L'edizione numero 79 della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia è coincisa con il 90esimo anniversario del festival cinematografico più antico del mondo. Un'annata ricca, piena di film che sono riusciti a catturare l'attenzione di pubblico e critica.
A mettere d'accordo molti, in particolare la redazione di Movieplayer, due titoli in particolare: Bones and All di Luca Guadagnino e Gli spiriti dell'isola di Martin McDonagh. Il regista italiano finalmente potrebbe vincere un premio importante, a coronamento di una carriera anarchica e libera, spesso purtroppo apprezzata più all'estero che nel nostro paese.
Altro titolo molto amato The Whale, soprattutto grazie all'interpretazione di Brendan Fraser, che si è preso una rivincita personale, dopo 20 anni da emarginato di Hollywood. Da segnalare anche l'ultimo film di Paul Schraeder, The Master Gardner, che ha completato nonostante il malore, e Blonde di Andrew Dominik, con Ana de Armas nei panni di Marilyn Monroe, forse il titolo più controverso della festa. E poi tutto il rumore attorno a Don't Worry Darling di Olivia Wilde, No Bears di Jafar Panahi, che attualmente si trova in prigione. In attesa di conoscere i vincitori di Venezia 79, ecco le preferenze della redazione di Movieplayer.
Valentina Ariete
Top 5
- 1) Bones and All
Una storia d'amore che in realtà è una ricerca di se stessi. Grande interpretazione di Taylor Russell e Timothée Chalamet. Luca Guadagnino a una delle sue migliori regie. Mark Rylance popolerà i vostri incubi.
- 2) Gli spiriti dell'isola
Martin McDonagh firma un'altra sceneggiatura perfetta. La storia di due amici che improvvisamente non lo sono più diventa una metafora dell'Irlanda e dell'eterna lotta tra esseri umani. Grande interpretazioni di Colin Farrell e Brendan Gleeson.
- 3) Blonde
Controverso e respingente, un manifesto politico su come tutti guardiamo, giudichiamo il corpo delle donne. Non è la vera storia di Marilyn Monroe, ma Ana de Armas sembra averla riportata in vita sullo schermo.
- 4) Master Gardner
Un Paul Schraeder sorprendentemente pieno di speranza, che conclude la sua trilogia sulle figure maschili tormentate, che si mettono in discussione e affrontano le proprie fragilità.
- 5) Argentina 1985
Ben scritto e recitato, il racconto del processo contro il presidente Videla i capi della dittatura argentina con un meraviglioso Riccardo Darìn.
Il film italiano
Monica di Andrea Pallaoro, un film sull'identità e la memoria. Grande interpretazione di Trace Lysette.
La sorpresa del festival
Taylor Russell, protagonista di Bones and All di Luca Guadagnino: un talento da tenere d'occhio.
Il mostro della mostra
Don't Worry Darling: non è un vero mostro, ma tutto il carrozzone mediatico che si è portato dietro alla fine è diventato grottesco.
La scena cult
Il piano sequenza iniziale di Athena. Era da anni, dalla scena iniziale di La La Land per la precisione, che non partiva l'applauso in sala a Venezia.
La battuta del festival
Ho sempre pensato che me ne sarei andato mandando tutti a fanculo, invece adesso direi: vi amo tutti. - Paul Schraeder
Miglior Animale
L'asinella di Gli spiriti dell'isola: gli attori del film di McDonagh sono tutti bravissimi, ma lei di più.
La scena scult
Le immagini reiterate del feto con cui Marilyn Monroe parla in Blonde.
Bones and All, la recensione: amore cannibale
Elisabetta Bartucca
Top 5
- 1) Gli spiriti dell'isoa di Martin McDonagh
- 2) Athena di Romain Gavras
- 3) Monica di Andrea Pallaoro
- 4) Bones and all di Luca Guadagnino
- 5) Master gardner di Paul Schrader
Rigore, compostezza, cuore, grazia, bellezza, furia. Sono i motivi che mi hanno portato ad amare questi film; ognuno a proprio modo irriverente nell'uso della tecnica e del genere.
Il film italiano
Il signore delle formiche di Gianni Amelio: Un film sul coraggio di ribellarsi a ogni forma di discriminazione. La personale rilettura che Gianni Amelio fa del caso Braibanti è una denuncia del bigottismo, un monito sempre attuale ieri come oggi.
La sorpresa del festival
Margini di Niccolò Falsetti: Un film che colpisce per semplicità e freschezza della scrittura. Storia di un gruppo punk che all'inizio dei 2000 cerca di sopravvivere alla routine della provincia maremmana. Commedia crepuscolare che a molti ricorderà Ovosodo.
Il mostro della mostra
Don't worry darling di Olivia Wilde: Non è proprio un disastro di film, ma delude le aspettative e non brilla per originalità banalizzando la parabola femminista con una serie di luoghi comuni. Sbilanciato verso una prima parte da thriller psicologico e riducendo a una manciata di minuti l'elemento distopico.
La scena cult
"L'immensità" di Emanuele Crialese: Clara e i suoi tre figli preparano la tavola ballando sulle note di Rumore di Raffaella Carrà. Un'icona a cui Crialese rende omaggio insieme ad altri miti della musica dell'epoca.
La scena scult
"Bardo" di Alejandro González Iñárritu: Mentre fa l'amore con la moglie il protagonista Silverio ha una visione: il bambino, morto appena nato alcuni anni prima, rifà capolino tra le gambe della donna. Momento scult per eccellenza, metafora dell'elaborazione del lutto che attraversa l'intero film e ne è il nodo centrale.
La battuta del festival
"Amazon ha comprato la bassa California, vendiamogli il Messico".
Una esilarante critica al capitalismo che Inarritu irride in più di un'occasione in un film labirintico e visionario. Il suo personale 8 e ½.
Miglior animale
L'asinella de L'isola degli spiriti: Degna co-protagonista in una commedia beffarda che rispolvera i valori della semplicità, della gentilezza e della cultura contadina dove gli animali non possono fare altro che restare guardare un'umanità litigiosa e a tratti rassegnata.
Gli Spiriti dell'Isola, la recensione: ci vorrebbe un amico
Antonio Cuomo
Top 5
- 1) The Whale
Perché la posizione in top 5 quest'anno è dato dal numero di lacrime versate. E Brendan Fraser ha il ruolo della vita.
- 2) Gli spiriti dell'isola
Per la sceneggiatura che costruisce magia attorno a un espediente in apparenza insignificante.
- 3) Bardo
Per tutto il sognante incanto che Inarritu riesce a mettere in scena in tre ore di grande cinema.
- 4) The Son
Per la sofferenza e le lacrime e quel senso di smarrimento che ancora non va via.
- 5) White Noise
Perché Baumbach è un supereroe della parola, capace di scrivere dialoghi che suonano come un'orchestra affiatata.
Il film italiano
Notte fantasma, perché è un film che tiene benissimo la tensione e mette lo spettatore nelle condizioni di non sapere mai che aspettarsi.
La sorpresa del festival
Love Life, perché è un film semplice nella costruzione, ma capace di insinuarsi nel cuore e restarci a lungo.
Il mostro della mostra
Nuclear di Oliver Stone, perché più che un documentario è uno spot a favore del nucleare, che non propone mai un contraddittorio per approfondire il tema.
La scena cult
Bones and All: la sequenza finale e il primo colpo a sorpresa di Luca Guadagnino, che crea i presupposti tematici e visivi della storia.
La scena scult
Lo sputo (o presunto sputo) di Harry Styles a Chris Pine alla premiere di Don't Worry Darling.
La battuta del festival
"Se dobbiamo morire meglio farlo da ubriachi".
Una grande verità che Virzì fa recitare a Monica Bellucci in Siccità.
Miglior animale
Indiscutibilmente, e credo all'unanimità, l'asino de Gli spiriti dell'isola.
The Whale, la recensione: Un Brendan Fraser straordinario in un film che colpisce al cuore
Chiara Nicoletti
Top 5 film
- 1) Bones and all
Ritrovarsi negli occhi di un'altra persona, amarsi tanto da appartenersi, oltre la carne e fino all'osso. Il primo amore, viscerale, raccontato da Guadagnino, incanta.
- 2) Monica
Il tassello ultimo di una transizione: essere riaccolti in famiglia, con uno sguardo e una carezza, con il corpo e l'anima giusti e scelti.
- 3) Bardo
Il Limbo di Iñárritu tra passato e presente, sogno e realtà, è quello di ognuno di noi, autocritica e critica onirica della società.
- 4) Chiara
La rivoluzione gentile di una Santa che non voleva esserlo, raccontata nella quotidianità dei suoi miracoli.
- 5) Tàr
Nonostante 40 minuti di troppo, l'antieroina Cate Blanchett nei panni di Lydia Tàr travolge.
Il film italiano
Chiara: Nicchiarelli mostra l'icona femminista e rock che si nasconde dietro Santa Chiara d'Assisi.
La sorpresa del festival
Elodie che ruba la scena ad attori navigati in Ti Mangio il cuore di Pippo Mezzapesa.
Il mostro della mostra
White Noise: Un Noah Baumbach in bulimia di generi e tematiche da affrontare.
La scena cult
Penélope Cruz che impersona Mina cantando L'immensità.
La scena scult
Il feto che parla in Blonde.
La battuta del festival
"La vita è una piccola serie di eventi senza senso" - Bardo
Miglior animale
Il cagnolino paziente e silenzioso di Beth (Tessa Thompson) in The Listener di Steve Buscemi.
Bardo, la recensione: l'insostenibile leggerezza di essere Iñárritu
Luca Ottocento
Top 5
- 1) Gli Spiriti dell'isola
Scrittura di altissimo livello e ottime interpretazioni dei protagonisti Colin Farrell e Brendan Gleeson. L'ultimo lavoro di Martin McDonagh è una profonda e stimolante riflessione su solitudine, amicizia e rapporti interpersonali che arriva dritta al cuore.
- 2) All the Beauty and the Bloodsheld
Una vera e propria sorpresa (e infatti, a questo proposito, lo troverete menzionato anche più avanti). Laura Poitras con il suo documentario sull'artista e attivista Nan Goldin riesce a fondere magistralmente racconto intimo di vita, riflessioni sulla fotografia e lotta contro i criminali abusi dell'industria farmaceutica statunitense.
- 3) Bardo
A molti giornalisti presenti a Venezia, che hanno accusato Iñarritu di narcisismo e pretenziosità, ha fatto storcere il naso. Eppure l'ultima opera del grande autore messicano è in assoluto uno dei film più audaci, inventivi, liberi e visivamente affascinanti visti quest'anno sul grande schermo.
- 4) Argentina, 1985
Santiago Mitre narra un episodio centrale della storia argentina contemporanea (il processo a Vileda e alle figure chiave della dittatura militare argentina sorta dopo il colpo di Stato del 1976) e lo fa in maniera impeccabile, con grande ritmo e bilanciando perfettamente i diversi registri. Cinema civile ai suoi livelli più alti.
- 5) No Bears
Arrestato lo scorso 11 luglio in Iran, dove è stato condannato in via definitva a sei anni di carcere per propaganda contro il regime, Jafar Panahi con No Bears firma un film solido e importante che riflette con amarezza sull'Iran contemporaneo, intrecciando realtà e finzione, tra dramma e metacinema.
Il film italiano
L'immensità: Nel raccontare una storia intima e personale con notevoli misura e tatto, Emanuele Crialese realizza un'opera appassionante e commovente, con un'ottima Penélope Cruz.
La sorpresa del Festival
Nel contesto di una selezione in cui il livello medio è stato buono ma con poche vette, la vera sorpresa di Venezia 79 è stato il già citato All the Beauty and the Bloodsheld, documentario atipico, originale e molto affascinante.
Il mostro della Mostra
Un couple: In questa sua attesa incursione nel cinema di finzione, lontano dalla produzione documentaria che l'ha reso noto in particolare nel circuito festivaliero internazionale, Frederick Wiseman mette liberamente in scena le lettere della moglie di Tolstoj con uno stile troppo ridondante e statico. Così è praticamente impossibile seguire le parole pronunciate dall'unica attrice presente sulla scena con il pathos che meriterebbero: ne risulta che il film si rivela fin troppo lungo (nonostante la durata di appena un'ora!) e mai davvero coinvolgente sul piano emotivo. Peccato.
La scena cult
Il piano sequenza iniziale di Athena, adrenalinico e da togliere il fiato, è un notevolissimo pezzo di bravura in grado di immergere lo spettatore dentro il film fin dalle primissime immagini.
La scena scult
Non è la scena di un film, ma il momento scult per eccellenza è stato lo scontro pubblico che ha visto protagonisti il regista Gianni Amelio e il critico Fabio Ferzetti, con toni tra il surreale e la commedia all'italiana, avvenuto durante la conferenza de Il signore delle formiche. Se n'è parlato tanto ma è un episodio di cui avremmo fatto volentieri a meno. Qualcuno un tempo avrebbe commentato che i panni sporchi andrebbero lavati in famiglia. Sicuramente non durante un incontro internazionale con la stampa.
La battuta del Festival
Brendan Gleeson che in The Banshees of Insherin promette a Colin Farrell di tagliarsi le dita delle mani, una alla volta, in ogni occasione in cui quest'ultimo gli rivolgerà nuovamente la parola, è uno dei momenti rimasti più impressi.
Miglior animale
L'asino che allevia la solitudine di Colin Farrell nell'ottimo film di Martin McDonagh non ha rivali in questa edizione veneziana.
Tár, la recensione: dirigere l'autodistruzione
Beatrice Pagan
Top 5
- 1) Gli Spiriti dell'isola
Martin McDonagh colpisce dritto al cuore con il suo umorismo senza filtri ricco di significato ed emozioni, battendo ogni possibile concorrenza tra i titoli presentati a Venezia 2022 e regalando una delle migliori interpretazioni della carriera di Colin Farrell.
- 2) The Whale
Darren Aronofsky non brilla forse per originalità nel suo adattamento dell'omonima opera teatrale, ma le performance intense del cast e un memorabile Brendan Fraser rendono il film uno dei migliori della stagione.
- 3) Argentina, 1985
Parlare di un argomento così drammatico come quello dei desparecidos in Argentina non era una situazione facile, ma Argentina, 1985 riesce a conquistare non esitando nemmeno a usare l'umorismo nel mostrare il lato più umano della tragedia e del processo.
- 4) Bones and All
Luca Guadagnino firma un film molto suggestivo e in grado di far riflettere a lungo anche dopo la visione, un'opera destinata a dividere ma di indubbio fascino
- 5) The Master Gardener
Paul Schrader conclude la sua trilogia iniziata con First Reformed dimostrando tutta la sua esperienza e regalando una storia di redenzione e dannazione di grande forza emotiva e metaforica.
Il film italiano
Monica: Per la capacità di raccontare una storia personale, e una tematica molto attuale, in modo sensibile ed emozionante.
La sorpresa del festival
The Maiden: Un'opera prima dall'atmosfera suggestiva e sospesa tra realtà e fantasia che affronta i problemi dei teenager con bravura e originalità.
Il mostro della mostra
White Noise: Noah Baumbach non ha realizzato un film brutto, ma confuso e poco ispirato, deludendo totalmente le aspettative della vigilia.
La scena cult
In Gli spiriti dell'isola Padraic, ubriaco, perde la pazienza e critica il suo ex amico lodando l'importanza della gentilezza.
La scena scult
Blonde: Il feto parlante non merita nemmeno una motivazione, una brutta e inutile copia del video musicale di Teardrop dei Massive Attack, ma in salsa retorica e ridicola.
La battuta del festival
Harry Styles: "Quello che mi piace della recitazione è che mi sembra di non avere idea di quello che sto facendo".
Una frase che non può che essere una battuta umoristica... O almeno si spera.
Miglior Animale
L'adorabile asinella Jenny in Gli spiriti dell'isola. Una compagna di vita silenziosa, affettuosa e insostituibile che lascia il segno.
Blonde, la recensione: il corpo di Marilyn come campo di battaglia
Damiano Panattoni
Top 5
- 1) Gli Spiriti dell'Isola
Esempio di scrittura, esempio di regia, esempio di interpretazione. Una riga di trama (un amico che lascia l'altro, senza motivo) per raccontare l'incomunicabilità, la necessità dell'amore e i conflitti umani.
- 2) Athena
Una scena d'apertura da applausi (e infatti ci sono stati) e la rivisitazione della tragedia greca secondo Romain Gavras, per una storia di fratellanza e di belligeranza. Nonché esempio perfetto di un nuovo cinema post-moderno.
- 3) Bones and All
Guadagnino si confronta con una storia di cannibalismo ma che invece parla di quanto sia importante la ricerca di un posto nel mondo. Solita eleganza visiva, grande colonna sonora, e Taylor Russell è una rivelazione.
- 4) Pearl
Girato quasi in contemporanea ad X, amplia la storia di Pearl (Mia Goth) e, intanto, traduce l'influente potenza del cinema in puro orrore filmico. Che Ti West fosse un grande regista lo si sapeva, ma qui dimostra ormai una maturità da grandissimo autore.
- 5) The Listener
Steve Buscemi torna alla regia, e lo fa con un piccolo film che racconta in modo lucido e preciso i tempi precari che viviamo. Protagonista Tessa Thompson, volontaria di una help-line che, di notte, riceve chiamate da chi è ai margini.
Il film italiano
Amanda di Carolina Cavalli. Perché? Perché è un film anarchico, visivamente interessante e pieno di spunti interessati, che confluiscono nella protagonista interpretata da Benedetta Porcaroli. Una protagonista che rappresenta quanto l'irregolarità di pensiero, oggi, sia mal tollerata da una certa omologazione popolare.
La sorpresa del festival
Pearl, ma non perché fosse un titolo minore (del resto è prodotto da A24), ma perché Ti West è riuscito a superare sé stesso costruendo un prequel (quello di X) capace di amalgamare toni orrorifici ad una messa in scena in Technicolor. Immaginavo fosse bello, ma non così bello.
Il mostro della mostra
L'Immensità. Dispiace, e molto, perché quello di Emanuele Crialese ha degli ottimi sprazzi cinematografici, c'è una brava Penelope Cruz e l'omaggio a Raffaella Carrà è emozionante. Eppure, nonostante sia una storia vissuta direttamente dal regista, è innegabile quanto tutto scorra via attraverso un dramma fin troppo superficiale, affievolendo di conseguenza il valore stesso del racconto.
La scena cult
Il piano sequenza iniziale di Athena è da brividi. Quindici minuti di macchina a mano, che ci porta nel bel mezzo dell'azione. Puro cinema.
La scena scult
Il carrozzone mediatico ed eccessivo che ha accompagnato la presentazione di Don't Worry Darling di Olivia Wilde, culminato con il presunto sputacchio di Harry Styles a Chris Pine. Il tutto avvenuto nella sacralità della Sala Grande.
La battuta del festival
Non ho mai amato Lars Von Trier, ma la sua battuta in conferenza, rispondendo a chi gli ha chiesto come stesse, è stata una folgorazione: "Come sto? Bene. Sono solo un po' più stupido di quanto già non lo fossi prima".
Miglior animale
Faccio fatica, perché ce ne sono almeno due da considerare. Maf, il cane di Marilyn che appare fugacemente (ma simbolicamente) in Blonde, e l'asinella Jenny di Padraic alias Colin Farrell ne L'Isola degli Spiriti. Viste le emozioni suscitate, e la scrittura marmorea di Martin McDonagh, scelgo però la Jenny di Farrell perché, occhi grandi e spirito bonario, diventerà a tutti gli effetti una protagonista, tanto da indirizzare il percorso umano del suo affezionato amico umano Padraic.
Erika Sciamanna
Top 5
- 1) Bardo
Perché il film onirico di Iñárritu rappresenta un viaggio immaginifico ed emotivo nella vita del regista.
- 2) The Whale
Per l'intensità del racconto e la rappresentazione magistrale del dolore che si mischia al senso di colpa.
- 3) The Son
Perché porta su schermo la malattia mentale in modo magistrale, veritiero e senza alcuna retorica.
-
4) Gli spiriti dell'isola
Per l'eccellente scrittura e messa in scena. -
5) White Noise
Perché è una pellicola che racconta un'enorme varietà di tematiche con equilibrio e umorismo, giocando in modo efficace con i generi.
Film Italiano
Il signore delle formiche: Un pezzo vergognoso della storia italiana in un film ben realizzato ed efficace.
La sorpresa del festval
Notte fantasma: Un thriller per nulla scontato che tiene lo spettatole incollato alla sedia.
Il mostro della mostra
Nuclear: Un documentario che tale non è, in quanto non offre una panoramica esaustiva sull'argomento trattato concentrandosi unicamente su una delle due parti in gioco.
Scena cult
Bardo: La scena del parto nella quale il neonato, schifato dal mondo, preferisce tornare nell'utero materno.
Scena Scult
Nuclear: La Tiktoker che propone coreografie pro-nucleare
La battuta del festival
Gianni Amelio: "L'unico difetto di Marco Bellocchio è che ha l'ufficio sulla Nomentana"
Miglior Animale
L'asino de Gli spiriti dell'isola.
Elisa Torsiello
Top 5 film
- 1) The Whale
Il film di Darren Aronosfky prende, distrugge e soffoca l'anima del proprio spettatore sotto il peso di una performance elegante, e maledettamente umana a opera di un Brendan Fraser pronto a prendere la sua rivincita.
- 2) Gli spiriti dell'isola
Minimale, e allo stesso tempo profondo. Malinconico e sarcastico. Ci sono mille anime che anelano sprazzi di vita negli spiriti che vivono sull'isola di Irinshen. Al resto ci pensa la penna e la macchina da presa di Martin McDonagh, ancora una volta capace di scavare nell'interiorità dell'essere umano, tra fragilità e delusioni, debolezze e slanci vitali.
- 3) Saint Omer
Un'aula di tribunale che si eleva a palcoscenico teatrale. Giurati che si fanno pubblico e imputate come nuove Medee contemporanee. Nell'universo di Saint Omer tutto si trasfigura, cambia abito, imbastendo una delle migliori opere di Venezia79.
- 4) Bones and all
La carne divorata, e il cuore che batte. I personaggi di Luca Guadagnino sono giovani che cercano un posto nel mondo a tempo di corpi che si muovono e altri che diventano cibo. Ma sarà nel momento in cui le anime si incontrano che l'appetito si placa.
- 5) White Noise
Complesso, cervellotico: in White Noise vivono tre differenti anime, come tre sono gli atti che lo compongono. Distruzione del sogno americano, il nuovo film di Noah Baumbach, tratto dall'omonima opera di Don DeLillo, eleva i propri protagonisti a portavoce della paura di vivere, di perdere la speranza, tra file di automobili, e una famiglia disfunzionale. Dividerà, eccome se dividerà White Noise: ma per gli amanti di Baumbach sarà la summa perfetta di una produzione ancora in fieri.
Il film italiano
Princess: Data la mancata visione di titoli come Siccità, o Chiara, la decisione è dovuta ricadere su pochissimi film di lingua e produzione italiana. Princess vuole essere un film di stampo neorealista, atto a seguire le vicende di una giovane prostituta nigeriana lungo la costa di Ostia. Nessuna redenzione, per la giovane Pincess: il suo è un arco narrativo senza epilogo, perché costruito su una struttura circolare, dove gli eventi si ripetono ad libitum, senza spazi di felicità, ma barlumi di sopravvivenza.
La sorpresa del festival
Saint Omer: Sapevamo che su autori come Martin McDonagh, o interpreti come Hugh Jackman (The Son) potevamo contare, ma è un titolo come Saint Omer, che nella sua semplicità realizzata, e impatto emotivo che ha preso il cuore. La vita che diventa teatro, e il teatro che diventa un processo, dove l'accusa di infanticidio si mescola a una valanga di ricordi pronti a investire la protagonista, e gli spettatori con lei.
Il mostro della mostra
Padre Pio di Abel Ferrara: Un film su Padre Pio senza Padre Pio, se non per alcuni, fugaci momenti. Sconclusionato e confusionario, il film di Abel Ferrara non riesce nemmeno a raccontare con fermezza e linearità il vero fulcro del suo esistere, ossia la guerra civile tra proprietari terrieri e socialisti nell'Italia post-Prima Guerra Mondiale.
La scena scult
Padre Pio - la confessione di Asia Argento: In realtà tutto il film di Abel Ferrara sarebbe una lunga scena scult, ma la confessione del padre pedofilo interpretato da Asia Argento al Padre Pio di Shia LaBeouf è uno di quei momenti in cui ti viene da chiedere solo una cosa: perché?
La battuta del festival
"Ho visto Colm. Dormiva. Stava fumando? Hai mai visto qualcuno fumare mentre dorme?"
Da Gli Spiriti dell'isola. Non poteva che essere di Martin McDonagh la battuta del festival, lui che di parole se ne intende. Abile sarto delle sceneggiature, ancora una volta ha imbastito un'opera dall'abito ordinario che nasconde un corpo straordinario. Tutto tenuto insieme dalla forza disarmante di un sarcasmo che sa conquistare e commuovere.
Miglior animale
L'asinella Genny - Gli spiriti dell'isola: Dopo quello immortalato da Robert Bresson in Au hasard Balthazar, l'asinello torna in Gli spiriti dell'isola per mostrarsi come il personaggio più dolce, fedele e sensibile dell'opera; il personaggio più umano degli umani stessi.