Meryl Streep ha preso parte alla reunion con il cast de Il diavolo veste Prada, organizzata per festeggiare il 15esimo anniversario del film basato sull'omonimo romanzo di Lauren Weisberger. Una reunion molto divertente e interessante, durante la quale sono stati raccontati molti aneddoti sul film e curiosità.
Sono passati 15 anni da quando Il diavolo veste Prada ha debuttato nelle sale. A tre lustri di distanza, le star che hanno impreziosito ulteriormente la brillante commedia diretta da David Frankel hanno scelto di festeggiare prendendo parte ad un'epica reunion organizzata e moderata da Entertainment Weekly. Il video dell'evento, condiviso nelle scorse ore sul web, mostra quindi Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt, Stanley Tucci e gli altri attori mentre ricordano una serie di aneddoti legati al film in questione che, lo ricordiamo, è stato ispirato dalla storia di Lauren Weisberger e dalla sua esperienza come assistente dell'editor di Vogue Anna Wintour. L'autrice del romanzo uscito nel 2003 ha comunque più volte sottolineato che i fatti e i personaggi narrati siano frutto della sua fantasia. Nel corso del tempo, Il diavolo veste Prada è stato elogiato da pubblico e critica, anche per l'iconica performance di Meryl Streep nel ruolo della "perfida" Miranda Priestly.
Emily Blunt, che nel film interpreta Emily, ha approfittato della reunion per dire: "Miranda ci offre un personaggio a cui molti di noi possono aspirare, per essere intransigenti, duri, reali, onesti e offrire il proprio punto di vista senza ferire o offendere nessuno". A tal proposito, Meryl Streep ha aggiunto: "Mi piaceva che non ci fosse alcun passo indietro rispetto ai suoi lati più orribili, e le vere parti spaventose di lei avevano a che fare con il fatto che non cercava di ingraziarsi nessuno, che è sempre l'emolliente femminile in qualsiasi situazione in cui tu voglia farti strada. Miranda non ha fatto niente di tutto questo".
Durante la reunion è anche emerso che il ruolo di Andy, poi interpretato da Anne Hathaway, era stato offerto per tre volte a Rachel McAdams ma l'attrice ha sempre rifiutato. "Abbiamo iniziato a negoziare con Anne per trovare un accordo ma questo non arrivava", ha detto Elizabeth Gabler, ex presidente di Fox 2000 Pictures, la quale ha aggiunto: "Abbiamo quindi offerto il ruolo a Rachel McAdams per tre volte. Lo studio era determinato ad averla, e lei era determinata a non farlo". Hathaway, dal canto suo, non si è mai arresa e alla fine ha ottenuto il ruolo. Gabler ha dichiarato: "Ricordo che Anne era seduta sul divano del mio ufficio e spiegava perché voleva interpretare questo personaggio e dava note di sceneggiatura sul terzo atto. Quando ci ripenso, non era esattamente quello che abbiamo finito per fare, ma la sua sensibilità era completamente allineata con quello che poi abbiamo fatto. Anne non si è mai arresa. Non ha mai smesso di fare campagna elettorale per se stessa, di chiamare, è venuta nell'ufficio di della dirigente Fox Carla Hacken e ha scritto sul suo taccuino 'Assumimi'". L'attrice ha confermato, dicendo: " Il personaggio mi ha parlato. Si trattava di un argomento che prendo molto sul serio, trattato in un modo così meravigliosamente gioioso e spensierato".
Il gruppo di star riunitesi, composto anche da Adrian Grenier (Nate) e Gisele Bündchen (Serena), ha poi discusso del fatto che Streep si comportasse come il suo personaggio anche nella vita reale per prepararsi meglio alla parte. Blunt ha spiegato: "Meryl è così socievole e divertente da morire, in un certo senso non è stato il massimo per lei doversi immedesimare nel personaggio. Era come se fosse inavvicinabile. Potevi andare da lei e dire 'Oh mio Dio, è appena successa la cosa più divertente' e lei avrebbe soltanto ascoltato. Quindi non so se sia stato divertente per lei essere sul set in quel modo".
Streep ha confermato tutto, ammettendo: "È stato orribile! Ero infelice nella mia roulotte. Li sentivo tutti che gongolavano e ridevano. Ero così depressa! Mi sono detta 'Beh, è il prezzo che paghi per essere il capo!'. Ma quella è stata l'ultima volta che ho tentato quel 'metodo di preparazione'!". Hathaway ha ribattuto, dicendo: "Mi sono sentita intimidita, ma anche tutelata da lei. Sapevo che qualunque cosa stesse facendo, era solo per rendere più naturale quella paura. L'ho apprezzata perché sapevo che in quel modo si stava anche prendendo cura di me. C'è questa scena in cui lei diceva tipo 'Sei deludente quanto il resto di quelle sciocche ragazze'. Ricordo quando la telecamera si è accesa su di me, la pressione mi ha davvero bloccata. Ricordo di aver visto lei che mi guardava ed ha modificato leggermente la sua performance, l'ha resa un po' diversa, ed in quel modo ha tirato fuori di più da me e mi ha fatto rompere qualsiasi barriera io avessi in quel momento".
Streep ha poi detto: "Questo è il primo film in cui gli uomini sono venuti da me e hanno detto 'So come ti sei sentita, ho una compagnia e nessuno mi capisce. È davvero difficile'". Stanley Tucci ha aggiunto: "La nostra società è abituata a vedere il mondo attraverso gli occhi degli uomini, sia nel cinema che nella letteratura, e questo film ha iniziato a segnare un cambiamento". "Penso che abbia spinto le nuove generazioni a decidere e pensare 'Beh, chi sarò sul posto di lavoro? Chi sarò quando sarò un leader?'", ha quindi dichiarato Hathaway.
Durante la reunion è stato anche svelato il processo che ha portato alla scelta di Meryl Streep per il film. Il casting ha compreso prima Michelle Pfeiffer, Glenn Close e Catherine Zeta-Jones ma poi è bastata una chiamata del capo dello studio Tom Rothman per portare alla scelta di Streep, che ha ricevuto il team nella sua casa di New York per discutere la sceneggiatura. "Non ero interessata a fare un film biografico su Anna", ha detto l'attrice, aggiungendo: "Ero interessata alla sua posizione nella sua azienda. Volevo assumermi i fardelli che doveva portare, oltre a dover avere un bell'aspetto ogni giorno". La sceneggiatrice Aline Brosh McKenne ha detto: "Era importante per noi che non fosse solo un capo difficile, ma che incarnasse un certo valore, facendo capire che le persone intorno a lei sono sacrificabili e messe al servizio di quello che, per lei, è un obiettivo più grande, oltre che alla sua venerazione per la moda e per la rivista".
Con l'ampliamento dell'eredità de Il diavolo veste Prada (un musical è in lavorazione), il team ha anche discusso di una potenziale serie TV e di un sequel. Lo studio ha dichiarato: "Abbiamo avuto un incontro in cui ci siamo chiesti 'Cosa potremmo fare se ci fosse un sequel?'. Ma forse era stupido, ci siamo sentiti tipo 'No, questa storia è stata raccontata'. Lauren alla fine ha scritto un altro libro dopo 15 anni. Siamo giunti alla stessa conclusione, che seguire semplicemente i personaggi non sarebbe stato lo stesso". Weisberger, dal canto suo, ha dichiarato: "Ci sono state molte conversazioni a riguardo. Non direi che sia del tutto fuori dal regno delle possibilità". Su questo argomento, ha detto la sua anche McKenna: "Le riviste e l'editoria sono cambiate così tanto in quindici anni. Nel film viene raccontato un periodo in cui Andy portava una rivista fisica a casa di qualcuno ogni giorno in modo che potesse sfogliarla. Forse lo fanno ancora, ma ne dubito. Insomma, ha avuto il suo momento!".