Gli americani ci guardano

Uno sguardo alla rassegna Open Roads: New Italian Cinema, dedicata al Nuovo Cinema Italiano e organizzata dalla Film Society of Lincoln Center con A.I.P. Film Italia in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di New York.

Open Roads: New Italian Cinema è la rassegna annuale del Lincoln Center di New York dedicata al Nuovo Cinema Italiano e organizzata dalla Film Society of Lincoln Center con A.I.P. Film Italia in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di New York.
La selezione dei film, merito di Antonio Monda e Richard Peña con l'aiuto di Griselda Guerrasio, riflette la moltitudine dei background e delle esperienze che hanno influenzato il recente cinema italiano, che vede un crescente interesse verso il regionalismo, l'esplorazione di varie tipologie di sottoculture ed anche verso forme visuali nuove ed inventive.
Intento dell'Open Roads è proprio quello di mettere in luce come le divergenze di cui l'odierno cinema italiano sembra essere composto convivono unificate da uno spirito di indipendenza, nato in parte ai margini di quello che a New York viene definito il collasso delle vecchie strutture dell'industria cinematografica italiana.
In questi anni il nuovo cinema italiano si è mosso, e si sta muovendo, verso sorprendenti direzioni, che sorgono dai fasti di un glorioso passato per giungere ad esplorare nuovi territori.

Sin dal suo primo anno di edizione l'Open Roads ha cercato di fare in modo che la sua selezione di film fosse una sorta di cartina al tornasole del cinema italiano, includendo, dunque, lavori che potessero abbracciare il piú possible l'intero spettro del cinema italiano, con film quali: Pane e Tulipani di Silvio Soldini, La Capagira di Alessandro Piva, Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek, Luna Rossa di Antonio Capuano, Chimera di Pappi Corsicato e gli acclamati film d'esordio di Paolo Sorrentino e Vincenzo Marra, nonché L'ultimo bacio di Gabriele Muccino, vincitore dell'Audience Award al Sundance Film Festival del 2002, e Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi, che non smette di essere un punto di riferimento per alcuni giovani autori, italiani e non.

Altri ancora i nomi che sono intervenuti, negli anni, alla rassegna: Mimmo Calopresti, Alessandro D'Alatri, Daniele Luchetti, Sergio Rubini, Paolo Virzí, Edoardo Winspeare, Franco Battiato, e molti altri.
Nei suoi cinque anni di vita l'Open Roads è stato onorato della presenza di stimati membri del panorama cinematografico italiano, nonché della presenza di molti dei registi in rassegna, pervenuti per introdurre i propri film. Sono molti i nomi attesi anche per l'edizione del 2005: Carlo Verdone, Alessandro D'Alatri, Paolo Sorrentino, Eugenio Cappuccio, Giovanna Taviani...
L'Open Roads ospita quest'anno anche quelli che ormai possono essere considerati dei veterani della manifestazione: Luigi Lo Cascio, Riccardo Milani, Renato De Maria ed i già citati Paolo Sorrentino e Alessandro d'Alatri.

L'Open Roads, dunque, mostra a noi e al pubblico newyorkese che negli ultimi anni una nuova generazione di registi italiani ha iniziato ad emergere dal nostro cinema, tanto che anche gli americani sembrano essersene accorti, al punto da definire questo fermento "una vibrante nuova generazione di filmmakers". I film in rassegna ed il nuovo vento che soffia sul cinema italiano vengono qui definiti privi di intenzioni politiche o di approcci estetici, come è stato spesso per il cinema italiano che fu: in un certo senso questa generazione sembra essere unificata da un nuovo spirito di indipendenza, di rottura e di allontanamento dai modelli e dai generi del passato.
Tra le novitá dell'evento, nell'anno del compimento del suo quinto anno di edizione, l'Open Roads 2005 presenta i migliori recenti film della nuova generazione, includendo una speciale selezione di tre importanti documentari italiani: Stefano Rulli, meglio conosciuto come sceneggiatore, offre, in Un Silenzio Particolare, uno sguardo profondo sul mondo dell'autismo di suo figlio; in Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio, due dei più oltraggiosi e coraggiosi autori del contemporaneo cinema italiano, Ciprí e Maresco, offrono un tributo a due dei loro oltraggiosi predecessori, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia; Giovanna Taviani, figlia del noto Vittorio, ha costruito con I nostri 30 anni: generazioni a confronto uno studio sensibile e rivelatore della scena del cinema italiano contemporaneo cercando connessioni e nodi di intersezione e scambio col passato del nostro cinema. Il film della Tavaini è stato presentato, sotto i nostri occhi, alla Casa del Cinema di Roma nel marzo scorso, alla presenza di giovani autori e vecchia guardia del cinema, suscitando un acceso dibattito sul futuro della cinematografia italiana. I nostri 30 anni ha dunque anche il merito di aver creato un dialogo reale tra passato e presente, tra Mario Monicelli e Paolo Sorrentino o Stefano Accorsi e sotto gli occhi della critica, rappresentata da Vito Zagarrio. Il film di Giovanna Taviani, dunque, per questo e per il tema trattato, ci sembra certamente il film più esemplificativo dell'atmosfera dell'Open Roads 2005.

Ecco uno per uno i film presentati dal 1 al 9 giugno al Lincoln Center di New York per l'Open Roads 2005:

• La febbre (A. D'Alatri, 2005)
• Volevo solo dormirle addosso (E. Cappuccio, 2004)
• Amatemi (R. De Maria, 2004)
• La vita che vorrei (G. Piccioni, 2004)
• Come inguaiammo il cinema italiano (D. Cipri' F. Maresco, 2004)
• Lavorare con lentezza (G. chiesa, 2004)
• I nostri 30 anni: generazioni a confronto (G. Taviani, 2005)
• Le conseguenze dell'amore (P. Sorrentino, 2004)
• L'amore è eterno finché dura (C. Verdone, 2004)
• Un Silenzio Particolare (S. Rulli, 2004)
• Il resto di niente (A. De Lillo, 2004)
• Cefalonia (R. Milani, 2005)
• Provincia Meccanica (S. Mordini, 2004)
• Nemmeno il destino (D. Gaglianone)