si presenterà in prima fila ai prossimi Oscar, e con buone possibilità di una candidatura per Greta Gerwig come miglior regista, oltre che in qualità di sceneggiatrice: che possa addirittura dare del filo da torcere ai film di McDonagh e di del Toro nella competizione principale? Al momento pare molto difficile, ma in una awards season tanto incerta mai dire mai...

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Attori supporter, la sfida continua

Allison Janney con il Golden Globe vinto per I, Tonya
Allison Janney con il Golden Globe vinto per I, Tonya

E l'incertezza, almeno per ora, sembra dominare anche in tre delle quattro categorie dedicate agli interpreti. L'unico, vero frontrunner, allo stato attuale, rimane Gary Oldman fra gli attori protagonisti; fra le attrici, al contrario, la sfida per l'Oscar è ancora apertissima, con almeno tre aspiranti papabili, ma ne riparleremo in seguito. Altrettanto agguerrita si profila la partita fra gli attori non protagonisti, e i risultati di ieri sera sembrano confermare quanto ci attende da qui a marzo: un doppio 'duello' nelle categorie degli interpreti secondari. Come miglior attore supporter, i premi della critica hanno sancito un autentico plebiscito a favore del veterano Willem Dafoe per la commedia The Florida Project, mentre il Golden Globe è andato all'esilarante Sam Rockwell di Tre manifesti a Ebbing, Missouri: vedremo cosa accadrà prossimamente ai Critics' Choice Award e agli Screen Actors Guild Award. Discorso pressoché identico per le attrici supporter, con la Laurie Metcalf di Lady Bird che ha fatto piazza pulita fra i premi dei critici ma la spiazzante Allison Janney di I, Tonya premiata al suo posto ai Golden Globe... per quanto il ringraziamento di ieri a Tonya Harding, fra i personaggi pubblici più controversi dello sport americano, potrebbe rivelarsi per la Janney una sorta di boomerang.

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Oltre la notte: la sorpresa arriva tra i film stranieri

In the Fade: Diane Kruger in una sequenza concitata
In the Fade: Diane Kruger in una sequenza concitata

Comunque, se ieri notte c'è stato un colpo di scena, questo si può attribuire alla categoria dei migliori film in lingua straniera: una cinquina senza un reale favorito, e in cui a imporsi alla fine è stato il tedesco Oltre la notte, revenge movie al femminile (il secondo consecutivo a trionfare ai Golden Globe, un anno dopo Elle) diretto da Fatih Akin e con protagonista Diane Kruger, premiata allo scorso Festival di Cannes. Drammatica storia di una donna decisa a far luce sull'attentato in cui hanno perso la vita il figlio e il marito, Oltre la notte non ha riscosso un responso estremamente favorevole dalla critica, soprattutto se confrontato con quello degli altri candidati, ma è riuscito comunque a far breccia fra i membri della Hollywood Foreign Press Association. Che possa ripetere l'impresa anche agli Oscar? Possibile, certo, ma non così probabile, considerando che le due associazioni spesso hanno dimostrato gusti divergenti in merito ai film stranieri, e che i membri dell'Academy potrebbero tranquillamente preferire a Oltre la notte titoli più blasonati quali Loveless e The Square.