Dexter: 10 buone ragioni per innamorarsi di un serial killer

In occasione del decimo anniversario del suo debutto sugli schermi, analizziamo i motivi per cui gli omicidi di Dexter Morgan hanno conquistato il pubblico.

Si può apprezzare un serial killer e appassionarsi alle sue imprese efferate? Questa è la domanda a cui hanno dovuto rispondere gli spettatori di tutto il mondo nel 2006, quando Dexter Morgan si e presentato sugli schermi televisivi dopo aver già catturato l'attenzione dei lettori dei romanzi scrtti da Jeff Lindsay. Sono passati dieci anni eppure la serie con protagonista Michael C. Hall continua ad avere un seguito, sostenendo ricorrenti ipotesi su un possibile ritorno in tv dei protagonisti dello show, nonostante le ultime stagioni abbiano lasciato piuttosto insoddisfatti a causa di un livello in discesa progressiva rispetto ad annate in grado di lasciare realmente il segno.
Ma cosa ha permesso a un personaggio così controverso e sempre in bilico tra bene e male di ritagliarsi un posto nel cuore degli spettatori? La risposta è piuttosto complessa e rende obbligatorio considerare più di una variabile a livello individuale, tuttavia è innegabile che pochi show siano riusciti a dividere così tanto le opinioni e la critica, suscitando al suo esordio discussioni e riflessioni sulla morale, tuttora attuali e significative.

Michael C. Hall in Dexter
Michael C. Hall in Dexter

Il passeggero oscuro di Dexter ha avuto senza alcun dubbio molta importanza nel panorama televisivo contemporaneo per il coraggio dimostrato nel proporre un antieroe con più zone d'ombra che di luce, razionalmente condannabile sotto ogni punto di vista eppure così tanto amato dal pubblico, che ne ha seguito i casi e gli omicidi per otto anni. In occasione del decimo anniversario, andiamo alla scoperta degli elementi che hanno contribuito in maniera significativa a decretare il successo della serie.

1. I titoli di testa

Per chi è ormai abituato a titoli di testa in stile Il trono di spade o True Detective può sembrare scontato, tuttavia un decennio fa l'inizio di una serie era raramente incisivo o memorabile. Dexter ha rappresentato una svolta proponendo dei titoli di testa affascinanti e funzionali, ben calibrati sulla natura dello show e che, a distanza di anni, rimangono attuali e di effetto sugli spettatori. La rappresentazione del risveglio del protagonista mostra azioni apparentemente innocue e comuni da una prospettiva più dark e ambigua, sottolineando la dualità di Dexter in modo tuttavia non esplicito, lasciando quindi agli spettatori il compito di ipotizzare il peggio.

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2. Un senso di giustizia ambiguo e irresistibile

Michael C. Hall in una scena dell'episodio Our Father della serie tv Dexter
Michael C. Hall in una scena dell'episodio Our Father della serie tv Dexter

L'idea di un personaggio dalla doppia vita che di giorno sembra innocuo e mite ma di notte si trasforma in giustiziere ricorre da sempre in libri, fumetti, film e serie ma in Dexter raggiunge un livello di ambiguità ancora più forte. Il protagonista compie a suo modo giustizia con azioni degne dei più temibili assassini tuttavia delineare il confine tra il bene e il male è un compito estremamente complesso e in continua evoluzione. Gli autori sono stati particolarmente attenti nel mettere sempre in discussione il concetto di giustizia, partendo dall'idea di una violenza necessaria a salvare altre vite. Impossibile poi dimenticare l'episodio in cui la vittima di Dexter è innocente, situazione che porta a mettere in discussione ogni posizione morale. Questo approccio alla storia permette allo spettatore di essere sempre stimolato e chiamato a riflettere, impedendogli di rimanere passivo davanti agli eventi.

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3. Una mente oscura in cui addentrarsi

Il successo di molte serie tv risiede nella capacità di permettere a chi assiste di immedesimarsi nel protagonista o nelle situazioni mostrate sullo schermo. Dexter, mettendo al centro un sociopatico killer, rende apparentemente impossibile questo processo. La serie ha però usato con sapienza la voce fuori campo del personaggio dando a tutti la possibilità di entrare nella sua mente, capirne la psicologia e filosofia di vita, e ritrovarsi così un po' al suo posto, senza dover immaginare molto ma, al contrario, capirne le sfumature.

Dexter, Michael C. Hall in una scena della serie
Dexter, Michael C. Hall in una scena della serie

4. Un sapiente uso dei flashback

La serie basata sui romanzi di Jeff Lindsay ha utilizzato nel migliore dei modi l'inserimento nelle puntate delle scene ambientate nel passato fin dalla prima stagione. I flashback non sono infatti solo delle parentesi per mostrare l'evoluzione dell'esperto forense ma rivelano importanti tasselli della sua vita, aggiungendo innumerevoli dettagli nel corso delle varie stagioni che rendono possibile capire le ragioni alle basi del modus operandi del protagonista, oltre a conoscere le persone che hanno avuto un ruolo significativo nella sua vita.

5. Dexter e gli altri assassini, da Trinity al Killer del Camion Frigo

Dexter: John Lithgow e Michael C. Hall in una scena dell'episodio Road Kill
Dexter: John Lithgow e Michael C. Hall in una scena dell'episodio Road Kill

Un antieroe così controverso non avrebbe potuto reggere ben otto stagioni se non fosse stato messo alla prova nell'affrontare dei nemici e ostacoli in grado di tenere alta la tensione. Nella prima stagione il Killer del Camion Frigo, interpretato da Christian Camargo, ha avuto un ruolo fondamentale nel gettare le basi della storia portando in scena una nemesi importante per Dexter anche a livello personale. Il suo ritorno in versione allucinazione ha permesso poi, nella sesta stagione, di introdurre un ulteriore conflitto interiore nella mente dell'esperto forense. Indimenticabile, poi, la presenza di Trinity, il crudele serial killer apparentemente incatturabile. John Lithgow ha regalato una delle sue migliori interpretazioni nella quarta stagione della serie, portando sullo schermo Arthur Mitchell e la sua duplice vita dall'aspetto esteriore umile e caritatevole. L'incontro dei due personaggi, che possiedono più di un punto in comune, crea delle situazioni interessanti e delle conseguenze importanti dopo l'omicidio di Rita Bennett.
Possiede invece molto fascino la personalità di Travis Marshall (ruolo affidato a Colin Hanks), conosciuto come il Killer del Giorno del Giudizio, la cui attività criminale ha delle radici nella religione, nella filosofia e nell'arte.

Colin Hanks (di spalle) in Dexter
Colin Hanks (di spalle) in Dexter

6. I personaggi femminili

Nel racconto di Dexter e del suo passeggero oscuro c'è spazio anche per molti personaggi femminili interessanti. Impossibile non citare Jennifer Carpenter e la sua Debra Morgan, dal carattere ricco di contraddizioni che deve fare i conti, dopo la sesta stagione, con la scoperta della vera natura del fratello. Un'altra presenza centrale è quella di Maria LaGuerta, a capo della sezione omicidi, dall'interiorità meno dura rispetto alla determinazione esteriore con cui si presenta. E poi ancora Rita Bennett con la sua relazione tormentata con Dexter, potenzialmente fonte di pace e speranza in un futuro migliore per entrambi, ma nella realtà basata su bugie e finzione. Nel corso delle otto stagioni c'è poi stato spazio per la neuropsichiatra interpretata da Charlotte Rampling, la dottoressa Evelyn Vogel, la cui conoscenza del segreto di Dexter e del codice ideato da Harry Morgan ha un ruolo fondamentale negli ultimi episodi; l'oscura Hannah McKay che vede il lato peggiore di Dexter e trova il giusto feeling con lui, decidendo di iniziare una vita insieme; la Lumen Pierce di Julia Stiles con la sua sete di vendetta; la piromane Lila Tournay o Becca Mitchell, destinata a un destino infelice dopo essere stata vittima delle manie del padre. Figure femminili non stereotipate, ricche di sfaccettature e di personalità che hanno contribuito in modo significativo al successo della serie.

Michael C. Hall e Jennifer Carpenter in Dexter
Michael C. Hall e Jennifer Carpenter in Dexter

7. L'interpretazione e il fascino di Michael C. Hall

Michael C. Hall ha avuto il grande merito di riuscire a portare in tv un personaggio così complesso e discutibile in modo convincente e permettendo di provare empatia per Dexter rimanendone affascinati, situazione per niente scontata. Dopo aver dimostrato la sua indiscutibile bravura in Six Feet Under, l'attore ha definitivamente convinto il pubblico e la critica con la serie targata Showtime e nemmeno la sua lotta contro il cancro, rivelata nel 2010, gli ha impedito di regalare agli spettatori un personaggio iconico e sempre in evoluzione, performance giustamente premiata con prestigiosi riconoscimenti e innumerevoli nomination.

8. Una colonna sonora accattivante

Daniel Licht ha composto la colonna sonora di Dexter utilizzando strumenti particolari, come ukulele e bouzouki, che hanno contribuito a creare sonorità dall'atmosfera unica. Tra i brani più incisivi c'è sicuramente il Blood Theme che conclude ogni puntata della serie, aperta invece dal tema composto dall'esperto Rolfe Kent, maggiormente accattivante e meno malinconico. Nelle diverse stagioni i responsabili della colonna sonora, inoltre, hanno utilizzato canzoni dai ritmi molto diversi, dando spazio anche alle realtà musicali cubane e latinoamericane.

9. Una freddezza necessaria

Nel corso delle sue otto stagioni Dexter ha ottenuto 23 nomination ai prestigiosi premi Emmy e 9 ai Golden Globe. Tra i riconoscimenti conquistati ci sono anche quelli per la miglior regia in occasione dell'episodio La storia si ripete, realizzato da Steve Shill. Il lavoro dietro la macchina da presa e in fase di montaggio è infatti stato sempre di ottimo livello, rendendo anche le sequenze più sconvolgenti a livello narrativo esteticamente affascinanti nonostante i loro contenuti disturbanti. Riuscire a trovare il giusto equilibrio nella rappresentazione di omicidi, squartamenti, torture e uccisioni di ogni tipo non è stato un compito facile, tuttavia la "freddezza" delle immagini ha permesso di assistere alle azioni di Dexter senza mai superare il limite del potenziale disgusto che avrebbe potuto portare alla decisione di interrompere la visione.

10. Un finale un po' odiato ma che lascia aperte le porte

Fin dal 2013 si parla del possibile progetto dedicato a un ritorno della serie sugli schermi. Inizialmente si era ipotizzata la realizzazione di un potenziale spinoff dedicato a Debra Morgan, per poi avere conferma dal presidente dell'emittente, David Nevins, che ogni possibilità era legata all'eventuale decisione di Michael C. Hall di riprendere il suo ruolo. La scena finale dello show ha infatti lasciato aperte le porte a una possibile continuazione della storia di Dexter Morgan, situazione che ha causato anche qualche protesta da parte dei critici e dei fan per la scelta di non porre la parola fine alla storia, mantenendo fino alla fine l'ambiguità sulle azioni del personaggio principale, senza decidere se un qualsiasi tipo di giustizia avrebbe dovuto punirlo. La naturale insoddisfazione non impedisce però di apprezzare l'ipotesi di un possibile ritorno in cui Michael C. Hall possa riportare Morgan e il suo passeggero oscuro sugli schermi, sperando forse in un'apparizione al livello delle prime indimenticabili stagioni.