Il 7 settembre 2008 ha debuttato sul network HBO True Blood, una serie destinata a lasciare il segno nel mondo televisivo grazie a un approccio al mondo dei vampiri, in quegli anni all'insegna della versione Twilight ideata da Stephenie Meyer, più adulto, violento e sanguinoso.
La scrittrice Charlaine Harris, nella sua saga letteraria, ha ambientato la storia nella cittadina fittizia della Louisiana chiamata Bon Temps, dove vive Sookie Stackhouse, una cameriera dotata di poteri telepatici che inizia una storia d'amore con il vampiro Bill Compton e si ritroverà al centro di numerose vicende sovrannaturali e di un triangolo sentimentale che ha diviso per anni gli spettatori.
A occuparsi del progetto per la tv via cavo è stato Alan Ball, reduce dal successo ottenuto con Six Feet Under, che ha conquistato la fiducia dell'autrice e ottenuto la possibilità di portare sugli schermi il racconto dedicato alla particolarissima comunità.
True Blood, come molte altre serie televisive, ha perso un po' di efficacia e brillantezza nel corso degli anni dopo aver esordito sorprendendo e intrigando gli spettatori con un mix di sangue, sesso, riferimenti alla società contemporanea e un approccio al mondo fantasy-horror contro gli schemi fino a quel momento utilizzati. Nonostante un declino evidente dalla terza stagione fino all'epilogo arrivato solo nel 2014, rimane comunque uno dei progetti di maggior successo mediatico, grazie a intelligenti campagne marketing e al caloroso sostegno dei fan, e ha segnato una pagina importante nella storia della HBO che ha contribuito a gettare le basi per l'adattamento di un'altra opera letteraria fantasy destinata a un successo mondiale: Il trono di spade. Ma cosa ha reso la serie davvero unica rispetto a tanti altri progetti, televisivi e cinematografici, ambientati nel mondo dei vampiri? Ecco dieci delle caratteristiche più memorabili della serie con protagonisti Anna Paquin, Stephen Moyer e Alexander Skarsgård.
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1. I titoli di testa della serie
Se qualcuno pensasse di trovarsi di fronte a un'atmosfera in stile Twilight, con un amore sovrannaturale incredibilmente casto e "puro" e vampiri vegetariani, i primi minuti sulle note di Bad Things interpretata da Jace Everett allontana ogni dubbio sui contenuti adulti dello show. Le caratteristiche che contraddistinguono la comunità di Bon Temps si riflettono nella sequenza in cui vengono alternate scene di sesso, sangue, religione, scritte poi diventate iconiche come God Hates Fangs, morte e rinascita costruite per mostrare un punto di vista sovrannaturale a quanto accade nella cittadina della Louisiana. L'utilizzo di diverse tecniche per creare le immagini, l'accostamento di immagini "quotidiane" e innocenti a frammenti di un mondo più duro e mortale si è rivelato davvero intelligente ed efficace, diventando uno dei migliori titoli di testa mai realizzati.
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2. Una serie dall'alto tasso di sangue
Fedele al suo titolo, True Blood non ha mai esitato nel mostrare sullo schermo una quantità di sangue da record. La messa in onda sulla HBO, che rendeva possibile evitare i limiti riguardanti i contenuti che contraddistinguono i network tradizionali, ha infatti permesso di non risparmiare in nessun modo con gli spargimenti di sangue fin dalla prima stagione. Su questo fronte, infatti, la prima stagione regala numerosi momenti memorabili memorabili tra cui la morte di Longshadow che negli ultimi momenti di vita, ricopre Sookie e il suo candido vestito di sangue e non solo. Come dimenticare poi nella terza stagione le presenze femminili, nude e ricoperte di sangue, che accompagnano Bill da Lilith o l'epica "fusione" di Bill dopo aver ingerito il sangue di Lilith.
3. La rappresentazione delle tematiche sociali
Lo show sviluppato da Alan Ball non ha esitato ad affrontare, in modo metaforico, ma ugualmente chiaro, tematiche sociali importanti come il razzismo e le lotte per i diritti.
Uno dei momenti più sconvolgenti della serie avviene nel nono episodio della terza stagione quando Russell Edgington, stanco di dover rispettare le regole imposte dagli esseri umani, compie un'apparizione a sorpresa durante la messa in onda di un telegiornale e strappa in diretta la colonna vertebrale del presentatore, sostenendo la superiorità dei vampiri rispetto ai mortali. La lotta per l'eguaglianza è stata inoltre considerata un'allegoria per i diritti omosessuali fin dalle pagine dei romanzi in cui si mostravano i vampiri come una minoranza in lotta per ottenere l'uguaglianza e per essere accettati nella società. Nonostante l'utilizzo di espressioni ispirate alla vita reale, come Coming Out of the Coffin e God Hates Fangs, Alan Ball ha però smentito che si volesse portare in scena la situazione dei movimenti per i diritti omosessuali, ribadendo inoltre che collegare la dimensione sovrannaturale a quella reale sarebbe stato quasi un modo per portare avanti degli stereotipi negativi.
Il racconto della vita di Sookie, tuttavia, ha degli innegabili punti in comune con la realtà della società americana, con tutte le sue contraddizioni e i suoi problemi, tra cui tossicodipendenza, il ruolo della religione nelle comunità, l'uso dei media e l'importanza del trovare la propria identità in modo indipendente.
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4. Le morti sconvolgenti
Molte serie esitano a far uscire di scena i protagonisti o i personaggi più amati dal pubblico, ma True Blood ha dato spazio a delle morti inaspettate e, ovviamente, violente nel corso di tutte le sette stagioni. Uno dei momenti maggiormente emozionanti e significativi è stata ad esempio la morte di Adele Stackhouse, la nonna di Sookie e Jason che li ha cresciuti dopo la morte dei genitori. I fan hanno potuto rivederla accanto alla nipote in versione spirito guida dalla quarta stagione, tuttavia la sua uccisione nel primo ciclo di episodi rimane davvero impresso nella mente, come nel caso del sacrificio compiuto da Godric che, dopo oltre 2.000 anni di vita, decide di redimersi da un'esistenza all'insegna dell'odio e della morte. Tra le uccisioni più sconvolgenti non si può nemmeno dimenticare quella di Talbot o di Roman Zimojic, avvenuta nella quinta stagione, o la drammatica uccisione di Maryann compiuta da Sam, trasformatosi in un toro.
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5. I personaggi secondari
Una serie così longeva non potrebbe mantenere alta l'attenzione dei fan senza dei personaggi secondari interessanti e dalle storie coinvolgenti. Da Sam Merlotte (Sam Trammell), il proprietario del locale in cui lavora Sookie, alla migliore amica della protagonista, Tara Thornton (Rutina Wesley), a cui capita davvero ogni possibile disgrazia e viene trasformata in vampiro, fino a Jason (Ryan Kwanten), ogni presenza compie un'evoluzione interessante e più volte in primo piano. Tra i personaggi particolarmente interessanti c'è poi Jessica, trasformata in un vampiro a soli 17 anni contro la sua volontà, il diabolico Russell Edgington interpretato da Denis O'Hare, il licantropo Alcide Herveaux (Joe Manganiello), la seducente Pamela (Kristin Bauer) alla guida di Fangtasia, la madre single e un po' bigotta Arlene (Carrie Preston), l'inizialmente timido e sensibile Hoyt Fortenberry (Jim Parrack), la co-fondatrice della Vampire Unity Society Nicole Wright (Jurnee Smollett) che ha debuttato nelle ultime due stagioni, o il reverendo Daniels (Gregg Daniel). Molto interessante dal punto di vista narrativo anche la presenza di Terry Bellefleur (Todd Lowe), un veterano di ritorno dall'Iraq che soffre di stress post-traumatico che si ritrova ad affrontare il suo drammatico passato e ha una travagliata storia d'amore con Arlene.
6. Una colonna sonora ideata con attenzione
Le scelte musicali prese per lo show sono sempre state particolarmente interessanti e ricche di brani, alcuni incisi appositamente per essere utilizzati sul piccolo schermo, scelti con grande cura per adattarsi all'atmosfera esistente nella città di Bon Temps. Il supervisore alle musiche Gary Calamar ha infatti lavorato a stretto contatto con Alan Ball, showrunner delle prime cinque stagioni, e al compositore Nathan Barr per decidere quali canzoni inserire e in quali momenti dopo aver letto lo script e aver visto la prima versione del montaggio. Grazie a questa attenzione per l'elemento della serie, la colonna sonora contribuisce in modo determinante all'evolversi della narrazione e gli appassionati di musica possono apprezzare brani di Bob Dylan, Ryan Adams, Beck, Eels, PJ Harvey, Damien Rice o Nick Cave. Il cambio alla guida della serie, avvenuto nelle ultime stagioni, ha un po' frenato l'interazione tra musica e immagini, ma la qualità si è mantenuta quasi costante fino alle ultime battute, rimanendo fedeli al connubio tra le due realtà fin dai titoli delle puntate.
7. Protagoniste non stereotipate
Le figure femminili proposte da True Blood, complice anche l'opera letteraria firmata dalla Harris, appaiono forti e determinate, in grado di lottare per ribadire la propria indipendenza e ruolo nel mondo. Sookie, interpretata da Anna Paquin, affronta i cambiamenti nella sua vita senza quasi mai lasciarsi trascinare dagli eventi o diventare vittima, nemmeno dal punto di vista sentimentale. Accanto a lei ci sono figure come l'affascinante e sarcastica Pam o la tenace Tara, che deve sopportare esorcismi, follie, la morte della persona amata e persino una trasformazione in vampiro, diventando così legata all'odiato Eric. Impossibile da dimenticare anche l'apparizione di Evan Rachel Wood trasformatosi nella vampira bisessuale Sophie-Ann, un personaggio in grado di distinguersi persino nell'affollato mondo sovrannaturale di Bon Temps.
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8. L'alchimia bollente tra i protagonisti
Il feeling tra i protagonisti si è rivelato determinante per poter sostenere situazioni davvero estreme e non convenzionali. La nascita dell'amore tra Sookie e Bill, proseguito in parallelo con quello reale tra Anna Paquin e Stephen Moyer, nonostante il contesto fuori dagli schemi, appare ben radicato su emozioni umani e su una naturalezza quasi inaspettata. L'attrazione della ragazza per il vampiro, suscitata anche dall'impossibilità di leggere i suoi pensieri, mantiene la storia dei due personaggi su binari credibili, persino nel mostrare la sofferenza provata nello scoprire segreti del passato o nella separazione. Alexander Skarsgård ha poi equilibrato il romanticismo percepibile tra Paquin e Moyer con una sensualità e un fascino magnetico che ha, come in ogni fandom, diviso a lungo gli spettatori nel decidere chi, tra Eric e Bill, fosse il vampiro giusto per Sookie. Le interazioni tra Moyer e Skarsgard, persino nei momenti in cui i due vampiri cercavano di uccidersi a vicenda o in sogni "bollenti", sono sempre stati ricchi di scintille e tensione.
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9. La scelta di non censurare le scene hot
Inutile dire che uno degli elementi più ricordati e, a suo modo, apprezzati di True Blood è la scelta di mostrare senza troppi filtri le scene hot, allontanandosi così in modo netto e deciso dai racconti di vampiri e altre creature orientate a un pubblico più giovane e adolescenziale. Se Bella ed Edward Cullen attendono fino alla luna di miele, Sookie e Bill si avvicinano fisicamente già nel sesto episodio della prima stagione e solo due puntate dopo si accoppiano in un cimitero dopo che Bill riemerge dalla tomba in cui era sepolto, prendendo di sorpresa una Sookie affranta dal dolore perché convinta della sua morte, e senza perdere tempo prima di avere un rapporto sessuale. Nella quarta stagione il personaggio di Anna Paquin ha persino un sogno, che non poche persone avrebbero voluto fosse vero, in cui inizia ad avere un rapporto a tre con Bill ed Eric. Impossibile poi che passassero inosservate le tante orge mostrate nella seconda stagione dopo gli incantesimi di Maryann, o le violenze subite nella quarta stagione da Jason e il rapporto tra Lorena e Bill nella terza stagione che sfida ogni legge della fisica.
10. Le campagne promozionali
Uno degli aspetti più interessanti e originali legati alla serie è la sua campagna di marketing che ha sfruttato ogni possibile mezzo. Ancora prima della messa in onda della première erano stati lanciati alcuni siti internet da scoprire online, un account su MySpace con l'username Blood per lanciare la produzione di una bevanda poi mostrata sul piccolo schermo. Al Comic-Con era invece stato regalato un fumetto prequel in cui si raccontava la storia di un vampiro chiamato Lamar che rifletteva sull'impatto che True Blood avrebbe avuto sulla comunità dei vampiri. La HBO ha inoltre prodotto due documentari che introducevano la mitologia e le rappresentazioni dei vampiri e poi ancora poster graficamente affascinanti, video sulle musiche di Bob Dylan, l'arrivo negli scaffali della bevanda True Blood che riproduceva il sangue sintetico apparso nella serie, collezioni di gioielli, eventi nei cinema, fumetti e una valanga di merchandise che ha accontentato ogni esigenza dei fan. A livello internazionale, come è accaduto successivamente con Il Trono di Spade, sono state organizzate persino installazioni di grande impatto visivo come fontane in cui l'acqua ha assunto un colore rosso sangue.