Siamo all'ultima parte del nostro viaggio, e se, fino ad ora, in qualche caso, è stato difficile scegliere una sola scena particolarmente rappresentativa per ogni titolo segnalato, da questo momento in poi è praticamente una fatica improba. Ma, per integrità critica e per coerenza, faremo anche questo sforzo; seguiteci, dunque, e scoprite con noi i Big Ten del cinema musicale, e le sequenze che ci sono rimaste nel cuore.
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10 - Chicago (2002)
Storicamente, Chicago è stato uno dei musical teatrali più importanti di sempre, visto che consacrò uno dei mostri sacri di Broadway e di Hollywood, Bob Fosse, e ad oggi ancora detiene il record assoluto di repliche per un musical americano sia a New York che a Londra. Il film di Rob Marshall, alla sua prima regia cinematografica, ebbe numerosi meriti, il principale dei quali il sorprendente equilibrio della messa in scena, che gli permise di mantenere le atmosfere teatrali aggiungendo però una sontuosa, incantevole dimensione cinematografica. Queste qualità non rimasero inosservate, anzi, l'industry hollywoodiana premiò il film con l'Academy Award in un momento in cui il musical era un genere che non dava più segni di vita, soprattutto quello di provenienza teatrale. A portare al successo Chicago, naturalmente, furono anche le sue star, e se fu meritatissimo l'Oscar tributato a Catherine Zeta-Jones, artista che sembra nata per calcare i palcoscenici, Renée Zellweger, Queen Latifah e Richard Gere non si lasciarono certo mettere in ombra dal talento e dal magnetismo della collega gallese.
Il numero più rappresentativo, però, non può essere però che Cell Block Tango, con la (da poco ex) signora Douglas a capitanare un gruppo di irresistibili assassine.
Highlights: All That Jazz; Mr. Cellophane; We Both Reached for the Gun; Razzle Dazzle; Nowadays/Hot Honey Rag.
La nostra scena del cuore: Cell Block Tango.
9 - Moulin Rouge (2001)
Forse pochi ricorderanno quali erano le aspettative generali poco prima dell'uscita del film di Baz Luhrmann, follow-up dell'apprezzato sebbene discusso Romeo + Giulietta. Dopo aver traghettato uno Shakespeare letterale in un contesto moderno, con canzoni pop a commento e una giovane superstar della risma di Leonardo DiCaprio, il regista australiano tentava ancora la sorte con un viaggio nella Parigi della Belle Epoque tra costumi scintillanti e scenografie kitsch, con Nicole Kidman e Ewan McGregor chiamati a mettere le proprie ugole al servizio di stranote pop songs per raccontare la passionale e tragica storia di una nuova Traviata. Solo che, invece che rivelarsi il disastro pacchiano che molti si aspettavano, il film di Luhrman divenne un instant classic, perché i suoi eccessi e i suoi cliché servono a risvegliare emozioni autentiche e profonde.
Sebbene siano altre le scene più popolari di Moulin Rouge, ovvero quelle scatenate e glam della prima parte del film, per noi la più memorabile è quella che marca il twist drammatico della love story, e che, facendogli spiccare il volo emotivamente, rende Moulin Rouge un film con l'anima: signore e signori, El Tango de Roxanne.
Highlights: Your Song; Elephant Love Medley; The Pitch (Spectacular Spectacular); Come What May.
La nostra scena del cuore: El Tango de Roxanne.
8 - Hedwig - La diva con qualcosa in più (Hedwig and the Angry Inch, 2001)
Lo ammettiamo candidamente: Hedwig - La diva con qualcosa in più, pur meritando indubbiamente un posto in questa vasta selezione, non è una pellicola abbastanza visibile e importante da giustificare un piazzamento addirittura in top ten, davanti a tanti classici. Ma abbiamo le nostre ragioni ad avere un occhio di riguardo per questa pellicola e volerla fare conoscere a chi ancora non se ne sia innamorato: Hedwig nasce da un musical off-Broadway, e anche nella sua incarnazione cinematografica è un'opera squisitamente indie, ma il suo successo ha permesso a John Cameron Mitchell, sia autore del musical che regista del film, di realizzare una opera seconda coraggiosa e controversa come Shortbus - Dove tutto è permesso e portarla fuori concorso a Cannes, e in seguito a occuparsi della regia di un dramma di alto profilo come Rabbit Hole, fino a diventare una personalità artistica di rilievo assoluto.
Ma la straordinaria forza di Hedwig non risiede solo nel talento del suo creatore e interprete, perché altrettanto si deve all'autore delle musiche Stephen Trask; insieme, Mitchell e Trask hanno realizzato un'opera che trasuda rock'n'roll e cinema, con elementi autobiografici incredibilmente toccanti e una regia visionaria che lascia senza parole in un debutto.
Prendiamo la nostra scena prediletta: in The Origin of Love si uniscono gender-bender, romanticismo struggente e mitologia, per una sequenza che utilizza significativamente elementi d'animazione e che, praticamente in apertura di pellicola, colpisce dritto al cuore.
Highlights: Tear Me Down; Angry Inch; Wicked Little Town; Wig in a Box; Midnight Radio.
La nostra scena del cuore: The Origin of Love.
7 - Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music, 1965)
Ispirato a una storia vera, quella dell'ufficiale austro-ungarico Georg Ludwig Ritter von Trapp, scappato dall'Austria dopo l'Anschluss nazista con la sua numerosa e musicale famiglia, il musical The Sound of Music, targato Rodgers & Hammerstein, debuttò a Broadway nel 1959 con immediato successo; e il film di Robert Wise, uscito nel '65, vinse cinque Oscar, tra cui quello per il miglior film, e divenne campione d'incassi sul mercato a stelle e strisce. Il trionfo di Tutti insieme appassionatamente lanciò in orbita gli splendidi brani musicali: dalla soave Edelweiss al coro gioioso di Do-Re-Mi, dall'ariosa title song (a cui si deve la familiare e citatissima frase The hills are alive with the sound of music), fino allo yodelling di The Lonely Goatherd, quello del film di Wise è davvero uno score impressionante, ma il brano più famoso, quello che ha attraversato uno spettro sorprendentemente vasto di interpretazioni, da canto di Natale a cavallo di battaglia per il sassofono immortale di John Coltrane, è la bellissima My Favorite Things.
Highlights: The Sound of Music; Edelweiss, The Lonely Goatherd; Sixteen Going on Seventeen; Do Re Mi.
La nostra scena del cuore: My Favorite Things.
6 - The Rocky Horror Picture Show (1975)
Abbiamo parlato poco sopra del timore degli estimatori di Baz Luhrmann che il suo Moulin Rouge si rivelasse un pasticcio kitsch. Beh, ecco la prova che un conclamato pasticcio kitsch, narrativamente disorganico e visivamente grottesco, può essere un gioiello. E' difficile spiegare dove risieda la grandezza di The Rocky Horror Picture Show, forse proprio nella sua sfrontata indisciplina, quasi a suggerire che chiunque possa infilarsi una guepière, mettere il rossetto e inventarsi performer - cosa che i fan di RHPS fanno d'altronde da quasi quarant'anni. Ma è anche vero che in questo caso il fenomeno ha superato la qualità intrinseca del film - anche se la qualità c'è, non fraintendeteci: lo status di cult movie assoluto che non accenna ad appannarsi fa pensare che Frank'n'Furter, i suoi loschi scagnozzi, gli ingenui Brad e Janet e il resto della gang abbiano scoperto la ricetta per l'immortalità. E adesso, un salto a sinistra, un passo a destra e tutti nel Time Warp.
Highlights: Science Fiction/Double Feature; Dammit Janet; Sweet Transvestite; Hot Patootie - Bless My Soul; Touch-a, Touch-a, Touch-a, Touch Me; Floor Show Medley.
La nostra scena del cuore: The Time Warp.
5 - Funny Girl (1968)
Siamo riusciti a giungere alle altissime sfere di questa nostra classifica senza avere ancora citato un film con Barbra Streisand: ma non preoccupatevi, è giunto anche il suo momento, d'altronde parliamo di un'icona del genere musical al pari di Julie Andrews, di Judy Garland e di Liza Minnelli. Quello nel ruolo della leggendaria comédienne Fanny Brice fu il suo debutto al cinema dopo i primi successi a Broadway, e la condusse direttamente all'Oscar, in un raro caso di ex aequo al fianco di un'altra forza della natura, Katharine Hepburn, che vinse per un altro ruolo biografico, quello di Eleonora d'Aquitania ne Il leone d'inverno.
Funny Girl ha indubbi meriti cinematografici oltre che musicali, ma è soprattutto a Barbra che si deve la sua penetrazione nell'immaginario collettivo, a partire dalla prima battuta ("Hello, gorgeous") fino all'incredibile numero che vi proponiamo, Don't Rain on My Parade, attestazione sempiterna di uno dei maggiori talenti di sempre e vetta assoluta della storia del musical.
Highlights: I'm the Greatest Star; His Love Makes Me Beautiful; People; You Are Woman, I Am Man; My Man.
La nostra scena del cuore: Don't Rain on My Parade.
4 - Jesus Christ Superstar (1973)
Il nostro lungo viaggio attraverso il musical era partito proprio da qui, dal film di Norman Jewison che il 15 agosto del 1973 arrivava nei cinema statunitensi portando con sé un mare di polemiche che già avevano, ovviamente, accompagnato il grande successo ottenuto a Broadway dall'opera, ma ulteriormente amplificate dalla trasposizione su grande schermo. Attacchi al film arrivarono un po' da tutte le parti: dalla comunità ebraica che lanciava accuse di antisemitismo a quella black che trovava offensivo e razzista il fatto che l'unico nero nel film fosse Giuda, passando ovviamente per i cattolici che ritengono lo stesso Giuda una figura troppo simpatetica e un Gesù laico e umano, probabilmente innamorato di Maria Maddalena e per di più senza miracoli e senza resurrezione, un qualcosa di assolutamente inaccettabile.
Nonostante tutto questo però, il film fu un grande successo commerciale soprattutto negli anni successivi all'uscita cinematografica, finendo con il diventare, un po' a sorpresa e in barba ai puristi dell'epoca, addirittura un classico del cinema religioso.
Che sia però un film rivoluzionario e infiammatorio non ci sono dubbi, non solo per i contenuti che comunque offrono molti spunti (oltre a quelli già citati, anche la visione di Gesù Cristo come prima vera superstar dell'umanità e l'effetto destabilizzante del culto della personalità) ma anche per la coraggiosa e innovativa regia di Jewison che propone splendidi campi lunghi nel deserto assolato e si affida solamente alle canzoni e al libretto di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice rinunciando ad accompagnare la narrazione con qualsiasi dialogo.
Il cast del musical originale fu quasi completamente ripreso per la versione cinematografica ad esclusione proprio dei due ruoli principali, con i due understudy Ted Neeley (che prese il posto della rockstar Ian Gillan, impegnato in tour con i Deep Purple) e Carl Anderson (che sostituì il cantante/attore Murray Head) nei panni rispettivamente di Gesù e Giuda e che insieme a Maria Maddalena/Yvonne Elliman sono probabilmente artefici di alcuni dei momenti musicali più potenti e suggestivi della storia del cinema: Gethsemane, Heaven on Their Minds e I Don't Know How to Love Him potrebbero rappresentare una scelta perfetta per ciascuno di questi straordinari interpreti, ma per nostra fortuna c'è anche la meravigliosa Everything's Alright che racchiude al suo interno le tre voci e le tre diverse prospettive che di fanno di questo film un magnifico classico.
Highlights: Heaven on Their Minds; What's The Buzz; Hosanna; I Don't Know How to Love Him; Gethsemane; Superstar.
La nostra scena del cuore: Everything's Alright.
3 - Cabaret (1972)
Per la terza volta in questo nostro speciale ci troviamo a citare un musical di Bob Fosse e se non è questa una dimostrazione del suo genio e della nostra sconfinata ammirazione, sinceramente non sapremmo cosa altro fare. Di certo, rispetto a All That Jazz - lo spettacolo continua e Chicago, questo Cabaret è la sua opera più completa e perfetta, riuscendo ad unire momenti musicali indimenticabili ad uno sviluppo narrativo degno del miglior dramma, affrontando temi importanti quali l'ascesa del partito nazista e realizzando una riuscita rievocazione storica e culturale di uno dei periodi più bui del secolo scorso attraverso il punto di vista di un presentatore, una ballerina ed un frequentatore di un club di cabaret.
Fu grazie a questo film che la figlia d'arte Liza Minnelli raggiunse la sua massima popolarità arrivando perfino a vincere un Oscar, un Golden Globe ed un BAFTA; la sua performance è d'altronde assolutamente esplosiva e travolgente, ma la vera sorpresa del film, soprattutto per chi ci si avvicina ora e quindi dopo l'assoluta consacrazione della Diva, è il personaggio del Maestro di Cerimonie interpretato da Joel Grey (anche'egli premiato con gli stessi riconoscimenti, Oscar incluso) che riesce ad essere enigmatico e magnetico fin dall'incipit del film con il suo memorabile Willkommen.
Highlights: Mein Herr, Maybe This Time; Money; If You Could See Her; Cabaret.
La nostra scena del cuore: Willkommen.
2 - Cantando sotto la pioggia (Singin' in the Rain, 1952)
Siamo arrivati quasi in cima alla nostra classifica e possiamo finalmente celebrare un altro dei grandi della Golden Age dei musical hollywoodiani: Arthur Freed, produttore e paroliere della MGM, pur non avendo il talento artistico dei grandissimi compositori, coreografi e registi da noi citati in questo lungo speciale fu uno dei veri artefici del successo di molti classici i quali Incontriamoci a Saint Louis o Un americano a Parigi (giusto per citarne due) ma è soprattutto noto per un progetto bizzarro, quello di un musical contenitore che gli permettesse di sfruttare e rinvigorire l'intero catalogo di canzoni scritte assieme a Nacio Herb Brown negli anni '30. E' così che Cantando sotto la pioggia, uno dei musical più famosi di sempre, uno dei film americani più apprezzati e celebrati di sempre, non solo non proviene da Broadway ma non ha nemmeno un concept particolarmente prestigioso, ma piuttosto utilitaristico e commerciale.
Fu proprio l'origine di queste canzoni a suggerire l'idea di ambientare la storia del film a cavallo tra l'epoca dei film muti e quello del passaggio a sonoro e di raccontare così l'ascesa, la caduta e poi nuovamente la rinascita come attore da musical di una star dei silent movies (un'idea chiaramente ripresa ed omaggiata molti anni dopo dal fenomeno The Artist). Il risultato è un vero e proprio gioiello, un film divertentissimo ed arguto nel suo essere una satira della stessa Hollywood, e soprattutto uno showcase impressionante non solo di tante canzoni divenute poi immortali ma del talento immenso di Gene Kelly, come ballerino ovviamente ma anche come coreografo di sé stesso e delle (altrettanto talentuose) co-star Donald O'Connor e Debbie Reynolds, che fino a quel momento non aveva mai danzato.
A tale proposito, esistono tante voci/leggende sul dietro le quinte del film firmato a quattro mani da Kelly e Stanley Donen: si dice per esempio che la Reynolds, che all'epoca non aveva nemmeno ancora vent'anni, fosse talmente traumatizzata dalle sessioni di danza con Kelly da piangere nascosta sotto ad un pianoforte dove fu "soccorsa" ne consolata nientepopodimenoche da Fred Astaire. Quanto ci sia di vero forse non lo sapremo mai, ma di certo la cantante anni dopo confermò che di altrettanto doloroso e difficile nella sua vita ci fu solo il parto dei suoi due figli.
Altri miti legati al film parlano di un O'Connor altrettanto provato dalle richieste di Kelly tanto da fumare quasi quattro pacchetti di sigarette al giorno e di un ricovero all'ospedale in seguito alle riprese dello spettacolare (e pericoloso) numero Make 'Em Laugh.
Ed è forse anche a causa di queste voci che lo vedono come un tiranno senza cuore, che si racconta che durante le riprese invece di Singin' in the Rain, una delle sequenza (non solo musicali) più belle e famose dell'intera storia della settima arte, Kelly avesse la febbre alta ma continuò lo stesso a sguazzare nell'acqua per un intero giorno fino a che la scena non fosse perfetta. E rivedendola ancora oggi, per la milionesima volta, non si può che ritenerla una delle massime espressioni della magia del cinema e il perfetto esempio di come il musical, nelle sue vette più alte, possa sprizzare gioia fin dallo schermo quasi fosse acqua da una pozzanghera.
Highlights: Moses Supposes; Make 'Em Laugh; Good Morning; Broadway Melody Ballet.
La nostra scena del cuore: Singin' in the Rain.
1 - West Side Story (1961)
Se Cantando sotto la pioggia rappresenta la perfezione del ballo singolo o di coppia, West Side Story è l'esempio perfetto della danza corale, del musical teatrale che non viene semplicemente trasposto sullo schermo, ma è quasi come se fosse lo spettatore ad essere trascinato sul palco insieme ai ballerini.
Fin dal Prologo è evidente che la regia congiunta di Robert Wise (grande maestro, spesso dimenticato, del cinema di genere americano) e Jerome Robbins (leggendario coreografo di questa e tante altre produzioni teatrali) lavora ad un qualcosa di mai visto primo, nel rompere la barriera tra musica e ballo e la narrazione stessa, nel ricreare tensione, emozioni, dramma attraverso la danza. E' l'unione tra cinema e musical nella sua massima espressione, un qualcosa che ad oltre cinquant'anni di distanza sembra ancora irripetibile, come dimostrano anche i 10 Oscar vinti, il numero più alto di statuette mai ricevute da un musical.
E poco importa se oltre due ore e mezza di durata, soprattutto nei momenti più romantici e sdolcinati, si fanno sentire, basta un nuovo numero per ricatturare l'attenzione dello spettatore e far quasi dimenticare che stiamo in realtà assistendo all'ennesimo adattamento di Shakespeare e del suo Romeo e Giulietta.
Sì, perché se è vero che i protagonisti della storia sono i giovani e belli Richard Beymer e Natalie Wood (entrambi doppiati durante le canzoni), a rubare la scena sono gli scontri, verbali e non, tra le bande rivali, i Jets e gli Sharks, i loro leader (il Riff di Russ Tamblyn e il Bernardo di George Chakiris, due performance energiche e magnetiche) e loro ragazze (tra cui spicca ovviamente la sensualissima Anita/Rita Moreno). I nostri momenti preferiti sono tanti, troppi, ma non possiamo che citare le divertentissime e gioiose Gee, Officer Krupke e America, con quest'ultima certamente più famosa e coinvolgente anche al primo ascolto. E se finora non siamo riusciti a farvi canticchiare e ballare nemmeno una volta (ma sappiate che non vi crediamo), siamo certi che alla musica di Leonard Bernstein di certo non potrete resistere.
Highlights: Prologue; Jet Song; Mambo!; Tonight; Gee, Officer Krupke; Quintet; The Rumble.
La nostra scena del cuore: America.
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