"In questa casa nessuna porta deve essere aperta prima che l'ultima sia stata chiusa". Sono passati quindici anni da quando Grace Stewart terrorizzò il pubblico mondiale con le sue rigide regole in The Others, il thriller paranormale scritto e diretto da Alejandro Amenábar e interpretato da Nicole Kidman. Uscito nelle sale americane il 10 agosto 2001, il film riporta su pellicola le atmosfere del racconto gotico Il giro di vite di Henry James e dà nuova linfa al cinema di genere. Nell'isola di Jersey, alla fine del 1945, Grace (Nicole Kidman) si occupa dei figli, affetti da una rara malattia che non permette loro di esporsi alla luce del sole. Quando tre domestici giungono nella dimora, strani rumori e apparizioni iniziano a manifestarsi: chi o cosa si nasconde nel buio?
La trama semplice ma efficace, aggiornando il mito della ghost story, omaggia classici come Suspense di Jack Clayton e Il sesto senso di M. Night Shyamalan e apre la porta (concedeteci il gioco di parole) a film dell'orrore più recenti come The Orphanage di Juan Antonio Bayona e Il labirinto del fauno di Guillermo del Toro. Tra urla improvvise, inquietanti apparizioni e colpi di scena, The Others ha conquistato pubblico e critica incassando duecento milioni di dollari in tutto il mondo e consacrando l'autore di Apri gli occhi tra i maestri del brivido. Un successo straordinario che ci spinge ad analizzare i cinque elementi che rendono la fiaba hitchcockiana di Alejandro Amenábar un cult del cinema horror.
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1. Una Grace Kelly a tinte horror
Prima del cult di Alejandro Amenábar, la Grace Kelly del cinema contemporaneo aveva interpretato il thriller Ore 10: calma piatta, l'action Giorni di tuono e il dramma Cuori ribelli, ma non si era ancora imposta nello star system per la presenza ingombrante dell'ex marito Tom Cruise, con cui poi ha recitato per l'ultima volta in Eyes wide shut. Chiusa la parentesi kubrickiana accanto al divo di Top Gun, Nicole Kidman per l'interpretazione di The Others ha ricevuto una nomination ai Golden Globes: un traguardo raggiunto attraverso gli sguardi gelidi, le urla improvvise e le conturbanti ossessioni di Grace Stewart, l'algida prigioniera del limbo di follia e solitudine sospeso nella nebbiosa campagna inglese. L'intenso adattamento del romanzo di Henry James non sarebbe la stessa cosa senza la perfezione e il talento della sua protagonista, che qui, due anni prima dell'Oscar per The Hours, porta in scena uno dei suoi personaggi più affascinanti.
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2. Il sesto senso di Alejandro Amenábar
Dopo lo straordinario successo di Apri gli occhi, Alejandro Amenábar dirige The Others, il thriller paranormale che lo eleva tra i maestri del cinema di genere. Il regista cileno delinea una storia sospesa tra il reale e il soprannaturale che offre differenti chiavi di lettura. Un'opera evocativa in cui i fantasmi non passano attraverso i muri ma aprono (e chiudono) le cinquanta porte del maniero di Grace Stewart come tutti noi; una evoluzione iconografica, questa, che tra rumori improvvisi, risate inquietanti e strumenti impazziti dà nuova linfa al ghost movie. La paura deriva dal senso di attesa, un meccanismo riutilizzato negli ultimi anni da James Wan, il regista di Insidious e L'Evocazione - The Conjuring.
The Others ripercorre la strada de Il sesto senso di M. Night Shyamalan che, pur anticipando lo scioccante finale della pellicola con Nicole Kidman, ne lascia immutati il fascino e il mistero. L'ingranaggio costruito da Amenábar rilancia atmosfere e inquietudini che vanno oltre il "vedere la gente morta"; si tratta infatti di un film dal sapore hitchcockiano che seduce e inquieta come pochi horror degli anni duemila. Dopo il premio Oscar nel 2005 per il miglior film straniero per Mare dentro e il sottovalutato Agora, Amenábar realizzerà Regression, un thriller interpretato da Ethan Hawke ed Emma Watson lontano dai brividi e dall'intensità del film su cui ci stiamo concentrando.
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3. Le sequenze da incubo
Il disturbante prologo segnato dalle urla di Grace anticipa l'incubo creato da Alejandro Amenábar. Un climax di orrore che, sin dall'arrivo dei domestici interpretati da Fionnula Flanagan, Eric Sykes ed Elaine Cassidy, consolida alcune delle regole-simbolo dell'horror contemporaneo.
"Ognuna delle cinquanta porte presenti nella casa deve essere chiusa a chiave prima che un'altra venga aperta. Le tende devono essere sempre abbassate. Queste misure sono necessarie". Sono sufficienti poche righe di sceneggiatura per rendere gli avvertimenti di Mrs. Stewart profondamente malvagi e inquietanti. Più simbolica e terrorizzante è la sequenza in cui Grace, richiamata da una melodia, apre la stanza del pianoforte. Nessuno sta suonando ma qualcuno o qualcosa la scaraventa a terra svelando l'oscura verità sulle storie raccontate da Anne (Alakina Mann) al piccolo Nicholas (James Bentley).
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Amenábar raggiunge l'acme del terrore quando Anne, avvolta nel candido abito della prima comunione, assume le terrificanti sembianze di una donna anziana: una sposa fantasma che, con le mani avvizzite, gioca con i burattini come la figlia di Grace. Un'immagine scioccante che ancora oggi fa gelare il sangue. Nel 2003 il terzo capitolo del franchise di Scary Movie prese di mira The Others realizzandone la parodia con Charlie Sheen nei panni di Grace Stewart e il sosia di Michael Jackson in quelli della piccola Anne. Il prezzo che, da L'esorcista fino a Scream, tutti i cult horror sono costretti a pagare.
4. Non entrate in quella casa
"Scoprirete che a volte questa casa non è propriamente un paradiso". Partendo da Non entrate in quella casa di Paul Lynch e continuando con la saga di Evil Dead di Sam Raimi, la casa infestata è il topos più utilizzato dall'entertainment del brivido. Dimenticate la catapecchia dove Ash Williams (Bruce Campbell) e i suoi amici scoprono il Necronomicon: la vastità degli spazi, i crepitii del legno e i rumori improvvisi rendono misterioso l'orrore celato nelle cinquanta stanze del maniero di The Others. La casa di Grace Stewart diventa protagonista di un incubo fondato sugli "altri", intrusi che si rivelano pedine di un ingranaggio che va oltre la possessione demoniaca. La dimora, nella pellicola di Amenábar, è un luogo infestato dai suoi stessi proprietari; un limbo in cui il buio e la luce riflettono la fragile convivenza di entità passate e presenti. Un universo multidimensionale e pluritemporale separato dal mondo che lo circonda da una nebbia che simboleggia l'inconsapevolezza degli spiriti di essere intrappolati in purgatorio. Aggiornando il mito per eccellenza del cinema di genere, The Others dà vita a uno dei luoghi più iconici del panorama horror odierno.
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5. Un cult del cinema dei brividi
Tra silenzi inquietanti e omaggi ai classici horror, The Others è un thriller al cardiopalma che cattura l'attenzione dal primo all'ultimo minuto: "Voglio la verità, dimmi se c'è qualcuno in casa", tuona Grace Stewart anticipando lo scioccante epilogo del film. Un racconto psicologico che, citando le pellicole di M. Night Shyamalan, Jack Clayton e Alfred Hitchcock, riporta nella stessa inquadratura differenti sfumature di verità. Il valore aggiunto rispetto alla tradizionale ghost story è la miscela di dramma ed enigmaticità: "Non è stato solo per la guerra. Tu volevi lasciare me. Non è vero?", afferma Grace a Charles (Christopher Eccleston), il marito costretto dall'ineluttabilità della vita ad abbandonarla nella casa in cui ha posto fine alle sue sofferenze. Un'epopea tragica che, aggiornando i cliché del genere, affronta l'accettazione dell'alterità: "Dobbiamo imparare a vivere tutti insieme, i vivi e i morti", sostiene Mrs. Bertha Mills (Fionnula Flanagan) in una sequenza di The Others. Un cult che, oggi come quindici anni fa, continua a sorprendere e terrorizzare rivelando che a volte gli "altri" possiamo essere noi stessi.
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