Addio a Peter O'Toole

L'attore di Lawrence d'Arabia, malato da tempo, si è spento in un ospedale londinese. Aveva 81 anni, e l'anno scorso aveva deciso di ritirarsi dalla recitazione.

Ci lascia il grande Peter O'Toole, da tempo afflitto da problemi di salute, che oggi si è spento in un ospedale di Londra nel quale era stato ricoverato ieri. Celebre per il ruolo di Lawrence d'Arabia, l'attore è stato uno dei più grandi della sua generazione, celebre per il suo talento, ma anche per la sua personalità.
Peter Seamus Lorcan O'Toole nasce il 2 agosto 1932, secondo alcune fonti a Connemara, in Irlanda, secondo altre a Leeds, in Inghilterra, dove poi è cresciuto - O'Toole stesso, nella sua biografia, ha dichiarato questa incertezza. La famiglia lascia Leeds durante la Seconda Guerra Mondiale, e Peter è affidato a una scuola cattolica, che frequenta per alcuni anni. A causa di questa esperienza e del disgusto che prova per la vita delle suore che lo educavano, O'Toole perde la fede cattolica, nonostante mantenga quella per Gesù Cristo, da lui ritenuto un personaggio storico portatore di grandi valori, come la pace. Dopo la scuola ottiene un impiego come apprendista reporter e fotografo per lo Yorkshire Evening Post, finché la Marina inglese lo chiama al servizio militare. Dopo il servizio, O'Toole frequenta la Royal Academy of Dramatic Art per un paio di anni, con una borsa di studio.

La carriera di attore inizia a teatro, dove O'Toole si guadagna una certa fama come interprete Shakespeariano al Bristol Old Vic e con la English Stage Company, prima di debuttare in televisione nel '54, ed al cinema, con un film minore, nel '59. Sempre nello stesso anno si sposa con Sian Phillips, attrice gallese con la quale ha due figlie, Kate anche lei attrice apprezzata, e Patricia. La grande occasione gli capita quando David Lean lo sceglie per interpretare T.E. Lawrence nel kolossal Lawrence d'Arabia (1962), parte che era stata rifiutata sia da Marlon Brando che dall'amico Albert Finney. La sua performance raggiunge il primo posto nella classifica delle 100 Migliori Performance di tutti i tempi del magazine Premiere, e gli vale la prima delle otto nomination agli Academy Awards successive. Il film ne vincerà complessivamente sette, tra cui Miglior Film e Miglior Regia. O'Toole rimarrà buon amico dell'attore Omar Sharif, qui suo comprimario.

Grazie alla fama raggiunta, continua a ricevere ruoli importanti durante gli anni Sessanta. O'Toole è uno dei numerosi attori a ricevere due nomination agli Oscar per aver interpretato lo stesso ruolo in due film diversi: è, infatti, Re Enrico II sia in Becket e il suo re (1964), di Peter Glenville con Richard Burton, che ne Il leone d'inverno (1968), di Anthony Harvey, dove è affiancato da Katharine Hepburn. Sempre in quegli anni si discosta dai suoi ruoli abituali per prendere parte a film brillanti come Ciao Pussycat (1965) di Clive Donner e Casino Royale (1966) di Val Guest, entrambi interpretati da Peter Sellers, Ursula Andress ed dall'allora giovane Woody Allen. Sempre del '66 Come rubare un milione di dollari e vivere felici, commedia romantica diretta da William Wyler, che vede nel cast Audrey Hepburn ed Eli Wallach.

Durante gli anni '70 continua a dividersi tra ruoli in drammi, spesso in costume, e commedie. Nel '72 prende parte al musical La classe dirigente, diretto da Peter Medak, e del romantico L'uomo della Mancha, sulle avventure di Don Chisciotte, diretto da Arthur Hiller e interpretato da Sophia Loren. Versione cinematografica della hit di Broadway, il film è ampiamente criticato dal pubblico per essere interpretato da attori non cantanti; non raggiunge il successo al box office, ma raggiunge ottime vendite successivamente, nella versione in cassetta e DVD. La voce di O'Toole è data dal tenore Simon Gilbert, mentre gli altri attori cantano le loro parti. Nel '79 recita invece nel controverso dramma/erotico Io, Caligola, diretto da Tinto Brass e rimaneggiato da Bob Guccione, fondatore del magazine Penthouse. Com'è prevedibile, il film riceve critiche contrastanti, ma diventa comunque un film culto.
Nello stesso anno divorzia dalla moglie Sian, che lo lascia per un amante più giovane. Peter, nella sua autobiografia, dichiara di averla spesso trattata meschinamente, preso da attacchi di gelosia estremi. Alla fine degli anni Settanta, Peter soffre di parecchie malattie causate dall'abuso di alcool, tanto che gli viene rimosso il pancreas e buona parte dello stomaco. Nel '78 una disfunzione al sangue lo porta quasi alla morte. O'Toole riesce a riprendersi e a tornare a lavoro, però gli è più arduo trovare parti in film per il cinema.

Nell'80 O'Toole partecipa al thriller di Richard Rush Professione Pericolo, nel quale interpreta un giovane fuggitivo che si nasconde in un set cinematografico fingendosi uno stuntman - il titolo originale è infatti The Stunt Man. Nel film recitano oltre a lui Steve Railsback e Barbara Hershey.. Nel '83 - a cinquant'anni - ha un altro figlio, Lorcan Patrick O'Toole - ora attore - con la modella Karen Brown. Nel '84 partecipa invece allo spin-off della serie di Superman, Supergirl, diretto da Jeannot Szwarc e interpretato da Faye Dunaway - nella parte di supergirl - Helen Slater e Mia Farrow. Tre anni dopo prende parte al biopic di Bernardo Bertolucci L'ultimo imperatore, sulla vita dell'ultimo imperatore della Cina.

Da fine anni Ottanta le apparizioni al cinema di Peter cominciano a diminuire, e spesso appare in film di scarso successo commerciale. Da ricordare Favole, fantasy per bambini del '97, dove recita insieme ad Harvey Keitel, Phantom (1998), horror di Joe Chapelle con Ben Affleck e Rose McGowan, e Troy (2004), kolossal di Wolfgang Petersen sull'Iliade, dove interpreta Priamo, affiancato da Brad Pitt, Orlando Bloom, Diane Kruger e Brian Cox. Ritorna ad essere nominato agli Oscar per la sua interpretazione nella commedia indipendente Venus, diretta da Roger Michell su di un attore anziano che si innamora della nipote, e scopre di essere affetto da cancro alla prostata. Grazie a questa nomination diventa l'attore che è stato nominato più volte senza averne mai vinto. In ogni caso l'anno precedente l'Academy gli consegna un premio alla carriera, che inizialmente O'Toole rifiuta, ritenendosi ancora in gioco, ma poi accetta con riluttanza. Nel 2007 presta la sua voce al film della Pixar Ratatouille, ed entra nel cast del fantasy Stardust,diretto da Matthew Vaughn ed interpretato da Claire Danes, Ian McKellen e Robert De Niro.