Con l'uscita di X-Men: Apocalisse, capitolo conclusivo di una trilogia inaugurata nel 2011 con X-Men: l'inizio, siamo (quasi) arrivati alla fine di un'era, in più di un senso. Per certi versi è il culmine dell'universo cinematografico concepito e in gran parte gestito da Bryan Singer, che ha dichiarato di volersi ora prendere una pausa dai mutanti che, dal 2000, sono al centro di uno dei franchise più redditizi della 20th Century Fox. Alla luce di questa specie di "finale", ci permettiamo di fare alcune considerazioni sul futuro della saga, a partire proprio da alcune defezioni annunciate...
Arrivederci, Bryan
Dopo quattro film da regista e uno da produttore/soggettista, per Singer è giunto il momento di congedarsi - per ora - dal franchise che lui stesso ha lanciato. Una decisione alquanto saggia a giudicare dai risultati di Apocalisse, accolto da pareri contrastanti a livello di critica e partito non proprio benissimo al botteghino. Per quanto divertente, il nono (!) episodio della saga sa in più punti di minestra riscaldata, poiché Singer e il produttore/sceneggiatore Simon Kinberg - l'effettivo showrunner dell'universo cinematografico degli X-Men - hanno allegramente riciclato diverse scene e battute dai film precedenti, chiudendo il cerchio ma al contempo mettendo anche in evidenza una certa necessità di ricaricare le batterie e portare il franchise in una nuova direzione. Da questo punto di vista un cambiamento in cabina di regia non può che fare bene, e l'eventuale ritorno di Singer sarà all'interno di una nuova incarnazione della saga, che necessiterà per forza di cose di un approccio diverso. In particolare, ci sarà un vuoto notevole da colmare...
Addio, artigli
Mentre l'addio di Singer è stato annunciato come un periodo sabbatico, è invece descritto come definitivo il commiato di Hugh Jackman, che l'anno prossimo apparirà per l'ultima volta sullo schermo nei panni di Wolverine, nel terzo lungometraggio dedicato alle avventure in solitario del mutante canadese. Un film atteso che promette novità, tra cui il divieto ai minori, ma anche il momento che molti fan temono da anni, poiché sarà molto difficile sostituire l'attore australiano, che con il suo canto del cigno avrà interpretato Logan ben nove volte. Più ancora di Singer, è Jackman ad essere il vero cuore del franchise, e con il suo addio saremo davvero giunti alla fine di un'era. I produttori in realtà una soluzione ce l'avrebbero, ma non è ancora garantito che funzioni...
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Sostituzione "mystica"
Come si è potuto notare negli ultimi due capitoli della saga principale, è aumentato considerevolmente il ruolo di Mystica, promossa anche ad (anti)eroina anziché villain senza troppe speranze di redenzione. Merito soprattutto della presenza di Jennifer Lawrence, valorizzata per attirare una non indifferente fetta di pubblico (stando ad alcuni sondaggi americani, l'attrice era il motivo principale per cui molte persone sono andate a vedere X-Men: Giorni di un futuro passato). Apocalisse la promuove ulteriormente, al punto che si vocifera persino di un possibile spin-off, ma c'è un dettaglio di non poco conto che va considerato: il contratto dell'attrice è scaduto proprio con Apocalisse, e difficilmente la diva firmerà un altro accordo che preveda più di un episodio. La situazione sarebbe dunque simile a quella di Jackman, che dopo X-Men - Le origini: Wolverine ha sempre firmato per un film alla volta, e sarà necessario adattare eventuali piani a lungo termine alla disponibilità della Lawrence. A meno che, ovviamente, non si decida di ricorrere al recasting. D'altronde, il personaggio in questione ha i poteri giusti per rendere secondaria l'identità di chi la interpreta.
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Nuove reclute
Considerata la prossima uscita di scena di Jackman, un cambio di rotta - senza per forza ricorrere al reboot - sarebbe auspicabile. Già da alcuni anni si parla del film dedicato a Gambit, con Channing Tatum nel ruolo del protagonista (e la scena post-credits di Apocalisse allude ad un personaggio legato al celebre ladro cajun), ma ancora più interessanti sono The New Mutants e X-Force, due progetti che, come nell'universo fumettistico, consentirebbero di espandere il mondo degli X-Men lasciando respirare un po' la squadra principale, rappresentata solo da eventuali ruoli minori o camei per questioni di continuità (si parla di un ritorno di James McAvoy nei panni di Xavier per The New Mutants). Gli studenti originali dovrebbero invece tornare, stando a Kinberg, in un film ambientato negli anni Novanta, che potrebbe esplorare la dimensione cosmica del fumetto (Xavier è stato per anni sposato con un'imperatrice aliena), forse con una rivisitazione della Saga di Fenice Nera. Un cambio d'aria più che benvenuto.
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E poi c'è Deadpool...
Infine, ricordiamo l'esistenza di una nuova, fortunata costola di questo universo, che se ne sta tranquillamente in un angolo tutto suo, iperviolento ed autoreferenziale, e può quindi proseguire sulla propria strada senza creare problemi alla linea narrativa principale. Parliamo di Deadpool, che dopo il successo spropositato del suo primo lungometraggio - mentre scriviamo queste righe è il più grande successo della saga, sia negli Stati Uniti che a livello globale - ha già un sequel in cantiere e costituisce una risorsa preziosa che la Fox potrebbe sfruttare in ogni modo immaginabile. Già ci immaginiamo Ryan Reynolds nei panni di Wade Wilson che commenterà il box office come giustificazione del secondo episodio...
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