ZeroZeroZero: dal finale della serie, un'istantanea del Male

ZeroZeroZero, con il finale della prima stagione firmata da Stefano Sollima, ci ha dato un'immagine inedita del mondo del narcotraffico, tra favelas messicane, paeselli italiani e navi in mezzo all'oceano.

"Le azioni Apple hanno subito un rialzo in Borsa del 67% in un solo anno. Un rialzo notevole per i numeri della finanza. Ma se avessi investito 1000 euro in coca all'inizio del 2012, ora ne avresti 182000: cento volte di più che investendo nel titolo azionario record dell'anno."

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Zerozerozero: una scena della serie

Questa la verità ultima offerta da Roberto Saviano nel suo romanzo-inchiesta ZeroZeroZero, divenuto una serie firmata da Stefano Sollima.
In fin dei conti tutto sembra girare intorno a questo semplice, terribile, concetto: i soldi che si possono fare nel mercato della droga, della cocaina in particolare, non hanno paragone alcuno in nessun altro tipo di mercato al mondo.
E probabilmente in nessun altra serie crime i soldi sono così importanti come in questa, dove sono allo stesso risorsa e minaccia, arma e punto debole, sono il fine ultimo ma molto più spesso il mezzo per arrivare ad altro, maschera con cui coprire desideri inconfessabili o ipocrisie.

Eppure il fatto più interessante, più incredibile che ci è arrivato dal finale di questa prima stagione (dotata di grande ritmo, colpi di scena e cura dei personaggi) è il fatto che, forse per la prima volta, nessuno dei protagonisti dell'iter sia un buono, o quantomeno un rappresentante del bene, della legge, delle forze dell'ordine, di chi insomma si oppone al traffico di quella polvere bianca che ha cambiato il nostro mondo. Per sempre. E di quel mondo, abbiamo scoperto tutto seguendo i tre volti del male, le tre facce del Satana in polvere, quelle del Tenente corrotto delle Forze Speciali messicane Manuel Contreras, del boss rampante della 'ndrangheta Stefano La Piana, e dei Lynwood, armatori che trasportano droga nei mari di tutto il mondo.

Manuel Contreras, il Cattivo Tenente

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Zerozerozero: Harold Torres in una scena della serie

Come esemplificato da una marea di film come Sicario o Traffic, in Messico la corruzione tra le forze di polizia e l'esercito arriva a livelli incredibili, visto anche l'estremo pericolo per chi combatte i cartelli messicani della droga, per i quali uccidere poliziotti e militari è ordinaria amministrazione. Ma certamente in ZeroZeroZero, uno degli elementi di maggior interesse, è il fatto che all'inizio si sia portati a credere che il Tenente Manuel Contreras (Harold Torres), così efficiente, religioso e disciplinato, sia un nemico giurato dei cartelli. Invece nel giro di poco tempo scopriamo che sia lui che la sua squadra (nella quasi totalità) sono dei venduti, dei traditori, che invece di combattere i narcos, li salvano in extremis in diverse occasioni. E alla fin fine, dopo aver ucciso diversi commilitoni, gettano la maschera e passano definitivamente dall'altra parte.

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Zerozerozero: Harold Torres in una scena della serie

E lui, Manuel, è il leader di quel piccolo gruppo di traditori, che diventa braccio armato di un cartello tra i più terribili, ed è sicuramente il personaggio più contraddittorio, più oscuro, più imprevedibile. Un uomo che ha creato nella sua mente una sorta di circolo vizioso auto-assolutorio, per il quale ogni sua azione (anche la più spregevole) è guidata da Dio, giustificata da Dio, perdonata da Dio.
In lui riaffiorano sovente legami quasi filosofici con il culto della Santa Morte, con quella divinità messicana sanguinaria e spaventosa, da anni un feticcio dei narcos, e quindi di Manuel. Manuel che fa uccidere un giovane camerata innocente per salvarsi quando è sotto le armi, che prende a cuore la sorte della giovane ragazza incinta che lui ha reso vedova, che crede nella sua stessa bugia autoimmune sul suo essere in fondo dalla parte del giusto, uno strumento di Dio. Ed è lo stesso che fa giustiziare rivali a martellate, civili inermi presi a caso, immortalando tutto nei video, ma che è sempre fedele ai suoi uomini, a quelli che lo hanno seguito dentro quel vortice di morte e denaro.
Metodico, freddo, teso come una corda di violino, spietato e maniaco del controllo, mostra però spesso una fragilità, una solitudine, che ne minano le certezze. Sicuramente il personaggio più enigmatico, imprevedibile e inquietante della storia.

Affari di famiglia

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Zerozerozero: una scena con Dane DeHaan

La Cocaina viaggia e attraversa i confini nei modi più disparati ed ingegnosi, ma per i grossi carichi sostanzialmente la scelta è obbligata, dal momento che solo i grandi cargo, le grandi navi da trasporto possono permettere di spostare grandi quantità di narcotici con buone possibilità di non farsi scoprire. E in ZeroZeroZero, ben prima del finale di stagione, comprendiamo quanto questo sia un compito pericoloso, complesso, difficilissimo e che richiede grandi capacità organizzative, perseveranza. E sono le qualità che possiedono i membri della famiglia Lynwood, formata da Edward (Gabriel Byrne), dalla figlia Emma (Andrea Riseborough) e da suo fratello minore Chris (Dane DeHaan), dinastia di armatori che da anni lavorano per i cartelli messicani e per la famiglia La Piana. Sono qualcosa di più che dei semplici fattorini, fungono da intermediari, e proprio durante un meeting in Messico, rimangono coinvolti in una sparatoria con le Forze Speciali di cui ancora fa parte Manuel Contreras. La morte di Edward, in seguito alle ferite riportate, lascia tutto in mano dei due figli che non potrebbero essere più diversi.

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Zerozerozero: Andrea Riseborough in una scena della serie

Emma è fredda, sovente impaziente, rigida, ma astuta ed impavida, appare la più matura apparentemente, soprattutto in virtù del fatto che Chris è affetto da una malattia neuro-degenerativa che lo porterà sicuramente a grandi sofferenze e ad una progressiva perdita di gran parte delle sue facoltà. In ZeroZeroZero i due sono incredibilmente legati, quasi due lati della stessa medaglia, ma reagiscono in modo opposto alla perdita del padre e (a seguito della lotta interna al clan La Piana) a tutta una serie di problemi ed emergenze che mettono in serio pericolo la loro attività e la loro stessa vita.

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Zerozerozero: Andrea Riseborough durante una scena della serie

Emma diventa ansiosa, spesso troppo irruente, continua a seguire il modus operandi del padre pure quando è evidente che in certe situazioni non è la mossa giusta. Chris invece diventa più impavido, si fa carico di responsabilità crescenti, si dimostra sempre più intraprendente e capace di andare oltre i rigidi schemi della sorella, che nel finale appare di fatto esautorata, quasi messa in disparte. Durante tutta la stagione, ci scopriamo dalla loro parte, ci dimentichiamo che al netto di sembrare una compagnia di navigazione come tante sono invece solamente una cosa: trafficanti. Mercanti di droga.
Sono coloro grazie ai quali la polverina bianca arriva a destinazione, e la grande macchina di morte e denaro gira soprattutto grazie a loro. E loro, i Lynwood, al contrario dei ragazzi di strada di Città del Messico, o dei figli di cosche mafiose di prima grandezza, una scelta di non far parte del giro ce l'hanno, così come hanno quella di uscire da quel mercato. Ma non lo fanno, non lo faranno mai né loro né chi come loro vuole guadagnare grandi somme di denaro, e per ottenerlo è pronto a qualsiasi cosa. Nella realtà sono i personaggi più negativi e torbidi della serie.

Vendetta all'Italiana

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Zerozerozero: Giuseppe De Domenico in una scena della serie

Uno degli elementi più interessanti di ZeroZeroZero è che nel finale di stagione la serie è stata capace di rovesciare completamente le prospettive, di stravolgere le certezze che avevamo, che avevano i protagonisti. Stefano La Piana (Giuseppe Di Domenico) è un giovane e rampante boss della 'ndrangheta, il nonno Don Damiano La Piana (Adriano Chiaramida) è uno dei capibastone più potenti dell'organizzazione, ma è sempre più in pericolo, assediato da nemici invisibili che vogliono la sua rovina e la sua caduta. Ma quel nemico invisibile è invece proprio il nipote, è Stefano, che assieme all'amico Nicola Curtiga (Walter Cordopatri), vuole vendetta per la morte di suo padre e del padre di Nicola, entrambi fatti giustiziare da suo nonno Don Damiano anni addietro. Padri che fanno uccidere i figli, nipoti che vogliono uccidere i nonni, amici che si tradiscono, famiglie in cui non puoi fidarti di nessuno... ZeroZeroZero decostruisce in modo totale quella gigantesca struttura che dai tempi de Il padrino, ci mostrava la famiglia come totem inattaccabile della malavita italo-americana.

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Zerozerozero: una scena con Adriano Chiaramida

Invece Stefano, nel suo incedere, porta con sé non sete di potere o denaro, ma la volontà di avere vendetta, di vendicarsi contro chi ha ucciso suo padre, e pur nel suo essere un "cattivo", ci ricorda quanto l'elemento passionale e personale sia fin dai tempi di Totò Riina qualcosa di assolutamente presente nel crimine. Il personaggio che più di tutti è dentro al mondo del crimine, in fin dei conti appare quello più disinteressato ad esso, lo vede come mezzo per ottenere un fine personale. E per avere la sua vendetta, non esita a uccidere altri affiliati a tradimento, minaccia i Lynwood ed i loro dipendenti ma, messo nel finale di stagione di fronte alla verità dal nonno che lo ha smascherato (e che gli risparmia la vita dopo avergli raccontato la verità), si infila in un doppio gioco pericoloso e che sarà sicuramente al centro della prossima stagione. Nè eroe, né anti-eroe, machiavellico ma non abbastanza, rappresenta quella malvagità che si addobba del nobile manto della vendetta, solo apparentemente disconnessa dall'essere anch'essa parte del mondo della polvere bianca.

Un finale imprevedibile

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ZeroZeroZero: una suggestiva immagine dell'episodio 6

Sabotaggi, tradimenti, sicari, bugie e verità, il caos che si fa strada immutabile ed eterno nella parvenza di ordine che uomini ambiziosi e spietati credono di poter costruire in un mondo del crimine senza alcun tipo di certezza...
ZeroZeroZero ha sicuramente mantenuto ampiamente la attese e la prossima stagione si preannuncia ricca di colpi di scena, di scontri, di incognite per i protagonisti, per quelli che qui abbiamo qui analizzato nel loro essere seducenti proprio perché unione di luci ed ombre, umani e imperfetti. Di certo sappiamo che la cocaina, il suo mercato, saranno gioco forza la scacchiera sulla quale si muoveranno come pedine inconsapevoli.