Pantera Nera - Black Panther, in lingua originale - è il prossimo supereroe dei cinecomics a debuttare col duplice marchio Marvel e Disney: lo vedremo a partire dal 14 febbraio nei migliori cinema italiani e probabilmente spaccherà in due le opinioni della critica e del pubblico, soprattutto perché si tratta di una pellicola inusuale che ha già fatto molto discutere. Il regista Ryan Coogler, noto per aver diretto Creed - Nato per combattere, ha preso il timone di un film supereroistico in cui la stragrande maggioranza del cast è afroamericana, a cominciare dal protagonista T'challa, la Pantera Nera che abbiamo incontrato per la prima volta in Captain America: Civil War. Eroe controverso e difficilissimo da scrivere, Pantera Nera negli ultimi anni ha assunto un'importanza sempre più significativa sia nei fumetti, sia al cinema. Cerchiamo di capire perché.
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Chi è la Pantera Nera?
Pantera Nera esordisce nel luglio del 1966 su Fantastic Four #52 come comprimario e riappare saltuariamente nella collana del Quartetto, poi nella collana Tales of Suspense, infine si unisce ai Vendicatori nel #52 di The Avengers, datato 1968, e comincia una lunga serie di alleanze e rivalità, comparendo in altre testate. Fino a quel momento, Pantera Nera è il primo supereroe di colore in assoluto. Dapprincipio, Jack Kirby e Stan Lee avrebbero voluto chiamarlo Coal Tiger, ma ironicamente il nome scelto non si ispira al movimento delle Pantere Nere, fondato sul finire del '66, ma al felino che accompagnava il protagonista di una serie pulp che all'epoca apprezzavano entrambi: in effetti, Pantera Nera cambiò brevemente soprannome in Black Leopard per evitare confusioni, ma la cosa durò ben poco.
In seguito alla ristampa della sua prima avventura da Avenger, su Jungle Action #5 del 1973, Marvel cominciò a pubblicare una collana che lo aveva per protagonista, scritta da Don McGregor e disegnata da autori come Rich Buckler, Billy Graham e Gil Kane. La miniserie durò diciannove numeri e poi fu cancellata perché poco venduta, così nel 1977 Marvel decise di riprovarci con una testata intitolata proprio Black Panther e Jack Kirby al timone. Quest'ultimo, tornato da poco all'ovile dopo una breve collaborazione con la rivale DC, abbandonò la collana dopo appena dodici numeri per concentrarsi su altri progetti e la lasciò nelle mani dello scrittore Ed Hannigan. Fu l'inizio di una serie di alti e bassi perché le avventure di Pantera Nera, spesso accolte con entusiasmo dalla critica, faticavano a trovare posto nelle collezioni del pubblico: per questo motivo, il personaggio è stato rilanciato più volte attraverso varie collane, sia come protagonista che come comprimario.
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T'challa è il re di Wakanda, una nazione africana fittizia e super tecnologica fondata sulla tradizione, il misticismo e il vibranio, un materiale resistentissimo ricavato da un meteorite schiantatosi nella regione in tempi remoti. Il titolo cerimoniale di Pantera Nera è ereditario, ma T'challa, come suo padre T'chaka prima di lui, lo ha ottenuto superando una difficile serie di prove e legandosi alla divinità protettrice dei Wakandani. In qualità di Pantera Nera, T'challa non è soltanto il sovrano del Wakanda, ma anche il suo rappresentante, e ha accesso a ogni tecnologia o manufatto mistico custodito nel palazzo reale. Il collegamento mistico con la divinità protettrice acuisce i sensi e garantisce una forza sovrumana, mentre il sofisticatissimo costume in vibranio offre una protezione senza pari e svariati strumenti offensivi. A tutto ciò si sommano la preparazione e l'intelligenza di T'challa, scienziato brillante e astuto cacciatore.
Nei film del Marvel Cinematic Universe, e in particolare in Captain America: Civil War, che segna la sua prima apparizione cinematografica, T'challa (Chadwick Boseman) è diventato re di Wakanda in seguito alla morte del padre, vittima del complotto ordito da Helmut Zemo (Daniel Brühl) per dividere gli Avengers. Dopo aver cercato di acciuffare il presunto colpevole, il "Soldato d'Inverno" Bucky Barnes (Sebastian Stan), T'challa ha compreso il suo errore e si è schierato con Captain America (Chris Evans) per offrire asilo a lui e agli altri eroi che gli sono rimasti fedeli nel regno di Wakanda. Nel nuovo film, scopriremo di più su questa città super tecnologica e sulle tribù che la abitano: la Pantera Nera dovrà difenderla da una minaccia che non proviene solo dall'esterno, ma anche dall'interno, e che rischia di svelare i suoi segreti a tutto il mondo.
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Perché Pantera Nera è un eroe, un fumetto e un film importante?
I cinecomics ci hanno ormai abituato ai supereroi di colore. Recentemente abbiamo visto Cyborg (Ray Fisher) militare nella Justice League, mentre i film targati Marvel ci hanno già proposto in svariate occasioni sia Falcon (Anthony Mackie) che War Machine (prima Terrence Howard, poi Don Cheadle). Se osservate con attenzione, però, c'è un tratto che accomuna questi eroi afroamericani: sono tutti comprimari, quelli che nel linguaggio fumettistico si definirebbero "sidekick". Nessuno di loro è protagonista di un film dedicato o ricopre un ruolo di importanza fondamentale nell'economia delle storie raccontate. Negli ultimi tempi, le cose hanno cominciato a cambiare. La rete CW ha appena cominciato a trasmettere la serie televisiva Black Lightning in cui il protagonista è un eroe di colore, Jefferson Pierce (Cress Williams); su Netflix possiamo trovare Luke Cage, la miniserie dedicata all'omonimo eroe Marvel, interpretato da Mike Colter. Ciò non toglie, però, che Pantera Nera è stato il primo supereroe di colore nella storia dei comics, e ha anticipato tutti i personaggi summenzionati di decenni.
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"Black Panther è stata un'occasione unica per far parte di qualcosa di speciale in un momento in cui gli afroamericani cercano di affermare la loro identità culturale in una società che tende ancora a ghettizzarli", ha specificato lo sceneggiatore Joe Robert Cole . Insieme al regista Ryan Coogler, al protagonista Chadwick Boseman e a un cast composto quasi unicamente da attori di colore - fanno eccezione unicamente Martin Freeman, che interpreta Everett Ross, e Andy Serkis, nuovamente nei panni di Ulysses Klaw - ci sono anche il premio Oscar Lupita Nyong'o, Danai Gurira (Michonne in The Walking Dead) e il bravo Michael B. Jordan, che già ha recitato per Coogler in Creed... e che, ironicamente, ha interpretato Johnny Storm, la Torcia Umana, nell'orrido Fantastic 4 - I Fantastici Quattro del 2015. È chiaro, insomma, che a Pantera Nera ha lavorato uno staff che comprende profondamente la vita degli uomini di colore e che dunque è in grado di comunicare un messaggio, anche culturale, molto più definito.
Il film arriva in un momento delicatissimo della storia americana, per quel che concerne l'interazione razziale. Negli ultimi anni si sono susseguiti scandali e brutalità che spesso hanno coinvolto le forze dell'ordine, mentre la percentuale di afroamericani incarcerati ha superato la media. Pantera Nera è un'icona che rappresenterà sul grande schermo la comunità di colore come raramente è accaduto prima, specialmente da quando, nel 2008, Marvel ha cominciato a serializzare il suo Cinematic Universe, mettendo sotto i riflettori quasi soltanto eroi e protagonisti caucasici.
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Nei fumetti, Pantera Nera è un personaggio che simboleggia la speranza delle comunità di colore in tutto il mondo e che nelle sue prime storie incarnava la rivalsa delle etnie minoritarie, combattendo addirittura il Ku Klux Klan. Il Wakanda è una nazione che si discosta nettamente dallo stereotipo del paese del terzo mondo povero e bisogno di aiuti e di risorse: è un'Africa più ricca e sofisticata di ogni altra nazione sulla faccia del pianeta, intrisa al contempo di magia e folklore. In altre parole, le storie della Pantera Nera pongono l'idea dell'Africa sotto una luce molto più positiva e accattivante.
Black Panther resta comunque un film d'intrattenimento dove buoni e cattivi se le danno di santa ragione a suon di computer grafica. Nonostante questo, gli spettatori si ritroveranno a tifare per un protagonista di colore, ammirando un mondo di ispirazione africana. È un tipo di rappresentazione che conta, specialmente in un ambiente - quello dei cinecomic - rivolto a tutte le età ma anche, e soprattutto, ai più giovani. Il suo eventuale successo potrebbe spalancare le porte agli adattamenti degli altri supereroi multietnici targati Marvel, ma non solo, come l'ormai famosissima Ms. Marvel pakistana o la Miss America latino-americana riesumata, casualmente, lo scorso anno. E chissà che i più giovani che si stanno avvicinando ai fumetti supereroistici o ai cinecomic per la prima volta, non si scoprano a voler emulare Pantera Nera invece che Iron Man.