I segreti di Brokeback Mountain, Ang Lee: "L'Oscar perduto? Colpa dell'omofobia"

Il regista è tornato a parlare della sconfitta agli Oscar nella categoria Miglior film nel 2006

I segreti di Brokeback Mountain, Ang Lee: 'L'Oscar perduto? Colpa dell'omofobia'

Nel corso di una nuova intervista concessa a IndieWire, Ang Lee è tornato a parlare della sconfitta agli Oscar del 2006 di I segreti di Brokeback Mountain, che venne battuto da Crash di Paul Haggis, puntando il dito contro l'omofobia dell'epoca.

"All'epoca, Brokeback Mountain aveva un limite. Avevamo ricevuto un sacco di sostegno - fino a quel punto", ha ricordato Lee, riferendosi alle vittorie agli Oscar per regia, sceneggiatura e colonna sonora. "C'è quella sensazione. Non provavo rancore o altro. È così che erano", ha detto Lee a proposito dell'Academy dell'epoca.

I segreti di Brokeback Mountain: una foto di Jake Gyllenhaal ed Heath Ledger
I segreti di Brokeback Mountain: una foto di Jake Gyllenhaal ed Heath Ledger

Ang Lee ha ricordato quando è sceso dal palco dopo aver ritirato il premio per la miglior regia.

"Ho ricevuto il mio premio, che era il penultimo in scaletta, prima di quello più importante, e mentre scendevo dal palco mi chiamarono e mi dissero: 'Resta qui'. Questo è il tuo segno. Tutti pensano che vincerai, quindi rimani in quel punto", ha raccontato Lee. "Proprio accanto al palco c'era il sipario. Poi è arrivato il momento del premio per il miglior film. 'Resta qui, resta qui'. Ho visto Jack Nicholson, ha aperto la busta e pensavo: 'Oh mio Dio, oh mio Dio'. Ci sono voluti 10 secondi prima che lo annunciasse, e poi ha detto: 'Crash'".

"Sono sempre stato un outsider"

Nell'intervista, in cui ha parlato del suo prossimo biopic su Bruce Lee, il regista ha ammesso di essere rimasto ottimista riguardo all'esperienza degli Oscar 2006 con I segreti di Brokeback Mountain.

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"A casa mia, l'arte non era un'opzione. Fare film era una follia", ha dichiarato Lee. "Eravamo outsider a Taiwan, poi outsider in America, poi tornammo in Cina, ancora da outsider. Mi sento sempre un outsider. Quelle sui personaggi repressi, suppongo, sono storie che mi attraggono. Brokeback Mountain è così bello. Non ho nulla in comune con i cowboy gay del Wyoming. Ma perché ho pianto? Perché ti rimane addosso ed è una storia bellissima".