David Goyer: 'Con Da Vinci's Demons ho esorcizzato i miei demoni'

Parla l'autore dello show più atteso, da stasera in onda su Fox, che abbiamo incontrato a Firenze in occasione della premiere mondiale.

Il gran giorno è arrivato. La lunga attesa del pubblico italiano sta per finire. Tra una manciata di ore Fox trasmetterà in prima visione assoluta Da Vinci's Demons, serie tv d'ispirazione storica dedicata alla vita e all'opera di Leonardo Da Vinci, ambientata all'epoca in cui ilo giovane e tormentato genio fiorentino era a bottega presso il pittore e scultore Andrea Verrocchio. Autore, ideatore, produttore e regista dello show è quel David S. Goyer che, insieme al team formato dai fratelli Christopher Nolan e Jonathan Nolan, ha ridato vita all'eroe gotico Batman e ora si appresta a ripetere l'esperienza con Superman ne L'uomo d'acciaio di Zack Snyder. Nel frattempo, dopo il flop di Flashforward, il volitivo David ritenta la carta della serialità con uno show interamente suo, co-prodotto da Starz e BBC International che coniuga la dimensione storico/morbosa alla I Borgia a quella più pulp e avventurosa di Spartacus: Sangue e sabbia o dei fumetti tanto amati dal tatutatissimo Goyer, che in passato ha firmato sceneggiature per comics Marvel e DC Comics.

David, come nasce la tua fascinazione per i supereroi? Leonardo Da Vinci è uno di loro?
David S. Goyer: I supereroi sono figure mitologiche. Nel creare Da Vinci's Demons non mi sono attenuto alle regole del realismo, ma ho optato per una mescolanza di storia e fantasia. Volevo creare un universo calato nel contesto italiano rinascimentale, ma anche larger than life. Curiosamente ho ricevuto più critiche preventive su Batman e Superman che sul progetto dedicato a Leonardo ed è strano perché loro nella realtà non esistono.

Eppure fin dalla prima puntata si colgono elementi che rimandano al mondo dei fumetti, soprattutto a Batman..
E' vero, ho alle spalle una lunga esperienza come autore di fumetti, ma non credo che sia rilevante in Da Vinci's Demons. Semmai Flashforward ha influenzato questa nuova produzione.

Quanto è stata importante la ricerca storica? Quanto c'è di realmente accaduto e quanto di inventato nello show?
Difficile da dire. Direi che il 70-80% di ciò che vedrete è frutto di ricerca storica, ma spero che il pubblico non si metta a controllare ogni dettaglio perché ci siamo presi diverse licenze poetiche.
Starz si rivolge a un audience giovane e moderna. Per mio figlio Leonardo Da Vinci è un personaggio storico anziano e noioso, ma io ho cercato di renderlo appetibile per tutti. Per questo ho voluto mostrare l'antichità attraverso una prospettiva moderna.

Cosa ti ha divertito di più ?
Sono un appassionato di storia. Mi piace molto leggere e fare ricerche. Durante la preparazione dello show sono stato invitato al British Museum e ho visitato molti musei italiani. Ho esplorato il Museo di Leonardo Da Vinci dove sono contenute tutte le sue invenzioni che poi abbiamo riprodotto nella serie. Il personaggio di Leonardo è molto complesso, mi interessava approfondire la relazione con suo padre anche per ragioni autobiografiche. Io non ho mai avuto una buona relazione con il mio e quindi mi sono identificato con Leonardo. Nella prima versione dello script avevo scelto di affrontare la narrazione in modo troppo estremo, troppo brutale, e lo studio mi ha chiesto di addolcire il tutto. Appare comunque chiaro che Leonardo e il padre non si piacciono, si incrociano per le strade e si ignorano, si disprezzano. Sarà questa rabbia verso il genitore, questo desiderio di emergere, che renderà Leonardo un genio.

Oltre al padre di Leonardo, nello show, c'è un altro genitore cattivo, Papa Sisto IV. Hai voluto inserire nella serie anche un attacco alla Chiesa?.
Non sono anticattolico e non voglio criticare il Vaticano, ma alcune figure disidicevoli dell'antichità erano papi perciò ho voluto affrontare questo aspetto. La Chiesa ha commesso tanti errori, quando si è trovata in difficoltà economica ha introdotto il sistema delle indulgenze e questo è solo un esempio.

Hai scritto i ruoli pensando ad alcuni attori in particolare?
No, non conoscevo gli attori con cui avrei lavorato. Sono stati scelti tutti in un momento successivo alla stesura dello script. Lara Pulver l'ho chiamata io, ma anche lei è stata scelta dopo l'audizione, come tutti gli altri.

E Tom Riley come lo hai scelto?
Tom è il miglior Leonardo possibile. L'ho capito fin dal provino. Incarna tutti gli aspetti del personaggio, ma prima di lui avevo visto molti altri attori.

Lo stile registico di Da Vinci's Demons è molto intenso, a tinte forti. I movimenti di macchina e il montaggio non lasciano respiro. Ti sei ispirato a modelli precisi?
Non avevo in mente modelli precisi, ma sapevo di dovere creare qualcosa di visivamente forte. Ho usato la phantom camera, ho optato per un colore saturo e vibrante e ho creato un vero e proprio codice di colori che indica le varie fazioni politiche. I medici sono rossi, gli Sforza blu, i Pazzi, principali rivali dei Medici, vestono di verde, mentre i rappresentanti del Vaticano vestono di bianco e rosso.

Tu hai diretto solo i primi due episodi. In seguito noteremo dei cambiamenti nello stile?
No, perché gli episodi successivi sono stati diretti dalla seconda unità. La prospettiva non cambierà. Tengo d'occhio i miei collaboratori e li ho scelti io, sanno cosa devono fare.

Nella prima puntata di Da Vinci's Demons vedremo sesso, violenza, due nudi maschili. Credi che lo show avrà problemi di censura?
Non lo credo, lo so per certo. Per questo, di ogni puntata ne esistono due versioni, una completa e una light. In Italia Fox manderà in onda la prima puntata in versione integrale.

Mentre preparavi Da Vinci's Demons, in parallelo, scrivevi L'uomo d'acciaio che arriverà al cinema tra qualche mese.
I due progetti sono nati nello stesso periodo e risentono molto del mio vissuto. Ci ho lavorato per tre anni e si sono influenzati a vicenda. Mentre ero impegnato nello sviluppo mio padre è morto e io, che non avevo un buon rapporto con lui, ho sentito la necessità di affrontare la tematica padre/figlio che ricorre sia nella serie tv che nel film dedicato a Superman.

Che futuro prevedi per lo show?
Spero di andare avanti a lungo e so già come finirà la serie. La prima puntata contiene indizi molto importanti al riguardo. Spero di ampliare la narrazione e con essa le location. In futuro vedremo Milano e la Francia.

Puoi dirci qualcosa sulla collaborazione con Bear McCreary, l'autore delle musiche?
Bear ha composto le musiche di Battlestar Galactica e The Walking Dead. Le musiche di Da Vinci's Demons non sono lontane dalla sua produzione precedente. Del suo lavoro apprezzavo molto l'uso di temi orientali, che non è certo ciò che ti aspetti per un'opera fantascientifica, e questa è la ragione per cui l'ho voluto come autore delle musiche dello show.