Gary Oldman ha confessato che interpretare il protagonista di Mank è stato più difficile che calarsi nei panni di Sid Vicious o Dracula. Complice, probabilmente, anche la presenza del puntiglioso David Fincher dietro l'obiettivo..
"Mank è stato una gioia, ma è stato anche il ruolo più difficile di tutti, perfino di Sid Vicious, Beethoven, Dracula o Lee Harvey Oswald" confessa il 62enne Gary Oldman, che ha lasciato la sua casa di Palm Springs per recarsi a Londra a girare la serie spy Apple+ Slow Horses.
"David ha detto 'Ti voglio assolutamente nudo come non lo sei mai stato. Non ci sono parrucche, non ci sono denti, non ci sono nasi finti. Solo tu. In questo caso stai interpretando un uomo che ha un tale disgusto di sé'".
Oldman descrive Herman Mankiewicz a USA Today come "un alcolizzato funzionale, uno che ha contribuito a inaugurare un'era di personaggi spiritosi dal ritmo frenetico e dialoghi scattanti ed è stato anche un brillante revisore di script. Sua l'idea di trascorrere più tempo con la Dorothy di Judy Garland nel Kansas in bianco e nero all'inizio de Il mago di Oz per poi passare al Technicolor una volta che si reca a Oz".
Mank, quando Gary Oldman sbottò sul set: "Ho ripetuto questa scena 100 fottute volte!"
L'attore prosegue: "Hai questo personaggio che arriva a Hollywood e ha un tale disprezzo e sdegno per la qualità di ciò che viene prodotto. Come diceva un mio amico artista, è una schifezza al 99% e poi c'è quell'1% in cui vive l'eccellenza ed è quello per cui ti sforzi. Per Mank diventa come scalare l'Everest. La vetta si allontana sempre di più mentre lui si rende conto che non avrebbe scritto quel grande spettacolo teatrale o romanzo, che aveva problemi con l'alcol e il gioco d'azzardo ".
Mank arriverà su Netflix il 4 dicembre.