Il Comic-Con di San Diego appena conclusosi è stato pieno di colpi di scena per gli amanti dei cinecomics. Kevin Feige e i Marvel Studios hanno presentato quella che dovrebbe essere l'intera Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, una sfilza di film - tra cui Thor: Love and Thunder per il quale è stato annunciato il ritorno di Natalie Portman - che ci accompagneranno almeno fino al 2021, spianando la strada alla nuova formazione degli Avengers, ormai orfani dei loro rappresentanti Capitan America e Iron Man. Il compito di Feige e dei suoi sceneggiatori è chiaro: dovranno convincerci a seguire le avventure di una nuova banda di eroi, composta da personaggi che già conosciamo, come il Dottor Strange o Falcon, e da protagonisti nuovi di zecca che impareremo a conoscere nei prossimi anni.
Oltre alle pellicole che introdurranno nel variopinto universo cinematografico della Marvel alcuni personaggi semisconosciuti come Shang-Chi, sono comunque in cantiere alcuni sequel che serviranno a cementificare la presenza di qualche eroe che non ha avuto lo stesso spazio dei precedenti Avengers. Uno di essi, dicevamo, è il quarto film incentrato su Thor, il dio del tuono che alla fine di Avengers: Endgame si è imbarcato sull'astronave dei Guardiani della Galassia lasciando a Valchiria il compito di regnare su Asgard. Quello che sembrava un nuovo inizio per il personaggio interpretato da Chris Hemsworth si è trasformato tuttavia in un rompicapo quando Taika Waititi, già regista del controverso Thor: Ragnarok, è salito sul palcoscenico di San Diego per annunciare Thor: Love and Thunder.
La Valchiria e il figlio di Odino
Insieme a Waititi c'erano anche lo stesso Hemsworth e Tessa Thompson. Il "dinamico duo" che ha recitato anche nel recente Men in Black International indosserà ancora una volta i panni di Thor e di Valchiria. Sembra, infatti, che Thor: Love and Thunder, un titolo che richiama nel suono e nel logo i film degli anni '80, sarà ambientato prima di Guardiani della Galassia Vol. 3. Per scoprire se Star-Lord riuscirà a trovare la Gamora del passato, rimasta nella nostra linea temporale alla fine di Avengers: Endgame, infatti, dovremo aspettare la Fase 5, perché James Gunn, da poco reintegrato alla regia del progetto dopo la debacle di Twitter, deve prima finire di girare Suicide Squad per Warner Bros.
Ma Thor non era partito insieme ai Guardiani? Non sappiamo ancora come Feige e Waititi vogliano gestire la storia, ma è giusto precisare che prima di Thor: Love and Thunder, che arriverà nelle sale a fine 2021, vedremo ben otto progetti, comprese le serie TV per Disney+ che fanno ufficialmente parte della Fase 4 e collegheranno tra loro i vari film. Il fatto, però, è un altro, e cioè che il Thor di questo quarto lungometraggio sul dio del tuono potrebbe non essere Chris Hemsworth. Sul palco della Hall H, poco dopo la conferma che Valchiria sarà la prima eroina LGBTQ del Marvel Cinematic Universe, è salita nientepopodimeno che Natalie Portman.
Il ritorno di Natalie Portman
Il fatto che Natalie Portman fosse presente alla premiere di Avengers: Endgame aveva insospettito molti fan. Certo, il personaggio che la Portman aveva interpretato in Thor e Thor: The Dark World, Jane Foster, compariva brevemente nel kolossal Marvel, ma quelle scene, in realtà, risalivano al film del 2013: il regista Alan Taylor le aveva scartate e i fratelli Russo le hanno riciclate per mostrarci Jane durante la missione di Thor e Rocket nella Asgard del passato. Per quanto ne sapeva il pubblico, la Portman aveva tagliato i ponti col Marvel Cinematic Universe subito dopo Thor: The Dark World e il suo personaggio era diventato una gag ricorrente. Nei film successivi abbiamo infatti appreso che Thor e Jane avevano rotto, presumibilmente perché lo aveva deciso lei, visto che il figlio di Odino rimarcava spesso il contrario.
Nella realtà, il motivo che ha spinto la Portman a rompere coi Marvel Studios è molto meno sentimentale. Intorno al 2013, l'attrice aveva considerato la possibilità di prendersi una pausa dal lavoro, che solo pochi anni prima le era valso un Oscar come miglior attrice protagonista ne Il cigno nero di Darren Aronofsky, per dedicarsi completamente al figlio appena nato. Natalie Portman aveva deciso di tornare per Thor: The Dark World solo dopo aver insistito perché Marvel assumesse Patty Jenkins: la regista sarebbe stata infatti la prima donna a dirigere un cinecomic. A causa di alcune divergenze creative, però, la Jenkins abbandonò il progetto anzitempo per impegnarsi poco tempo dopo nella produzione di un cinecomic concorrente, Wonder Woman.
Portman si ritrovò così costretta dagli obblighi contrattuali a recitare comunque nel film di Alan Taylor, ma non la prese affatto bene e, concluse le riprese, decise di abbandonare il Marvel Cinematic Universe. L'attrice ammise anche di essere stanca di interpretare sempre la donzella in pericolo nei film supereroistici e di essere più interessata a un ruolo d'azione. Qualche anno dopo, in effetti, ha recitato come protagonista nel film fantascientifico Annientamento. Sembra, però, che i Marvel Studios non abbiano mai veramente interrotto i rapporti con l'attrice e che adesso abbiano deciso di accontentarla insieme a Waititi: la Portman è salita sul palco di San Diego impugnando Mjolnir, il martello di Thor.
Thor: Love and Thunder, Taika Waititi e la sua risposta epica a chi teme che rovinerà il film
La potente Thor
La Jane Foster a fumetti è molto diversa da quella cinematografica interpretata da Natalie Portman. Per cominciare non è una scienziata, ma un'infermiera, e indubbiamente è uno dei personaggi più sfortunati della Casa delle Idee. Nei fumetti, Thor e Jane hanno vissuto una relazione complicata che è finita una volta per tutte quando Jane ha sposato un altro uomo, pur rimanendo molto amica di Thor. I vari autori che si sono susseguiti alle redini della testata The Mighty Thor non hanno esattamente trattato benissimo Jane e la sua famiglia, tant'è che a un certo punto hanno ucciso il marito e il figlio in un incidente d'auto, quindi l'hanno fatta ammalare di cancro.
Alcuni anni fa, però, è subentrato un nuovo autore, Jason Aaron, che ha scritto un lungo e apprezzato ciclo di storie in occasione del rilancio della testata in seguito a una saga intitolata Original Sin. In questa storia, Thor diventava indegno di impugnare il suo martello, ma al suo posto compariva una misteriosa dea del tuono che brandiva Mjolnir al suo posto e celava i suoi lineamenti dietro una maschera. La nuova Thor era effettivamente Jane: con il cancro ormai allo stadio terminale, Jane aveva impugnato il martello e si era trasformata in una nuova Lady Thor. La magia asgardiana le conferiva tutti i poteri del dio del tuono, rinvigorendo il suo corpo e guarendola completamente dalla malattia.
Jane si è quindi unita a una nuova formazione degli Avengers per qualche tempo, pur sapendo che i suoi poteri avevano un risvolto drammatico: ogni volta che si trasformava in Thor, Mjolnir la guariva completamente anche dalla chemioterapia, e quindi Jane tornava ad ammalarsi peggio di prima non appena riassumeva forma umana. Consapevole che ogni trasformazione la avvicinava di un altro passo alla morte, Jane ha affrontato numerose battaglie e salvato il mondo da una guerra interdimensionale che ha coinvolto Asgard, la Terra e gli altri regni. Oggi Jane è guarita dal cancro ed è diventata la nuova Valchiria mentre Thor, nuovamente degno del suo Mjolnir, è ritornato a combattere per i Vendicatori.
La visione di Taika Waititi
Il regista neozelandese ha affermato di essere un grande fan delle storie di Aaron e di volersi ispirare a esse per portare in scena la potente Thor di Natalie Portman. Ci sono tuttavia diverse considerazioni da fare sulla pellicola della quale, è bene specificarlo, non sappiamo praticamente nulla, se non che rivedremo il buffo alieno Korg, interpretato dallo stesso Taika Waititi, e che Valchiria dovrà trovarsi una regina per regnare su Nuova Asgard. Ogni altro dettaglio, compreso il modo in cui Jane diventerà Thor, è avvolto nel mistero.
Certo la Portman dovrà sottoporsi a un allenamento intensivo se vorrà recitare un ruolo come questo. Nei fumetti, la gracile e malmessa Jane si trasforma in una guerriera atletica e muscolosa, ma anche una donna affascinante che, peraltro, ha un breve flirt con Falcon. L'ultima volta che abbiamo visto Jane nel Marvel Cinematic Universe, la scienziata godeva di perfetta salute, anche se si era liberata da poco dell'Ether, l'energia che l'aveva brevemente posseduta e che in seguito abbiamo scoperto essere una gemma dell'infinito. Non sappiamo, quindi, se Waititi aderirà alla sceneggiatura originale, facendo ammalare Jane di cancro.
Thor: Love and Thunder, Natalie Portman svela la preparazione per interpretare Thor!
Sarebbe tuttavia sbagliatissimo propendere per una soluzione diversa. Seppur tragica, la storyline di Aaron delineava perfettamente l'eroismo di Jane, rimarcando il motivo per cui l'infermiera era degna di impugnare Mjolnir: benché sapesse che la trasformazione la condannava a morte, Jane non poteva fare a meno di rischiare la vita e adempiere al suo dovere sostituendo il figlio di Odino. Un risvolto di questo tipo avrebbe una forza cinematografica straordinaria, ma Taika Waititi è lo stesso regista che ha trasformato il serissimo dio del tuono in una macchietta comica col suo Thor: Ragnarok. Non possiamo fare a meno di chiederci, insomma, che tipo di tono dobbiamo aspettarci da questo Thor: Love and Thunder. Se Waititi dovesse riuscire a trovare un equilibrio perfetto tra dramma e comicità, il nuovo film potrebbe essere una vera rivelazione e uno dei titoli di maggior impatto nella Fase 4 e nel Marvel Cinematic Universe tutto. E contemporaneamente basterebbe un piccolo sbaglio, magari un momento di involontaria insensibilità, per sminuire il grande ritorno della Portman e l'approccio innovativo di un film che, siamo sicuri, farà discutere molto ancora prima di arrivare in sala.