Charlie’s Angels (2019), recensione: quando gli Angeli non bastano

La recensione di Charlie's Angels, reboot del 2019 del franchise, scritto e diretto da Elizabeth Banks, con Kristen Stewart e Naomi Scott.

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Charlie's Angels:Kristen Stewart, Naomi Scott ed Ella Balinska in azione

Non ci speravamo quasi più, ed invece eccoci qui a scrivere la recensione di Charlie's Angels, film del 2019 il cui iter distributivo in Italia si è scontrato con la situazione attuale dei cinema, portando all'annullamento dell'uscita in sala (inizialmente previsto per il primo gennaio, era poi stato rinviato a marzo) e all'arrivo direttamente in digitale, disponibile per l'acquisto sulle principali piattaforme, e in televisione grazie a Sky. Una successione di eventi che accresce l'aura un po' maledetta del progetto, che nel resto del mondo ha incassato appena 73 milioni di dollari (il budget era di circa 50 milioni) e non è stato accolto bene dalla critica, complice un'affermazione - in realtà travisata poiché proveniente da un'intervista che precedeva l'uscita americana - della regista Elizabeth Banks che sembrava dare la colpa del pessimo weekend d'apertura negli USA a un pubblico maschilista. Un percorso tutt'altro che fortunato per un lungometraggio che in fin dei conti non è né meglio né peggio di molte altre produzioni più o meno analoghe, e forse lì si cela la saggezza del non farlo uscire in sala nel nostro paese: lontano dal grande schermo, la confezione anonima del film potrà risultare meno evidente.

Il ritorno degli Angeli

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Charlie's Angels: una scena del film con Patrick Stewart

A danneggiare questo Charlie's Angels è stato forse anche un marketing confuso, che ha venduto il film come un reboot quando in realtà è un sequel dei due film precedenti, usciti nel 2000 e nel 2003, e della celeberrima serie televisiva creata nel 1976: l'elemento di continuità nei due capitoli diretti da McG era la voce di John Forsythe nel ruolo di Charlie (nella versione del 2019 c'è stato un passaggio di consegne a causa della morte dell'attore), e già ai tempi, come qui, si parlava del concetto di diverse generazioni di Angeli. Situazione che si verifica anche in questa sede, con la trovata aggiuntiva delle nuove generazioni di Bosley: non più un unico individuo, braccio destro di Charlie e mentore degli Angeli, ma un nome in codice che l'originale (Patrick Stewart, inserito digitalmente anche in foto tratte dalla serie e dagli altri due film) trasmette ai suoi discepoli, tra cui Djimon Hounsou ed Elizabeth Banks. Quest'ultima, già un ex-Angelo, si ritrova a dover indagare su una multinazionale la cui nuova invenzione potrebbe avere effetti collaterali fatali. A contattarla è stata Elena Houglin (Naomi Scott), membro del team scientifico dell'azienda, e quando le cose si fanno più complicate del previsto la ragazza entra a far parte degli Angeli, affiancata dalle veterane Sabina Wilson (Kristen Stewart) e Jane Kano (Ella Balinska).

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Quando il messaggio soffoca il divertimento

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Charlie's Angels:Kristen Stewart, Naomi Scott ed Ella Balinska con Elizabeth Banks

Al secondo lungometraggio come regista, dopo il successo di Pitch Perfect 2, Elizabeth Banks accentua la componente femminista che era già parte del franchise, cercando di portare la storia degli Angeli nell'epoca in cui viviamo attualmente. Lo fa però in modo discontinuo, perdendo di vista l'elemento ludico di un film come questo, tra scene d'azione per lo più piatte e gag che funzionano solo a intermittenza, rendendo più evidente la natura a tratti troppo contorta di una trama che aggiunge complicazioni inutili a una premessa già parzialmente esplorata nei film precedenti (come esplicitamente sottolineato nei dialoghi). Il problema principale di questo reboot che tale non è sta proprio lì, nel tentativo di reinventare minimamente un franchise che non ha bisogno di reinvenzioni, e di spacciare come novità un terzo capitolo che in realtà è perfettamente in linea con le tematiche esistenti della saga degli Angeli. Il tutto in vista di una prosecuzione che probabilmente non vedrà mai la luce, il che dispiace un po' dal momento che gli elementi di base del possibile sequel - ci sono dei momenti aggiuntivi durante i titoli di coda - sono molto promettenti. Un difetto che accomuna questo lungometraggio ad altri progetti simili negli ultimi anni: lasciare intendere, dopo un inizio faticoso, che il fantomatico seguito sarà ciò che gli spettatori volevano veramente. Una strategia letale in questo caso, poiché al netto del successo commerciale dei film precedenti il franchise non gode di una popolarità stratosferica (vedi il fallimento del revival televisivo del 2011, cancellato dopo otto episodi), e le discrepanze tra il marketing e il film vero e proprio non fanno che sottolineare quanto questo terzo episodio del filone cinematografico sia fuori tempo massimo.

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Charlie's Angels: Kristen Stewart, Naomi Scott, Ella Balinska in una scena del film

Un risultato deludente, soprattutto perché la passione della regista per la materia trattata è evidente nel modo in cui gestisce il proprio personaggio e mette alla berlina alcune convenzioni narrative un po' datate (usandone però altre quasi altrettanto vetuste). E nel mezzo del marasma di battute e sparatorie confuse e indecise rimane solido il rapporto sullo schermo fra le tre protagoniste, ed è particolarmente piacevole vedere Kristen Stewart in un ruolo più leggero e spensierato, in grado di esibire un lato solitamente poco visto delle sue doti recitative. E se è improbabile che rivedremo queste tre incarnazioni degli Angeli in un altro film, salvo eventualmente come materiale d'archivio (come accade qui con Cameron Diaz, Drew Barrymore e Lucy Liu), sarebbe auspicabile riunirle in una commedia vera e propria, sempre con Banks al timone, poiché nei (pochi) momenti giusti è chiaro che l'ambito umoristico è quello dove tutti i partecipanti a questo goffo, pasticciato ritorno del franchise sono in perfetta sintonia.

Conclusioni

Chiudiamo con un certo disappunto la recensione di Charlie's Angels, film maldestro ma benintenzionato che riporta sullo schermo il celebre franchise, fingendo che sia cambiato tutto quando in realtà la situazione è rimasta praticamente invariata. Il lungometraggio di Elizabeth Banks non aggiunge nulla di propriamente nuovo, e non riesce a sfruttare fino in fondo l'alchimia fra le tre agguerrite protagoniste.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • Gli attori sono tutti convincenti e carismatici.
  • Kristen Stewart diverte molto in un ruolo più apertamente comico.
  • La confezione estetica è piuttosto solida...

Cosa non va

  • ... ma in fin dei conti anche anonima, senza veri guizzi di creatività.
  • La trama è inutilmente ingarbugliata in certi punti.