Black Phone, Ethan Hawke: "Somiglia più a Stand by Me che a uno slasher"

Ethan Hawke parla dello strano tono del suo nuovo horror Black Phone, da stasera nei cinema, paragonandolo al cult Stand By Me.

Da oggi Ethan Hawke torna al cinema con un terrificante ruolo da villain nell'atteso horror di Scott Derrickson Black Phone, che per l'attore "somiglia più a Stand by Me che a uno slasher". La citazione di Stand by Me non è affatto casuale, visto che Black Phone è tratto da un racconto del figlio romanziere di Stephen King, Joe Hill, del 2004.

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Black Phone: Ethan Hawke in una sequenza

Come anticipa la nostra recensione di Black Phone, al centro della storia troviamo un ragazzino di nome Finney Shaw (l'esordiente Mason Thames) che è stato rapito dal serial killer "The Grabber" (Ethan Hawke) dal nome appropriato. Intrappolato in uno scantinato e alla disperata ricerca di una via di fuga, Finney si rende conto che un telefono disconnesso gli consente di parlare con gli spettri delle precedenti vittime di The Grabber. Tutti condividono una visione unica su come sfuggire alla cattura e alla morte. Mentre gli spiriti delle precedenti vittime dell'assassino tentano di portare Finney in salvo, lui dovrà celare i suoi pini di fuga al suo rapitore.

In un'intervista con SlashFilm, Ethan Hawke ha fornito la sua particolare visione dell'attrattiva che questo coming of age riserva e che lo ha convinto ad accettare l'offerta di Scott Derrickson:

"Il cuore che contiene la sceneggiatura è il motivo per cui ho fatto il film. Quando Scott mi ha chiamato e mi ha detto che voleva che interpretassi il Grabber, questa persona che rapisce i bambini, ho pensato, 'Ascolta, lo leggerò, ma non sono affatto convinto, non voglio recitare quella parte.' Poi, quando ho letto la sceneggiatura, ho pensato: 'Oh wow, questo è più simile a Stand by me che a uno slasher.' Gli ho detto che non mi sono quasi mai imbattuto in qualcosa di così spaventoso che contenesse così tanto cuore. È come un film emozionante e spaventoso. Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere. Sembrava che avesse un tono davvero originale."

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Parlando del suo sguardo sul genere horror, Ethan Hawke aggiunge: "Crei una narrazione tridimensionale con ombra e luce. Se c'è troppa ombra o troppa luce non funziona. Troppa oscurità e non provi nulla per i personaggi, nel mondo non funziona così. Il mondo non è univoco. Penso che ci sia un aspetto di questo film che ricorda un che di... Stephen King, Spielberg, c'è una sensazione, usa un tono strano dove si incrociano generi in un modo che possiede molto cuore".