Alla vigilia della premiazione, si profilava una delle edizioni dei Golden Globe più 'telefonate' degli ultimi anni; lunedì mattina, invece, pur fra tante conferme, l'elenco dei vincitori presentava almeno un paio di risultati sui quali nessuno - ma veramente nessuno, in tutta la blogsfera del pianeta - si era neppure sognato di scommettere. Insomma, come al solito la Hollywood Foreign Press Association non ha mancato di riservarci qualche bel colpo di scena (a proposito: nelle nostre previsioni, abbiamo azzeccato i vincitori di nove categorie su quattordici), nel corso di una cerimonia in cui non sono mancate emozioni e momenti da antologia... basti chiedere a una certa Meryl Streep.
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Ora, però, analizziamo l'esito di questa 74° edizione dei Golden Globe in relazione alla awards season nel suo complesso. Più nello specifico: i premi di domenica notte quali indicazioni possono fornirci in merito alla corsa agli Oscar e come potrebbero influire sulle preferenze e le votazioni dei membri dell'Academy? Ecco dunque qualche riflessione e qualche pronostico al riguardo, categoria per categoria, in attesa delle nomination degli Oscar che saranno annunciate martedì 24 gennaio.
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La La Land pigliatutto: sarà record anche agli Oscar?
Partiamo dal film evento dei Golden Globe per l'anno 2016: con un totale di ben sette trofei, il musical diretto da Damien Chazelle ha messo a segno un en plein clamoroso, conquistando il record di pellicola in assoluto più premiata nella storia dei Golden Globe. L'odore di record già si presagiva (noi avevamo pronosticato sei statuette), ma pensare che un film musicale sia riuscito ad aggiudicarsi perfino il Golden Globe per la miglior sceneggiatura ci fornisce una dimensione del consenso per La La Land: un consenso che, passando per una buona dose di precursors (inclusi otto Critics' Choice Award), lo proietta in nettissimo vantaggio per i prossimi Oscar. A intuito, La La Land dovrebbe totalizzare almeno una dozzina di nomination, e potrebbe perfino sfiorare il record assoluto di quattordici candidature (condiviso per ora da Eva contro Eva e Titanic), ma soprattutto, nel caso di una valanga di statuette tecniche, potrebbe arrivare a totalizzare una cifra spaventosa come nove o dieci Oscar. Ne riparleremo a breve, ma per ora le prospettive per il film di Chazelle non potrebbero essere più radiose!
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Il 'sorpasso' di Moonlight e la battuta d'arresto per Manchester by the Sea
Se c'è un team, oltre a La La Land, che ha ottimi motivi per festeggiare, questo è senz'altro la A24, il piccolo distributore indipendente riuscito nell'impresa di portare un film come Moonlight di Barry Jenkins, complesso, senza star e perlopiù a sfondo LGBT (raramente le pellicole a tema omosessuale riescono a ottenere grande attenzione al di fuori del circuito arthouse), ad essere premiato come miglior film drammatico ai Golden Globe. Moonlight, già premiatissimo da varie associazioni di critici, da domenica si è imposto come il rivale più accreditato di La La Land, a scapito di un'altra pellicola proveniente dal cinema indie: il più tradizionale e 'classico' Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan. Superato da Moonlight nella categoria principale, Manchester by the Sea si è visto strappare a sorpresa il Golden Globe per la sceneggiatura da La La Land (attenzione: lo stesso duello si ripeterà anche agli Oscar), ma in compenso può festeggiare il trofeo come miglior attore per Casey Affleck. E salvo un'improbabile rimonta agli Screen Actors Guild Award, la sfida tra Affleck e il Denzel Washington di Barriere rischia di chiudersi con spaventoso anticipo.
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Chapeau, Madame Huppert!
La maggiore sorpresa della serata dei Golden Globe (anzi, no: forse, soltanto la seconda maggiore sorpresa) è arrivata nella categoria per la miglior attrice di dramma: a prescindere da tutto l'ottimismo possibile, non avevamo speranze di veder trionfare un'interprete francese ultrasessantenne per un film in lingua straniera in cui uno stupro diventa il nucleo narrativo per un'opera a metà strada fra il thriller e la black comedy. Tanto più nell'anno in cui in concorso c'erano anche due star come Natalie Portman ed Amy Adams nelle migliori prove (o poco ci manca) delle rispettive carriere. Eppure, se qualcuna poteva riuscire in un tale miracolo questa era Isabelle Huppert, che con la vittoria del Golden Globe come miglior attrice di dramma compie un gigantesco passo avanti sulla strada verso la tanto sospirata nomination all'Oscar. Fino a qualche mese fa, una candidatura per la Huppert era da considerare come un sogno proibito: ma dopo la pioggia di premi della critica (inclusa la favolosa tripletta dei premi dei critici di New York, Los Angeles e della National Society of Film Critics) e il Golden Globe, molti membri dell'Academy dovrebbero sentirsi 'obbligati' a guardare Elle e magari a inserire la Huppert tra le loro preferenze.
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Fumata nera per Natalie, vittoria 'al quadrato' per Emma
Ma il premio come miglior attrice a Isabelle Huppert dovrebbe avere anche un'altra conseguenza: oltre a garantire alla leggenda francese un posto nella cinquina dell'Oscar (mai dare nulla per scontato, ma a questo punto sperare è più che lecito), il Golden Globe alla Huppert costituisce un tremendo 'sgambetto' a Natalie Portman per la corsa all'Oscar. Nonostante il meraviglioso Jackie sia stato finora vergognosamente snobbato quasi ovunque nelle categorie per miglior film e regia, la Portman rimaneva una potenziale frontrunner per l'Oscar come miglior attrice in un probabile 'duello' con la Emma Stone di La La Land: ma attualmente, con La La Land più lanciato che mai e la Portman superata dalla Huppert sul versante drammatico, la Stone sembra aver acquisito un enorme vantaggio nella corsa alla statuetta. Qualora la star di La La Land dovesse ottenere pure lo Screen Actors Guild Award (e i pronostici sono tutti in suo favore), l'Oscar come miglior attrice sarebbe praticamente sotto ipoteca.
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Miglior attore supporter: animali notturni o giovani leoni?
Come anticipato, se c'è stata una sorpresa perfino più grossa del Golden Globe a Isabelle Huppert è il premio ad Aaron Taylor-Johnson come miglior attore supporter per il suo angoscioso ruolo di stupratore e assassino nel thriller Animali notturni. Finora, ai precursors, questa categoria ha assistito a una distribuzione di trofei fra il Mahershala Ali di Moonlight e il veterano Jeff Bridges di Hell or High Water, e tutto indicava che un duello del genere si sarebbe consumato anche ai Golden Globe. Per Taylor-Johnson, al contrario, questa era l'unica nomination dell'intera awards season. Ma in che modo il Golden Globe al ventiseienne britannico potrebbe influire sull'analoga cinquina degli Oscar? Dando per scontato che Ali e Bridges rimangono le "teste di serie" della categoria, e che lo Hugh Grant di Florence sembra essere a un passo dalla candidatura, rimarrebbero due posti disponibili.
Due posti che, a nostro avviso, saranno contesi fra il giovane Dev Patel di Lion - La strada verso casa (un co-protagonista spacciato come supporter: l'Academy rifiuterà questa category fraud?), il giovanissimo Lucas Hedges di Manchester by the Sea e ben due interpreti di Animali notturni: Michael Shannon, un attore stimatissimo fra i suoi colleghi, e l'outsider Aaron Taylor-Johnson, forte del suo Golden Globe. Che la "concorrenza interna" finisca per costare la nomination ad entrambi, favorendo Patel ed Hedges? O che Shannon venga comunque preferito a Taylor-Johnson, che diventerebbe così uno dei pochissimi vincitori del Golden Globe snobbati agli Oscar? E se arrivasse un'improvvisa ondata di consensi per Kevin Costner o Liam Neeson? Insomma, qui come altrove la gara è apertissima e in una awards season che rischia di trasformarsi in un plebiscito (in gran parte meritato, sia chiaro) per il meraviglioso La La Land, un pizzico di suspense non può che farci piacere!
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