The White Lotus, Sarah Silverman chiede chiarimenti sul finale della terza stagione: "Dovevo chiederglielo"

Dopo la conclusione tragica della terza stagione di The White Lotus, i fan della serie HBO sono rimasti all'oscuro di un aspetto della trama. E Sarah Silverman si adopera per chiarire.

Una scena di The White Lotus

Sarah Silverman, amica di lunga data di Mike White, creatore della serie The White Lotus, ha finalmente risolto uno dei misteri più discussi della terza stagione appena conclusasi. Nessun subplot tagliato, nessun trauma passato, solo una scelta deliberata e perfidamente semplice.

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Attenzione: questo articolo contiene spoiler

Nel panorama narrativo cesellato al millimetro di The White Lotus, anche un'occhiata storta o una frase mancata possono scatenare intere saghe interpretative tra i fan. Dopo il finale amaro della terza stagione, una domanda apparentemente secondaria ha tormentato la community: perché la glaciale Victoria Ratliff, interpretata da Parker Posey, ignora deliberatamente Kate Bohr, la texana dal sorriso largo di Leslie Bibb? Il dettaglio - una fredda indifferenza in un dialogo di Special Treatments, secondo episodio - sembrava promettere sviluppi futuri, flashback rivelatori o almeno una stoccata verbale chiarificatrice. Invece, niente. Fino a quando non è intervenuta Sarah Silverman, attrice e storica compagna di set di Mike White in School of Rock, che ha deciso di porre direttamente la domanda al suo amico e creatore della serie. "Lo odio fare perché immagino che tutti glielo chiedano, ma l'ho fatto", ha raccontato con ironia da Live with Kelly and Mark. "Gli ho scritto: 'Ma com'è che non scopriamo perché Parker Posey ignora Leslie Bibb? È una cosa che è stata tagliata o...?'".

The Withe Lotus 3   Michelle Monagham
Una scena di The White Lotus

La risposta di White? Brutale, lapidaria, perfettamente in linea con l'umorismo cinico della serie: "No, stavo solo mostrando che è una stronza". Nessun trauma sepolto o intreccio lasciato in sospeso, solo la scelta creativa di rappresentare l'antipatia come atto puro, privo di motivazioni narrative. Una verità disarmante, ma anche una chiave di lettura che riconferma l'intelligenza tagliente di White nel raccontare il mondo dorato (e spesso tossico) dell'élite.

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Silverman, dal canto suo, ha colto l'occasione per lanciare una timida candidatura: "Adoro The White Lotus. Sarei fantastica se recitassi qui, lo sarei davvero". Chissà che l'onestà non premi anche in questo caso - e che il prossimo check-in nella serie antologica non abbia proprio il suo nome sulla prenotazione.