ZeroZeroZero, serie tv ispirata all'omonimo romanzo di Roberto Saviano, arriverà su Sky nei primi mesi del 2020. Venezia 76 ha ospitato l'anteprima dei primi due episodi dello show dal respiro internazionale prodotto da Cattleya e Bartlebyfilm per Sky Studios, CANAL+ e Amazon (ne abbiamo parlato nella nostra recensione di ZeroZeroZero) Sulla scia del successo di serie come Gomorra e Romanzo Criminale, si torna a parlare di traffico di droga e criminalità organizzata, ma in una prospettiva unica, seguendo il viaggio della cocaina dall'origine alla destinazione. Scelta originale che ha fatto, però, lievitare i costi di produzione saltando dalla Calabria al Messico e Stati Uniti.
"Dai tempi delle piattaforme non si dicono le cifre, ma ZeroZeroZero costa moltissimo proprio per l'estrema complessità della confezione" spiega il produttore Riccardo Tozzi svelando alcuni degli inconvenienti occorsi in una serie che ha richiesto mesi di ricerca sui territori spingendo gli sceneggiatori a recarsi in Messico, Africa e Stati Uniti per vedere e toccare direttamente questo mondo e i personaggi che ne fanno parte. Un mondo caratterizzato dalla chiusura, tratto comune delle famiglie criminale di Aspromonte e Messico. Stefano Sollima, regista della serie, confessa: "All'inizio pensavamo che non saremmo mai riusciti a realizzare una serie così ambiziosa e invece ce l'abbiamo fatta".
Una serie e un cast dal respiro internazionale
Ad accompagnare Stefano Sollima alla Mostra di Venezia ci sono le star Andrea Riseborough e Dane DeHaan oltre a Roberto Saviano che spiega l'importanza di un punto di vista alternativo sul traffico di cocaina: "La serie ZeroZeroZero racconta come funziona il commercio di coca senza mai spettacolarizzare. La coca la compri in Colombia a 2000 dollari al kg, in Messico la rivendi a 15.000 dollari, negli Stati Uniti a 27.000 dollari, in Italia a 54.000 dollari e in Inghilterra a 70.000 dollari. Con 10.000 dollari di coca pura diventi milionario. Stiamo parlando dell'unica materia comparabile al petrolio, non c'è nulla che ti fa guadagnare di più della cocaina. La facilità con cui può essere venduta rende la nostra serie un racconto sul potere e sull'economia del nostro tempo. La legalizzazione potrebbe interrompere questa massa di guadagni infiniti, ma trasformerebbe l'economia per sempre". "Questo è il motivo per cui era interessante affrontare un tema già noto da un'angolazione speciale" aggiunge Sollima. "La vita di tutti è influenzata dal traffico di cocaina o dai ricavi enormi che ne derivano. Questa è l'anima del romanzo e il motivo per cui abbiamo deciso di fare la serie".
A Venezia, l'inglese Andrea Riseborough e l'americano Dane Dehaan raccontano il loro incontro con Roberto Saviano. "Ammiro molto Roberto anche se non l'avevo mai incontrato. Ci siamo conosciuti sul traghetto che ci ha portato qui" spiega l'attrice, che nella serie tv ha il ruolo della figlia di Gabriel Byrne, imprenditore marittimo che funge da elemento di congiunzione tra venditori e acquirenti della cocaina. "Mi piace il suo modo di scrivere fatti reali in modo artistico, innovativo. Una serie tv, però, è molto diversa da un libro". Dane Dehaan, suo fratello fictional, aggiunge: "Conoscevo il lavoro di Saviano, ho visto Gomorra, il film, e poi ho guardato la serie tv per imparare a conoscere lo stile di Stefano Sollima. Quando sono stato ingaggiato ho letto anche ZeroZeroZero".
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Viaggio nei meandri della criminalità, senza perdere di vista lo stile
ZeroZeroZero mescola vari ingredienti. A fianco della dimensione action c'è una volontà precisa di rappresentare i meccanismi che regolano i traffici della criminalità e il contesto in cui sono radicati. Il primo episodio si apre con una processione alla Madonna in Calabria, sottolineando ancora una gli intrecci tra associazioni mafiose e religione. Come spiega Roberto Saviano, "i principi che regolano l'etica mafiosa sono 'guadagna più che puoi, difenditi da tutto, non ti fidare di nessuno, neanche di te stesso'. Perché la cocaina viene consumata così tanto? Perché la vita è una merda. L'eroina ti disattiva, mentre la coca ti attiva con il mondo. Il gangster lavora per i soldi, i mafiosi per il potere che ha molto a che fare con la mistica religiosa". Lo scrittore specifica: "I boss mafiosi vivono come gli ultimi calvinisti del mondo, sono l'ultima classe dirigente disposta a un sacrificio. Nella visione cattolica si paga tutto. Nessun boss penda di poter essere amato o viversi una bella vita. Il potere lo si paga con odio, solitudine, potere e morte. La sofferenza riguarda loro, ma i loro figli e nipoti avranno potere, denaro, investiranno in aziende".
In una serie così densa non manca un occhio di riguardo alla forma che, da quanto visto nei primi due episodi, sembra davvero curata al dettaglio. Per Stefano Sollima "la sfida più importante è rimanere vicino alle intenzioni iniziali. Non perdere di vista lo stile e non farti distrarre da tutto quello che ti circonda. Bisogna concentrarsi sempre su come si immagina un mondo. Quello che provo a fare in ogni lavoro, indipendentemente dal contenuto, è essere me stesso".