Le 20 migliori sigle di serie TV nell'era cable - parte 1

La prima tappa del nostro viaggio alla scoperta delle migliori sigle della storia della TV via cavo: una storia recente, ma ricchissima di piccole opere d'arte destinate a introdurre gli straordinari prodotti seriali che ci hanno "viziato" negli ultimi lustri.

Abbiamo celebrato, nei mesi scorsi, il lancio di Sky Atlantic, nuovo canale satellitare del gruppo Sky che ha portato sui nostri schermi alcune delle più grandi serie TV degli ultimi anni, quelle che hanno notevolmente alzato il profilo dell'intrattenimentio via cavo e che adesso sono a portata di telecomando, anche in versione originale, per lo spettatore italiano; a breve ci prepariamo a salutare uno dei serial che negli ultimi anni ha fatto le fortune di una delle più importanti cable TV, la HBO: parliamo della vampire series True Blood, la cui stagione conclusiva andrà in onda a partire dal 30 giugno.

Le serie cable, come ormai tutti sanno, si differenziano spesso da quelle prodotte e trasmesse dai più tradizionalisti network nelle tematiche e nei linguaggi utilizzati, perché rivolte a un pubblico più adulto, raffinato, esigente; un elemento che sembra distinguere, con un certa costanza, le serie concepite per le reti via cavo e quelle realizzate per i network è la rilevanza e la fattura degli opening titles: mentre le sigle, sui network, sono per lo più brevi stacchi grafici accompagnati da un jingle, le cable TV preferiscono accompagnare i loro prodotti con sequenze introduttive che sono vere opere nell'opera. Nel guardarci indietro per segnalarvi quelle che, secondo noi, sono state le più belle e significative sigle di serie TV dell'ultima quindicina d'anni, ci è sembrato naturale limitarci agli show dei canali via cavo. Anche così, non sono mancati confronti e discussioni, a dimostrazione anche della dignità artistica di questi piccoli gioielli; non mancano i casi in cui la sigla può essere considerata superiore della serie come valore complessivo, anche se noi, nella nostra ricerca, abbiamo cercato comunque di privilegiare sempre gli show di qualità.

Ma diamo senza ulteriori indugi inizio al nostro viaggio, partendo, come è nostra abitudine, dalle ultime posizioni, fino ad arrivare alla numero uno (con la seconda parte di questo articolo, che sarà pubblicata a breve), la sigla definitiva, quella che ci ha messo tutti d'accordo. Pronti? ... Sigla!

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20. Masters of Sex

Allusiva e spiritosa, oltre che splendidamente realizzata, la sigla della serie Showtime da poco arrivata proprio su Sky Atlantic e ispirata agli studi di William Masters e Virginia Johnson non farà forse la storia della TV, ma è un eccellente esempio della cura e dell'impianto moderno e sofisticato in cui le cable TV scelgono di introdurre e presentare i loro show.

19. Homeland

Per una serie dal piglio realistico e asciutto come Homeland, una opening sequence sussurrata, quasi sognante crea un contrasto significativo: per introdurre, infatti, il pubblico allo spy drama creato da Alex Gansa, i realizzatori hanno voluto un tuffo nella psiche tormentata della sua protagonista, una brillante agente della CIA minata da un problema di instabilità mentale. Suggerendo come la sua malattia sia una sorta di contraltare negativo ad una viva intelligenza e curiosità, la sigla racconta, con simboli e voci - anche quelle dei presidenti Bush e Obama - le ossessioni di Carrie Mathison.

18. House of Cards

Rientra nella categoria delle sigle "d'atmosfera": ne vedremo molte anche ai piani alti di questa top 20. Non mostra i protagonisti della show di Beau Willimon, e non ne illustra né i temi né le dinamiche; semplicemente ci mostra diversi luoghi riconoscibili di Washington D.C. in un gioco di effetti e ombre che sembra suggerire una prospettiva inedita (e inquietante) su ciò che accade nella Capitale: su ciò che il pubblico americano conosce fin troppo bene e tende a dare persino per scontato.

17. Big Love

I titoli della prima stagione di Big Love introducono sia l'argomento sia la forte componente ironica della drama series creata per HBO da Mark V. Olsen e Will Scheffer: un uomo, tre donne , un "grande amore" che la società contemporanea, estranea ai principi mormoni, non può accettare. La canzone dei Beach Boys che accompagna la sigla - un classico del romanticismo pop - sottolinea il ruolo del membro più altolocato del ménage di Bill Henrickson e delle sue signore (e innumerevole prole!): "God Only Knows"...

16. Deadwood

Forse non brilla per originalità, la sigla dell'acclamata serie western della HBO: la musica, le immagini, le suggestioni sapientemente e magistralmente connesse, sono tutte volte a introdurre l'ambientazione di frontiera, e il rigoroso realismo dello show creato e sceneggiato da David Milch che esplora le origini della società americana.

15. Roma

Per lo show storico dedicato agli anni cruciali della transizione dalla Repubblica all'Impero nella città dei Sette Colli, i realizzatori commissionarono alla Elastic di Angus Wall (autore, conviene sottolinearlo, anche dei titoli di testa di Big Love, Carnivale e Il trono di spade, nonché in possesso di due Oscar come montatore di The Social Network e Millennium - Uomini che odiano le donne) una sequenza dal piglio contemporaneo e ambizioso, che sottolinea la volontà del serial di esplorare, accanto alla Roma delle note vicende storiche, alle vite di Cesare, Ottaviano e Antonio, anche la Roma segreta degli umili, e ne suggerisce i temi e il mood facendo prendere vita ai graffiti nelle strade della città: una commistione di classicità e tecnologia che ben si sposa con questa visione originale e moderna della capitale dell'Impero Romano.

14. Flight of the Conchords

Una delle più originali e irriverenti sitcom degli ultimi anni ha visto protagonista una improbabile cult band neozelandese composta da Jemaine Clement e Bret McKenzie, meglio noti, appunto, come Flight of the Conchords. Dopo aver animato una serie radiofonica della BBC, il loro farsesco pop-folk diventa la base di uno show sulla vita di due laconici e squattrinati kiwi che cercano di sfondare New York. E la sigla ne evoca alla perfezione le adorabili bizzarrie; guardare per credere!

13. Dead Like Me

Dark comedy dedicata agli "impiegati" dell'aldilà, addetti alla raccolta di anime delle imminenti vittime di incidenti e suicidi, la serie creata da Bryan Fuller per Showtime illustra il suo malinconico umorismo con degli opening titles assolutamente deliziosi che rappresentano i "tristi mietitori" alle prese con la loro grigia routine quotidiana.

12. Battlestar Galactica (reimagined)

A livello di meriti artistici e di originalità nella concezione, gli opening titles di Battlestar Galactica non possono competere con la stragrande maggioranza delle sigle incluse in questa top 20, ma noi per lo show di Ronald D. Moore avremo, sempre e spudoratamente, un occhio di riguardo. La particolarità della sequenza di apertura di BSG è il modo in cui allude alla doppia anima dello show, da un lato fantascientifico, misterioso e spirituale, dall'altro realistico, politico e action: nella prima parte dei titoli, una voce femminile intona alcuni versi del Gayatri Mantra, e scenari spaziali si alternano a immagini che raccontano la distruzione delle 12 Colonie da parte dei Cylon, ricordando l'obiettivo, il viaggio alla ricerca di un rifugio, di un pianeta abitabile, e l'attuale numero degli umani sopravvissuti; nella seconda parte, invece, entrano in gioco le percussioni, mentre le immagini sono diverse per ogni episodio perché anticipano alcuni momenti significativi di ciò che seguirà in un montaggio frenetico.

11. I Soprano

Quella dell'indimenticato show di David Chase è una sigla che probabilmente oggi, vista fuori contesto, non dice poi molto; tuttavia, a suo tempo ebbe lo stesso impatto che ebbe la serie, non una cosa da poco, quindi. Nel ritrarre il suo eroe, boss mafioso in analisi che si divide tra i suoi affari a New York e la sua sfera privata e familiare nel New Jersey, nell'atto di compiere il viaggio quotidiano tra la Grande Mela e la bella casa suburbana dove vive con la famiglia, Chase ci dice che questa non sarà una tipica gangster story newyorkese, ma qualcosa di diverso; man mano che impariamo a conoscere Tony, i suoi traffici e i suoi crimini, i suoi angeli e i suoi demoni, apprezziamo il contrasto con questa immagine da innocuo commuter dalla routine confortevole.

E ora, per scoprire le 10 sigle top, non dovete fare altro che proseguire nella lettura: La seconda parte del nostro speciale: posizioni dalla 10 alla 1