Torino 2010, giorno 3: I Due Presidenti scortati da John Carpenter

Il terzo giorno del Torino Film Festival si divide tra horror e politica estera con il nuovo attesissimo lavoro firmato dal maestro del brivido John Carpenter che arriva dopo quasi dieci anni di assenza dal grande schermo e con I due Presidenti, il film che vi racconterà quello che non avete mai osato chiedere sull'intesa speciale nata agli inizi degli anni '90 tra Bill Clinton e Tony Blair.

E' domenica, e Torino si sveglia sotto la neve. Dopo i turbolenti primi due giorni di festival, in cui la movimentazione studentesca ha invaso le strade della città e i luoghi di maggiore interesse culturale, il TFF entra nel vivo del grande cinema internazionale. Dopo la proiezione del teso thriller d'avventura di Danny Boyle che ieri ha tenuto tutti con gli occhi inchiodati sullo schermo e con il fiato sospeso, la terza giornata della kermesse offre un vastissimo buffet cinematografico per tutti i palati. La competizione propone oggi tre film caratterizzati da percorsi stilistici diversi. E' infatti il giorno di Soulboy di Shimmy Marcus, dramma ambientato nell'Inghilterra degli anni '70 sconvolta da una grave crisi politica e da accesi scontri sociali che analizza quello specifico momento della storia britannica attraverso il percorso di scoperta musicale di Joe, il giovane protagonista interpretato da Martin Compston, non a caso lo stesso protagonista di Sweet Sixteen di Ken Loach. Intrappolato in una vita assai monotona, il giovane incontra ad un certo punto Jane, una ragazza che gli apre le porte del Wigan Casino, il night club regno del northern soul dove il giovane imparerà anche a ballare. Sarà da quel momento che il mondo agli occhi di Joe apparirà per la prima volta avere un senso ed un ritmo, quello della musica. Ancora gli anni '70 a fare da sfondo e la musica come filo conduttore nel piacevole White Irish Drinkers dell'americano John Gray, storia di due fratelli, Brian e Danny, che sognano di scappare dalla povertà del quartiere operaio di Brooklyn. Il più grande prende una brutta strada, il più piccolo lavora in un bar, dipinge segretamente e ascolta musica nello scantinato in cui si rifugia per sfuggire alla rabbia alcolica del padre e alla depressione della madre. Un giorno, una tappa locale dei Rolling Stones dà corpo alle sue speranze e il ragazzo capisce che è arrivato finalmente il momento di cambiare vita.
Chiude il concorso Glückliche Fügung (Blessed Events) della tedesca Isabelle Stever storia di solitudini e fortunate coincidenze che narra le vicende di Simone, una donna dalla vita grigia e deprimente che durante un Capodanno alcolico passato da sola in un locale ha un'avventura di una notte con uno sconosciuto. Poco tempo dopo scopre di essere incinta e lo stesso giorno in cui si reca in ospedale per la visita di conferma della gravidanza in ascensore rincontra Hannes, il bel ragazzo della notte di Capodanno che lavora come infermiere proprio lì. I due si parlano e Simone scopre che l'uomo è inaspettatamente felice della notizia e le propone di vivere insieme. Un ritratto psicologico tutto al femminile che assume i ritmi misteriosi di un'indagine introspettiva, costruito per ellissi attraverso una regia raffinata.

Una storia di uomini di potere invece è al centro de I due Presidenti (The Special Relationship) di Richard Loncraine, una digressione storico-socio-politica, sapientemente travestita da soap-opera hollywoodiana, che racconta l'amicizia tra Clinton e Blair nel decennio che li ha visti fare il bello e il cattivo tempo a capo di due delle maggiori potenze mondiali. Scritta da Peter Morgan (The Queen, Frost/Nixon - il duello, e autore anche dello script di Hereafter di Clint Eastwood, il film che chiuderà il 4 dicembre il 28° Torino Film Festival) I due Presidenti è la commedia che ha rappresentato il caso televisivo degli ultimi due mesi negli Usa. Trasmesso dalla HBO in anteprima lo scorso 29 maggio con un grande successo di pubblico, il film arriverà nelle sale italiane il prossimo 10 dicembre diretto dall'inglese Richard Loncraine, che chiude la sua ideale trilogia dedicata a Tony Blair (dopo The Deal e The Queen) realizzando un acuto dramma politico con protagonisti Dennis Quaid nei panni di Clinton e Michael Sheen che torna in quelli del Primo Ministro di Downing Street. Un'invadente indagine tra i segreti e i retroscena dei 'rapporti speciali' più chiacchierati della politica estera degli ultimi decenni che ha superato negli anni pettegolezzi, crisi coniugali e diplomatiche e giochi di potere.
Direttamente da Toronto, dove è stato presentato in anteprima nella sezione Midnight Madness, approda oggi a Torino il nuovo attesissimo horror del maestro del brivido John Carpenter. The Ward, a metà strada tra una storia di fantasmi e thriller psicologico, è ambientato negli anni '60 e ha come protagonista una giovane donna affetta da gravi disturbi mentali. Il mitico regista di Halloween - La notte delle streghe e La Cosa torna dopo quasi dieci anni di assenza dal panorama cinematografico portando sul grande schermo una sceneggiatura di Michael e Shawn Rasmussen ambientata nell'ospedale psichiatrico in cui si ritrova rinchiusa Kristen (Amber Heard) dopo essere stata arrestata per aver incendiato una fattoria abbandonata. Senza sapere il motivo per cui la tengono lì, Kristen è terrorizzata dai rumori che di notte si sentono nei corridoi ed arriva a mettere in discussione la propria salute mentale fino alla perdita totale di controllo degli eventi. Girato alla fine dell'estate 2009 The Ward è la nuova esperienza cinematografica di uno dei grandi maestri del genere horror: essenziale, claustrofobico, incentrate sulle paure più ancestrali dell'animo umano.
Fuori Concorso spicca oggi Red Hill, l'esordio western-thriller dell'australiano Patrick Hughes, da lui scritto, prodotto, diretto e montato. Ad accompagnare qui a Torino la presentazione ufficiale del film sarà presente martedì e mercoledì Steve Bisley uno degli attori protagonisti, che nel film interpreta l'autoritario capo della polizia locale di Red Hill, l'isolata cittadina in cui improvvisamente si scatena la rabbia omicida di Jimmy Conway, un ergastolano pericoloso e sfigurato in volto fuggito di prigione in cerca di vendetta. Un film sulla vendetta, sulla redenzione e sul sacrificio ma anche un omaggio di Hughes al genere western e alla storia coloniale del suo Paese che ha visto nei secoli tante ingiustizie subite dagli indigeni australiani e mai denunciate.

La sezione Cinema e Cinemi regala oggi al pubblico del TFF la possibilità di assistere alla proiezione in anteprima internazionale della versione restaurata de Il ponte sul fiume Kwai di David Lean, il capolavoro del 1957 che nei suoi 156 minuti racchiude la storia di due Imperi a confronto: un gruppo di prigionieri di guerra inglesi costretti dai giapponesi a costruire lo strategico ponte in questione vincitore di ben sette premi Oscar come Migliore nelle categorie film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia, musica, montaggio e attore protagonista con Alec Guinness. Nel cast anche il grande William Holden, Sessue Hayakawa e Jack Hawkins.

Italiana.doc propone oggi due viaggi alla riscoperta dell'Italia rurale. Via Appia di Paolo De Falco, è un documentario che attraverso il viaggio di uno scrittore, un navigatore solitario e di un ferroviere sull'Appia, l'antico tracciato che da Roma arriva a Brindisi, racconta il nostro Paese, il nostro Sud incrociando fisicamente e idealmente i loro percorsi in un progressivo abbandono alla natura più incontaminata. Sullo stesso argomento anche l'altro documentario proposto oggi dal Torino Film Festival e cioè Il popolo che manca di Andrea Fenoglio e Diego Mometti, Il popolo che manca è un film sull'assenza fisica e spirituale della civiltà contadina, un ritratto nudo e crudo della vita rurale delle campagne e delle montagne cuneesi che racconta la fame, l'emigrazione e l'avvento di un nuovo mondo attraverso le storie vere e le voci di chi quelle terre le ha vissute e viste cambiare nei decenni. Voci di ieri e di oggi, intarsiate da un dialetto piemontese stretto, che si mescolano ai paesaggi cuneesi e alle sue registrazioni sonore per il libro Il mondo dei vinti: un territorio fatto di segni e cicatrici che ben raffigurano le distanze e le relazioni tra la civiltà contadina e il presente post-industriale. Prodotto da Fondazione Nuto Revelli Onlus, fondata da eredi e amici dello scrittore cuneese Benvenuto Revelli, grande figura della Resistenza italiana e studioso sempre attento ai giovani e alla denuncia della condizione della comunità contadina in cui nacque nel 1919.

Concludiamo con la proposta della retrospettiva dedicata a John Huston che oggi ha in scaletta tre proiezioni da non perdere per nessun motivo. Nelle sale del cinema Massimo protagonisti oggi Moby Dick La balena bianca, il classico diretto e prodotto da Huston tratto dal celebre romanzo di Herman Melville e interpretato da Gregory Peck e Orson Welles, e La Regina d'Africa con Humphrey Bogart e Katharine Hepburn, le cui visioni saranno introdotte dalla figlia dell'indimenticato John, Allegra Huston. Al cinema Ambrosio sarà di scena stasera L'onore dei Prizzi, il film pluricandidato agli Oscar con Jack Nicholson, Kathleen Turner e Anjelica Huston, figlia del grande regista alla quale andò la statuetta come Migliore Attrice non protagonista sarà presentato in sala da Allegra e Tony Huston insieme al produttore Michael Fitzgerald.