Avengers: Endgame sarà piaciuto ai The Jackal? Non lo sappiamo ma sappiamo per certo che l'hanno visto perchè poche ore fa uno dei loro membri, Alfredo Felco, ha condiviso un collage composto da tanti piccoli indizi per raccontare il film.
Inutile dire che per chi non ha ancora trascorso i 182 minuti in compagnia dei supereroi Marvel si tratta di spoiler (che non ci sono, invece, nella nostra recensione di Avengers: Endgame)! Se siete tra questi, dunque, non proseguite nella lettura perchè proveremo a spiegare tutte le "vignette" che compongono l'immagine, con tutte (o quasi) le interpretazioni possibili. O almeno non dite di non essere stati avvisati per tempo.
Shrek: è l'indizio più ovvio in quanto si riferisce direttamente al Dottor Hulk, la versione del mostro verde presente in Avengers: Endgame. Facendo riferimento anche alla maggiore affabilità del personaggio di Mark Ruffalo in questa nuova "veste" meno barbara.
Ritorno al futuro: è un chiaro riferimento non solo al viaggio nel tempo compiuto dai Vendicatori ma anche a tutte le volte in cui il film viene direttamente nominato da Scott Lang o da Jim Rhodes.
Il topo: non è sempre gradevole guardarli sullo schermo o nella realtà ma se avete chiuso gli occhi appena l'avete intravisto allora non saprete mai chi ha davvero salvato la Terra. Il merito del ritorno di Ant-Man, del viaggio nel tempo e di tutta la catena di eventi a seguire è tutto merito di quel piccolo roditore che, passando sul pulsante giusto nel furgone abbandonato di Lang, ha innescato tutto il meccanismo. Chiaro omaggio al primo personaggio mai concepito da Walt Disney? Può darsi.
Il grande Lebowski: chiunque ha visto Endgame non può non aver pensato a lui davanti alla versione appesantita di Thor (Chris Hemsworth), con tanto di capelli lunghi, occhiali neri e vestaglia/maglione. Senza considerare l'indolenza, la passione per la birra... Insomma, in una gara di cosplayer del Drugo Thor avrebbe già la vittoria in pugno.
Karen Gillan: la gemella, il doppione o comunque vogliate chiamarlo è ormai un tema ricorrente nella sua carriera. Dove l'avevamo già vista farsi in due? Non solo nei panni di Nebula ma anche in Doctor Who.
Il dito: è una delle scene più ricche di pathos. Poco prima Iron Man ha chiesto a Doctor Strange quante possibilità restano ancora per salvare la situazione. Con le due formazioni in campo ridotte ormai allo stremo, Doctor Strange si volta verso Tony Stark che è riuscito a strappare il nuovo Guanto dell'Infinito e gli indica la risposta. In uno dei futuri possibili i Vendicatori avrebbero fatto la cosa giusta, e quel futuro è ora presente.
Le Spice Girls: sono l'esercito di guerriere che promette di combattere al fianco di Captain Marvel. Valchiria, Okoye, Scarlet... addirittura Pepper Potts in armatura. Uno dei momenti più epici dell'intero film.
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Fru: con tanto di testo "Ma non so nemmeno chi sei!". Le interpretazioni sono molteplici. La più ovvia riguarda Thanos e lo scontro con Scarlet che lo accusa di averle rovinato la vita e portato via quanto aveva di più caro. Il Thanos in questione non ha vissuto gli eventi di Avengers: Infinity War dunque non sa nè chi sia la ragazza nè di cosa stia parlando. Ma la lettura possibile è anche un'altra: è possibile che la foto con Fru si riferisca alla figura del bambino presente al funerale di Tony Stark, che è poi lo stesso, in bicicletta, a cui si rivolge Scott Lang per capire cosa sia successo, ancora ignaro dello schiocco di dita di Thanos. Non l'avevamo già visto? Sì, in Iron Man 3.
L'anziano sulla panchina: ancora un dettaglio chiarissimo per chi ha visto il film. Alla fine è Captain America (Chris Evans) l'incaricato di riporre le Gemme dell'Infinito, ma Steve Rogers ne approfitta per fare un giro nel passato e capire che, ora che è tutto risolto, può finalmente fermarsi e riposare accanto all'amata Peggy Carter. Così, quando il Dottor Hulk lo riporta indietro, del giovane Captain America è rimasto solo lo scudo (che segnerà il passaggio di testimone al Sam/ Falcon di Anthony Mackie) perchè Steve Rogers ora può dimostrare l'età che avrebbe nelle propria realtà.
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