Il 4 giugno 2020 arriverà nelle nostre sale Wonder Woman 1984, secondo capitolo delle avventure in solitario della principessa amazzone interpretata da Gal Gadot, già protagonista di un apprezzato primo episodio nel 2017. Con lei torna anche la regista Patty Jenkins, che con questo sequel ha voluto inserire Diana Prince nell'epoca moderna, pur mantenendo la dimensione isolata che precedeva l'ingresso del personaggio nella Justice League. Eccoci quindi nel 1984, un anno importante anche nella storia editoriale della DC Comics poiché è subito prima della pubblicazione di Crisis on Infinite Earths, il crossover che semplificò la continuity delle varie testate e, nel caso di Diana, portò a una riscrittura delle sue origini (è anche, ironia della sorte, l'anno d'uscita del primo cinecomic con una protagonista femminile, Supergirl). Cosa possiamo aspettarci dal nuovo film? Proviamo a rispondere tramite la consueta analisi del trailer, presentato in occasione del CCXP in Brasile.
Crisi sulle Terre Infinite, tutto quello che sappiamo sul nuovo crossover dell'Arrowverse
Una nuova vita?
Il trailer di Wonder Woman 1984 si apre con un'immagine notturna, presumibilmente nell'appartamento di Diana (Gal Gadot), mentre una voce fuori campo, la sua, spiega che lei ha avuto una vita diversa da quello che uno potrebbe immaginare, e che tutti noi abbiamo delle battaglie da combattere. Questo sembra far parte di una conversazione con Barbara Minerva (Kristen Wiig), la quale chiede a Diana se è mai stata innamorata. "Tanto tempo fa", risponde lei, mentre vediamo una foto di Steve Trevor (Chris Pine), morto alla fine del primo film. La sua è solo una di tante immagini che rimandano al passato della principessa amazzone, elemento che avrà senz'altro una funzione importante anche in questa sede, anche se ci apprestiamo a essere catapultati nell'avvenire.
Captain Marvel e Wonder Woman: tra rabbia e grazia, due supereroine allo specchio
"Benvenuti nel futuro"
Da lì si passa al doppio logo della Warner Bros. e della DC Comics, e quindi alla scritta che specifica che siamo nel 1984. Il tutto rigorosamente con un font d'epoca, e con la canzone Blue Monday dei New Order a fare da accompagnamento musicale storicamente corretto (il brano è del 1983). In questa occasione facciamo per la prima volta la conoscenza di Maxwell Lord (Pedro Pascal), tramite uno spot televisivo che riassume l'essenza del film: "La vita è bella, ma può esserlo ancora di più. Perché non dovrebbe? Basta volerlo." Assistiamo anche a una scena d'azione in un centro commerciale, con Diana che distrugge le telecamere di sorveglianza. Un dettaglio di non poco conto, che risponde a un quesito che era sulla bocca di tutti al momento dell'annuncio del sequel: come fa Diana a rimanere anonima per cento anni dopo gli eventi del primo episodio?
Wonder Woman 2: tutto quello che sappiamo sul film DC
A volte ritornano
"Pensa ad avere tutto ciò che hai sempre voluto", dice Lord mentre vediamo Diana che guarda verso il cielo, ripensando a quello che disse Steve prima di sacrificarsi ("Io posso salvare la giornata di oggi, ma tu puoi salvare il mondo"). E poi, d'un tratto, egli riappare. Fin dal primo momento in cui è stato annunciato il ritorno di Chris Pine nel cast sono piovute teorie su teorie riguardo la resurrezione di Steve Trevor: viaggio nel tempo? Dimensione parallela? Allucinazione? A giudicare da ciò che vediamo nel trailer, è veramente lui, e senza ombra di dubbio c'è di mezzo Maxwell Lord. Mentre dobbiamo aspettare l'uscita del film vero e proprio per scoprire esattamente quale sia il piano del nuovo antagonista, è già evidente come Patty Jenkins voglia invertire le dinamiche del primo episodio: questa volta il pesce fuor d'acqua è Steve, catapultato in un'epoca che non conosce affatto.
Patty Jenkins: "Wonder Woman ci spinge a essere le eroine di noi stesse"
Due cattivi al prezzo di uno
Sebbene nei fumetti si sia ravveduto in diverse occasioni, sullo schermo Maxwell Lord tende a essere un poco di buono: l'abbiamo visto in televisione nella nona annata di Smallville e nella prima di Supergirl, e tale caratterizzazione rimane anche nel nuovo film, dove lo sentiamo dire "E adesso, in cambio, mi prenderò quello che voglio io." Lo vediamo anche, sorridente, mentre attraversa il corridoio di quella che sembra la Casa Bianca, dove ha luogo una delle principali scene d'azione. Nei minuti successivi all'uscita del trailer, gli internauti hanno sottolineato una certa somiglianza, soprattutto sul piano iconografico, con Donald Trump, paragone sensato dato che Lord tradizionalmente è un magnate senza scrupoli (con una vena di ironia in più dato che Pascal, pur vivendo a New York da diversi anni, è di origine cilena). Ma non sarà solo lui a creare problemi per Diana e Steve: la già citata Barbara Minerva, che ora rivediamo in una nuova veste più glamour, è destinata a diventare Cheetah, una delle più note avversarie di Wonder Woman. Durante la presentazione del film al CCXP, Patty Jenkins ha confermato che il look finale del personaggio (che forse vedremo nel secondo trailer) sarà un misto di trucco tradizionale e ritocchi a base di CGI.
Wonder Woman: una rivoluzione gentile senza il coraggio della meraviglia
Battaglie ovunque
"Nulla di buono nasce dalle bugie", dice Diana, "e la grandezza non è ciò che credi." Si rivolge presumibilmente a Lord, e in quel contesto assistiamo a nuove evoluzioni dei poteri della guerriera amazzone, ora in grado di utilizzare il suo celebre lazo per afferrare i fulmini. Vediamo anche dei momenti ambientati a Themiscyra, il cui ruolo nella storia non è ancora chiaro: si tratta di flashback o, al netto dell'avvertimento della madre nel primo film, Diana riesce a tornare a casa? A rigor di logica è da lì che proviene l'armatura dorata con cui lei chiude il trailer, prima dell'apparizione del logo vintage del titolo. Tutto qui? No, perché come per il capostipite c'è un epilogo più leggero, con la principessa che aiuta Steve Trevor ad ambientarsi in un mondo che non conosce. "Tutto è arte", gli dice nei pressi di quello che sembra un museo, prima di correggersi quando lui osserva un oggetto in particolare: "Quella è solo una pattumiera." Insomma, abbondanti dosi di spettacolo, pathos e ironia ci aspettano in sala a giugno.