The Whale, per Brendan Fraser il film è arrivato al momento giusto: "Prima non avevo l’esperienza necessaria"

Brendan Fraser ha voluto approfondire i suoi sentimenti nei confronti di The Whale, rivelando che dal suo punto di vista l'attesa ha reso migliore la sua performance.

The Whale, per Brendan Fraser il film è arrivato al momento giusto: 'Prima non avevo l’esperienza necessaria'

Brendan Fraser sta ottenendo sempre più successo grazie al suo ruolo in The Whale, il nuovo film di Darren Aronofsky. Durante una recente intervista con Deadline, l'attore ha approfondito quello che per lui ha significato questo ruolo, rivelando che non avrebbe potuto interpretarlo all'inizio della sua carriera, dato che "non avrebbe avuto l'esperienza di vita adatta" per plasmarlo come ha fatto adesso.

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The Whale: un primo piano di Brendan Fraser

Nel raccontare la sua esperienza con The Whale, Brendan Fraser ha approfondito alcune dinamiche dietro alla realizzazione del film, confermando ad esempio le varie difficoltà in termini di Covid e Pandemia, per poi soffermarsi sugli sforzi attuati in termini di trucco ed evidenziare tutto il suo appoggio alla Obesity Action Coalition, e verso le battaglie quotidiane che le persone obese devono affrontare.

Il personaggio di Charlie rappresenta tantissimo per Fraser, non soltanto dal punto di vista della carriera, ma anche a livello umano. Così l'attore ha confessato che dal suo punto di vista valeva la pena aspettare per ottenere questo ruolo, dato che secondo lui non avrebbe potuto interpretarlo all'inizio della carriera: "All'epoca non avevo l'esperienza di vita o l'angoscia necessarie. 10 anni fa non ero stato padre così a lungo da poter apprezzare cosa significhi avere una piccola persona nella tua vita".

The Whale di Darren Aronofsky in 400 sale nella seconda settimana di uscita dopo il successo del primo weekend

Il nominato agli Oscar ha quindi sottolineato che si è avvicinato a The Whale come se avesse dovuto essere l'ultimo film della sua vita, dicendo che questo sentimento è stato percepito anche dagli spettatori: "Mi sono avvicinato a questo film come se non dovessi mai più essere chiamato a farne altri. Mi sono reso vulnerabile a tutti e lo trovo liberatorio, perché non ho nulla da nascondere o dimostrare. Non ho altro che rispetto per quelli che riescono a vederlo, anche per le persone che non sono artisticamente d'accordo con il materiale".