Bones and All: è il Romeo e Giulietta della Generazione Z?

Bones and All, l'ultimo film di Luca Guadagnino, arriva su Sky Cinema e NOW (e su Prime Video) dal 27 marzo e ci sembra l'occasione buona per capire perché consigliarlo anche alle nuove generazioni.

Bones and All: è il Romeo e Giulietta della Generazione Z?

"Amami e mangiami"

Una sorta di nuovo mantra è quello che si sente alla fine di Bones and All, l'ultimo film di Luca Guadagnino, che dopo la presentazione al Festival di Venezia dove ha vinto l'Orso d'Argento alla Regia e il Premio Marcello Mastroianni per la migliore attrice emergente a Taylor Russell, e l'uscita in sala arriva anche in piattaforma, per la precisione su Sky Cinema e NOW (e su Prime Video), dal 27 marzo. La storia, tratta dal romanzo omonimo di Camille DeAngelis, è quella di un amore giovane nonché un romanzo di formazione dei due protagonisti, Maren (Russell) e Lee (Timothée Chalamet), durante un viaggio on the road nell'entroterra americano del 1988. Lungi da noi ritenere questa storia "educativa" per le nuove generazioni, dato che parliamo pur sempre di cannibalismo, ma allo stesso tempo troviamo vari punti in comune con Romeo e Giulietta, la tragedia di William Shakesperare diventata film di vario tipo e adattamento nel corso dei secoli. In quest'ottica, proviamo a capire similitudini e differenze della pellicola con una delle storie d'amore più famose di tutti i tempi.
Un'avvertenza: ci sono spoiler per chi non avesse visto interamente il film.

Amore impossibile

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Bones and All: Timothée Chalamet, Taylor Russell in un'immagine

Quella di Bones and All, proprio come Romeo e Giulietta, è una storia d'amore impossibile. L'irrealizzabilità del rapporto non proviene in questo caso dalle rispettive famiglie, i Montecchi e i Capuleti, impegnati in una faida secolare. Qui a fermare i due giovani protagonisti è la loro stessa natura e il bisogno di cibarsi degli altri esseri umani, che li rende schivi, solitari e guardinghi nel fare amicizia e stringere relazioni con altre persone con i loro stessi gusti. Entrambi, sempre per la loro natura, hanno un rapporto complicato con i propri parenti, da cui si ritrovano estraniati e in fuga. Nel corso del film, vengono spiegati alcuni retroscena, come la natura cannibale della madre di Maren (Chloë Sevigny) che ha portato il padre (Andre Holland) ad internarla in un istituto, mentre Lee ha praticamente mangiato il padre che non faceva altro che picchiare lui e la sorella. L'amore sembrerà impossibile, finché i due decideranno di darsi una possibilità.

Bones and All, la recensione: amore cannibale

Amore parentale

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Bones And All: Taylor Russell in una foto

Non sono solo i genitori a mettere i bastoni tra le ruote ai due innamorati in Bones and All, ma anche vari loro simili dall'indole molto meno tranquilla di Lee, che incontrano lungo la strada. Come il Sully di Mark Rylance, a metà tra il pedofilo e lo stalker, che ha difficoltà relazionali indipendenti dalla propria natura cannibale, e il Jake di Michael Stuhlbarg che ha convinto il compagno Brad (David Gordon Green) a gettarsi nel cannibalismo volontariamente. Questi individui braccano i giovani protagonisti come cacciatori e prede, nella natura umana più ancestrale e preistorica. Sarà proprio Jake a raccontare ai ragazzi l'esperienza "totalizzante" del mangiare un altro essere umano fino all'osso, non solo la carne, unendosi completamente l'uno all'altra. Lee e Maren vivono in un mondo che non accetta la loro natura, proprio come Romeo e Giulietta non venivano accettati dalle rispettive famiglie per la natura del loro amore.

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Amore eterno

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Bones and All: un'immagine di Timothée Chalamet

Se il Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann è stato un simbolo se vogliamo per la generazione anni '90, con due giovanissimi Leonardo DiCaprio e Claire Danes, ci potremmo augurare che, per la sensibilità, il tatto e il rispetto con cui Luca Guadagnino è riuscito a raccontare questa storia, la cui delicatezza attraversa letteralmente lo schermo anche nei momenti più crudi e per stomaci forti, lo stesso accada a Bones all All. Quest'ultimo ha in comune col predecessore un protagonista altrettanto giovane, affascinante, amato e camaleontico come Timothée Chalamet e una protagonista acerba e sorprendente come Taylor Russell. Un successo che gli auguriamo, ora che arriva in piattaforma, per farlo diventare magari un piccolo grande cult della Generazione Z. Un film che provi a parlare loro di difficoltà a stare al mondo, del sentirsi diversi e non compresi anche se in questo caso si tratta di un concetto portato all'estremo.

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Bones and All: Timothée Chalamet, Taylor Russell in una sequenza

È sempre interessante notare che una delle storie d'amore più famose di sempre sia anche una delle più tragiche, tutto il contrario dell'happy ending. Romeo e Giulietta divengono uniti dalla morte e dal dolore piuttosto che dalla vita e dalla felicità. Proprio come Maren e Lee, che alla fine si troveranno uniti dalla morte e dall'esistenza dolorosa che hanno vissuto, anche a livello familiare, fatta di segreti, rabbia e desideri repressi. Una morte non per avvelenamento reciproco, come i due innamorati di Verona, ma per cannibalismo reciproco, che si riassume in quell' "Amami e mangiami" con cui abbiamo iniziato l'articolo, e in quel Bones and All ("Fino all'osso") del titolo. Amarsi all'estremo fino a perdersi, letteralmente, l'uno nell'altro. La pellicola si conclude con quell'immagine onirica con cui era iniziato: i due giovani che finalmente hanno raggiunto la quiete in un campo, che sembra un quadro esposto in un museo. Sarà la loro fantasia? Sarà l'Aldilà? Non ci è dato saperlo ma, proprio come Romeo e Giulietta con i corpi esanimi e la mano stretta l'una nell'altra alla fine della tragedia, Maren e Lee sono appoggiati l'uno sulla spalla dell'altro mentre osservano, di spalle, un panorama che potranno ammirare per l'eternità.