Come sempre c'è chi riparte verso casa facendo bilanci severi, magari condizionati dall'inevitabile stanchezza che ci si porta addosso dopo dodici intense giornate di festival. Noi invece, al di là delle levatacce, delle file, delle recensioni scritte sullo smartphone nei ritagli di tempo, durante questo 69. Festival di Cannes ci siamo proprio divertiti. E abbiamo amato tantissimi film, al punto che, rispetto allo scorso anno, abbiamo dovuto ampliare la rosa dei titoli del cuore da 10 a 15, perché nessun membro del trio (la sottoscritta, Antonio Cuomo e Luca Liguori) voleva rinunciare ai propri favoriti.
Per evitare ulteriori discussioni sul ranking (quelle le lasciamo alla giuria di George Miller) ve li presentiamo in rigoroso ordine alfabetico, insieme a qualche raccomandazione aggiuntiva per i film che non abbiamo visto tutti e tre e da cui lasciamo volutamente fuori i film italiani - in larga parte applauditissimi qui sulla Croisette e già arrivati nelle sale nostrane.
I nostri 15 film del cuore
1. Aquarius
Un film elegante, ben scritto, visivamente forte e tematicamente ricchissimo quello che Il brasiliano Kleber Mendonça Filho costruisce intorno alla portentosa interpretazione di Sonia Braga.
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2. Captain Fantastic
Il classico film indipendente americano su una adorabile famiglia disfunzionale? Sì, ma quanta energia e quanto divertimento. Un'idea dal grande potenziale comico, un cuore enorme e un'irresistibile battaglione di giovani protagonisti capeggiati dal sempre carismatico papà Viggo Mortensen.
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3. Elle
Paul Verhoeven ha chiuso alla grande il concorso con un film in cui torna allo smalto degli esordi; un film intelligente, divertente e disturbante che prende fuoco grazie alla performance strabiliante di Isabelle Huppert.
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4. Graduation
Il miglior regista della new wave rumena (già Palma d'oro per 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni) Cristian Mungiu torna con un dramma stratificato con al centro i compromessi a cui un padre deve scendere per il futuro della figlia. Eccellenti scrittura e recitazione, e come sempre le riflessioni sul destino delle ultime generazioni della Romania post-Ceausescu sono stimolanti e illuminanti.
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5. Hell or High Water
Una sorta di logorroico western ambientato nell'odierno Texas, con rapinatori e poliziotti che fanno a gara di simpatia e un unico vero nemico: le banche che succhiano il sangue e i risparmi ai contribuenti. Fantastico tutto cast, anche se Jeff Bridges non si batte.
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6. I, Daniel Blake
Il "problema" di Ken Loach non è il fatto di affrontare sempre gli stessi temi. L'urgenza che lo porta a fare cinema è evidente, coerente e non compromissoria. Il problema con Ken Loach è che fa sembrare tutto il resto della cinematografia mondiale futile e superficiale.
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7. Il GGG - Il Grande Gigante Gentile
Difficile che un connubio tra Roald Dahl e Steven Spielberg potesse deludere, e infatti Il grande gigante gentile si è rivelato una delle magie di questo festival, dando vita a un nuovo classico per l'infanzia, opera in cui i temi del cinema spielberghiano si sposano perfettamente con il genio vulcanico di Dahl.
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8. It's Only The End of The World
Dopo il vitalistico, trascinante Mommy, Xavier Dolan sovverte le aspettative e ci regala un dramma da camera claustrofobico, angosciante e doloroso interpretato da alcuni tra i più quotati attori francesi del momento.
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9. Loving
Jeff Nichols racconta, con garbo e sensibilità, l'amore che ha rappresentato un momento cardine per la conquista dei diritti civili negli Stati Uniti contribuendo a cambiare la costituzione. Film umanissimo e toccante, con interpreti misurati ed eccellenti in Joel Edgerton e Ruth Negga.
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10. Neruda
Da Pablo Larrain un biopic atipico, poetico e affascinante, che trascende i generi e regala diverse performance incisive. La prossima volta, per favore, niente Quinzaine: Larraìn lo vogliamo in concorso.
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11. Paterson
Ispirato alla poesia fluviale, complessa e anarchica di William Carlos Williams, Patetson è un film minimale e tenero che racconta le piccole cose quotidiane che nutrono l'arte e la poesia, e il meraviglioso rapporto tra i due sposi interpretati da Adam Driver e Golshifteh Farahani.
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12. Sieranevada
Altro film rumeno in concorso, altro colpo di fulmine. Cristi Puiu ci porta in casa di una grande e chiassosa famiglia di Bucarest per una sobria celebrazione che inevitabilmente sarà l'occasione per fare emergere qualche questione in sospeso. Un cast magnifico e uno sguardo autoriale affascinante.
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13. Toni Erdmann
Una delle sorprese della selezione; anche se chiunque avesse visto il flm di debutto di Maren Ade, il clamoroso Alle Anderen, aveva legittime aspettative, nessuno poteva immaginare che la regista tedesca, indubbiamente dotata di una singolare sensibilità, ci avrebbe servito un film tanto divertente, personale, originale ed emozionante.
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14. The Salesman
Dopo il "passaggio francese" de Il passato, Asghar Farhadi torna a raccontare i paradossi e le trappole della società iraniana, attraverso gli eventi tragici e assurdi che travolgono due coniugi impegnati nella rappresentazione di Morte di un commesso viaggiatore. Un altro film tematicamente stratificato, recitato divinamente e messo in scena con maestria.
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15. The Red Turtle
Tecniche di animazione mista per un effetto inedito e affascinante; una sceneggiatura interamente grafica e musiche splendide. È pura poesia il film di Michael Dudok de Wit co-prodotto dallo Studio Gibli.
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Qualche raccomandazione in più
Oltre a questi quindici titoli che abbiamo voluto nel ruolino d'onore, abbiamo amato altri film su cui magari ci troviamo meno d'accordo o che solo uno di noi ha avuto occasione di vedere. È il caso di My Life as a Courgette, splendido film di animazione francese che solo il fortunato Antonio è riuscito a godersi alla Quinzaine; o del divertentissimo The Nice Guys, proiettato in una sala troppo piccola e quindi accessibile solo a Luca, possessore di accredito altolocato. Per il resto vogliamo fare almeno una menzione per film che ci sono piaciuti anche se con qualche riserva: il fulgido American Honey di Andrea Arnold, il sensuale The Handmaiden di Park Chan-Wook, lo scioccante Clash dell'egiziano Mohamed Diab, l'astuto The Student di Kirill Serebrennikov, il delicato After the Storm di Hirokazu Koreeda, e naturalmente il malinconico Café Society di Woody Allen e anche quel Personal Shopper di Olivier Assayas che ci ha dato non poco da discutere.
Leggi le recensioni:
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My Life as a Courgette: piccola animazione per grandi emozioni
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The Handmaiden: con Park Chan-Wook sesso, amore e colpi di scena
L'altra faccia della medaglia: le delusioni
Non possono mancare le dolenti note. Se la sottoscritta non si aspettava certo di apprezzare il nuovo film di Nicolas Winding Refn dopo aver detestato il precedente Solo Dio perdona, anche Luca e Antonio, che il film con Ryan Gosling l'avevano amato e auspicavano grandi cose per The Neon Demon, si sono trovati in difficoltà a capire cosa dovessimo farcene di quella che sembra un'irritante, grottesca, a tratti anche piuttosto comica autoparodia.
The Neon Demon è la delusione più bruciante perché si trattava forse del film più atteso dell'intero festival; The Last Face di Sean Penn si presentava con neanche un centesimo di quel lustro, perché la sua aura da infomercial enfatico e strappalacrime aveva già fatto scattare qualche campanello d'allarme, eppure è riuscito a deludere lo stesso. È semplicemente uno dei film più brutti mai passati a Cannes, e speriamo di dimenticarlo al più presto.
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Non è proprio brutto di per sé, ma è certamente il film più brutto di Jean-Pierre e Luc Dardenne The Unknown Girl, un film che ripropone la loro sobria idea di cinema in un'incarnazione fredda ed esangue, svuotata di vigore ed empatia. Semplicemente non doveva essere in concorso, per il bene nostro, del festival e dei cineasti belgi.
Altra delusione è stato The Wailing, di Na Hong-jin, autore di due gioiellini del "korean noir" come The Chaser e The Yellow Sea. Un film inutilmente lungo, con uno sproporzionato e sterile preambolo, che ingrana solo nella parte finale quando si trasforma in horror senza troppe pretese.
Infine Bruno Dumont. Non ci è mai piaciuto, Dumont, ma per qualche ragione eravamo ottimisti nei confronti del suo Slack Bay, presentato come una scatenata e stilizzata commedia in costume. Commedia è una commedia, ma basata su un umorismo talmente sopra le righe e ripetitivo da virare prima verso il tedio e poi verso la nausea nel giro di un quarto d'ora. Se non andate veramente pazzi per la comicità slapstick e demenziale (o non siete francesi) statene alla larga.
Le scene shock
È tradizione che il cartellone del festival rivierasco contenga film con qualche scena deflagrante e controversa; ovviemente quest'anno non ha fatto eccezione. Ecco le nostre shock picks:
Due momenti di Staying vertical di Alain Guiraudie: un parto mostrato in close-up senza risparmiarci nulla, e la scena di una morte; o meglio, un suicidio assistito in maniera piuttosto originale.
Le scene di cannibalismo in Slack Bay
Le scene di necrofilia e vomito antropofago di The Neon Demon
L'atteggiamento nei confronti dello stupro in Elle
Il terrificante finale di Clash
Le scene cult
Ed ecco anche la nostra selezione di scene destinare a rimanere per sempre nel cuore degli spettatori del 69. Festival di Cannes:
Il primo, solare flashback di It's Only the End of the World sulle note di Dragostea din tei
Il gioioso funerale di Captain Fantastic con la cover di Sweet Child of Mine
Sandra Hüller che intona_ The Greatest Love of All_ in Toni Erdmann, ma ancora di più l'intera scena della festa di compleanno.
Le palline cinesi con campanelle The Handmaiden.
Il duello finale a colpi di battute tra Chris Pine e Jeff Bridges in Hell or High Water.
La colazione a Buckingham Palace de Il grande gigante gentile con la regina.
La scena del party di The Nice Guys con capitombolo di Ryan Gosling.